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di Valeria Ballarati

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Meta che addestra la sua IA

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Another Round Of Meta Layoffs To Begin Next Week - GoodreturnsLo scorso settembre Meta, l’azienda a cui appartengono i social network Instagram e Facebook (oltre all’app di messaggistica WhatsApp), ha reso pubbliche le prime funzionalità basate sull’intelligenza artificiale generativa, ovvero su quei software che, allenati su gigantesche masse di dati, sono capaci di generare testi, video e immagini che rispondano a una specifica richiesta. Sono funzionalità che, in un modo o nell’altro, negli ultimi due anni quasi tutte le grandi società tecnologiche hanno cominciato a introdurre o quantomeno testare.

Per funzionare bene, e continuare a funzionare sempre meglio, questi sistemi di intelligenza artificiale richiedono però che la massa di dati su cui si allenano sia progressivamente ampliata. In questo Meta è molto avvantaggiata dal fatto che le piattaforme di sua proprietà contengono miliardi di fotografie e post pubblicati dagli utenti nell’arco di vent’anni, in decine di lingue diverse. E infatti il mese scorso Meta ha cominciato a usare quei post, e soprattutto quelle immagini, per addestrare il proprio sistema di intelligenza artificiale, Meta AI. 

Nel momento in cui ci si iscrive a Facebook o a Instagram se ne accettano i termini d’utilizzo, che dicono che Meta ha piena libertà di modificare, copiare o creare opere derivate da tutte le immagini e i video pubblicati sulla piattaforma. Sono esclusi i contenuti scambiati via messaggio privato e quelli che si trovano all’interno di profili privati, ovvero accessibili soltanto a chi chiede di accedere al possessore del profilo in questione. Secondo il giornalista Mack DeGeurin, comunque, la possibilità di attingere dai contenuti di «centinaia di milioni di utenti fedeli che caricano regolarmente foto e video ricchi di dati sulle sue piattaforme gratuitamente potrebbe dare a Meta un grande vantaggio rispetto alla concorrenza».

La decisione è stata comunicata agli utenti con una notifica sia su Facebook sia su Instagram, ma molte persone non vi hanno prestato molta attenzione, anche perché l’abitudine di ignorare le comunicazioni aziendali sui siti che si frequentano è piuttosto diffusa. Inizialmente, quindi, gran parte delle critiche è arrivata dagli artisti e dai creatori di contenuti che pubblicano le proprie opere su Instagram e Facebook e che sono molto attenti al rischio che l’azienda utilizzi le loro creazioni per allenare Meta AI. Il fatto che intelligenze artificiali generative come Midjourney e Dall-e possano riprodurre in modo piuttosto fedele lo stile di un artista, e quindi incidere molto sui ricavi che ottiene dal proprio lavoro, è infatti un tema molto sentito e dibattuto da quando queste tecnologie sono state rese pubbliche.

Negli scorsi giorni hanno cominciato a circolare moltissimo alcuni post e video su Instagram che ricordano agli utenti che è possibile chiedere a Meta di escludere i propri post dal processo di addestramento di Meta AI.

segue ...

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La lettera della Rettrice

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Questa lettera, pensata e scritta perfettamente, non si avvicina neanche lontanamente alla sofferenza dei 2360 bambini uccisi e 5364 feriti a Gaza e in Medio Oriente.

Ha presente, la Rettrice, 2360 bambini uccisi? Ecco, la violenza espressa dai ragazzi con la vernice nera sui muri candidi dell'Ateneo è li a ricordare loro ...

È la rabbia, per essere inascoltati.

È la sofferenza dell'immobilità universitaria di molti giorni di fronte alla morte altrui.

Ci sono momenti in cui è vitale scegliere da che parte stare. Dovrebbe essere orgogliosa dei ragazzi di Lettere e Filosofia! Perché loro l’hanno fatto: hanno scelto e hanno cercato di dirlo a tutti i “dormienti” come diceva il filosofo Alain. E’ dura vivere da svegli, lo sappiamo.

Nella lettera c’è un solo paragrafo iniziale per parlare di cosa scaturisce dalla lunga mobilitazione degli studenti e sei lunghi paragrafi di rimproveri & contorni.

Quanto siamo lontani da Gaza, Rettrice? Cosa conta di più qui?  Il travertino?

Come siamo più al sicuro in Ateneo, senza bombe che piovono sulla testa, senza morti da piangere e seppellire; perciò possiamo scrivere lettere di rimprovero dei danni occorsi a chi ancora riesce a indignarsi di fronte all'ingiustizia, alla morte causata per egoismo, e perciò sfoga la sua giovane rabbia distruggendo. Distrugge perché inascoltato. Forse non bisognava aspettare così tanto. Forse bisognava ascoltare un po’ prima.

Non le tolga le scritte: quella che la riguardava è stata prontamente tolta, mentre le altre serviranno alla memoria. Certo, le vedrebbero anche i partecipanti al Congresso Mondiale di Filosofia ad agosto, ma dopotutto cosa vedrebbero? Soltanto quanto è viva la comunità studentesca italiana. Come in quel monito, scritto da qualcuno su quel muro ...

Rettrice, per la cronaca: Israele viene inserita nella Black list Onu di chi minaccia e compie gravi violazioni verso i bambini.

Il grado di civiltà di un popolo si misura da come tratta i più deboli, non è così?

I ragazzi lo avevano capito subito. 

V.

"Ad ogni momento, potete dormire e sognare o rimanere svegli e comprendere: il mondo ammette tutte e due le scelte." Alain

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La lettera del giudice inglese al Console italiano

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Il giudice inglese Robert Peel, l’uomo che ha negato ai genitori di #IndiGregory il diritto di trasferire la figlia in Italia per essere curata dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha inviato questa ignobile lettera al Console italiano a Manchester, che aveva scritto a lui di attivare la nostra giurisdizione sul caso della piccola vittima dopo la concessione della cittadinanza italiana.

“Potresti aver sentito che con grande tristezza Indi Gregory è morta… La sua famiglia è nei miei pensieri… presumo che tu non voglia procedere con la richiesta…”.

Non solo quest’uomo ha rivendicato il diritto di decidere che la vita di un essere umano indifeso e innocente dovesse indiscutibilmente finire – “nel suo migliore interesse” – nonostante pareri medici contrastanti, ma ora si permette anche il lusso di un’ipocrita tristezza intrisa di ironia cinica.

Non c’è nulla che metta in pericolo i diritti umani fondamentali più di un giudice che crede di essere Dio onnipotente.

Fonte

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Indi Gregory

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Indi Gregory è una bellissima bambina inglese di 8 mesi affetta da una grave malattia mitocondriale a cui si vuole negare il diritto alla vita, alla salute e ai trattamenti di cura e di riabilitazione.

Come per i casi di Charlie Gard e Alfie Evans, i medici e il sistema giudiziario britannico hanno deciso di togliere i supporti vitali a Indi, affermando che la sua morte rispetterebbe il suo “miglior interesse”, nonostante le proteste e gli sforzi legali della famiglia per mantenere le cure. Una follia!

L'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si è offerto di accogliere Indi, e recentemente il Governo italiano le ha conferito la cittadinanza, aprendo la via per il suo trasferimento affinché la piccola possa continuare le cure necessarie: una possibilità da realizzare senza ulteriori ostacoli.

Ogni vita è preziosa, e la battaglia di Indi tocca il cuore di tutti noi. In queste ore drammatiche, abbiamo ricevuto il messaggio del papà di Indi rivolto a tutti noi:


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Il mercante di Venezia abita (anche) alla Sapienza

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Per carità: i crediti formativi la Sapienza li dà agli studenti che partecipano all’evento di apertura della Giornata mondiale del donatore di sangue (una specie di kermesse autoreferenziale alla presenza dei soliti noti: Rettore, Ministro della Salute, ecc.). E non agli studenti che, una volta sul posto, decidano più o meno spontaneamente di donare il sangue presso le autoemoteche che – del tutto casualmente – si trovano lì.

Certo però che il passo è breve, no?

Se poi uno provasse ribrezzo e repulsione per tanto potenziale mercimonio della vita umana, ricordi che:

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Incontri

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"Quanto ai Romani, se si legge la loro storia nei testi dell'antichità, particolarmente in Polibio, si ha l'impressione che dal loro tempo al nostro, la sensibilità morale non sia affatto cambiata. Probabilmente tutte le nazioni dell'epoca praticavano più o meno, di tanto in tanto, la perfidia e la crudeltà; né si potrebbe affermare che in seguito sia stato diverso, in nessuna epoca, senza escludere la nostra. Ma come oggi, la perfidia e la crudeltà, benché praticate, erano generalmente riprovate; come oggi, una nazione sola ne faceva freddamente e sistematicamente il principio stesso della sua politica per un fine di dominio imperiale. Una simile politica da parte del nostro nemico appare mostruosa e non lo era meno ai contemporanei dei Romani; la prova migliore é lo spesso velo di ipocrisia con cui i romani l'hanno ricoperta, ipocrisia così singolarmente simile a quella praticata ai giorni nostri, in particolare per quel che concerne il camuffamento dell'aggressione in legittima difesa. Se si era ipocriti allora come oggi é perché si concepiva il bene allo stesso modo. 

Ma se anche la morale fosse cambiata, questo non diminuirebbe la gravità dei fatto che ai giorni nostri si parli ovunque dell'antica Roma con ammirazione. Perché un uomo non può giudicare un'azione, a qualunque data essa risalga, secondo una concezione della virtù diversa da quella che serve come criterio per le proprie azioni. Se io oggi ammiro o anche giustifico un atto di brutalità commesso duemila anni fà, vengo meno, oggi, nel mio pensiero, alla virtù di umanità. L'uomo non é fatto a compartimenti, ed é impossibile ammirare certi metodi impiegati, senza far nascere in sé stessi una inclinazione a imitarli non appena l'occasione renderà facile tale imitazione."

Simone Weil - Sulla Germania Totalitaria (parte seconda, Conclusioni pp. 266-267)

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THAILANDIA / DICHIARA GUERRA A ‘PZIFER’ DOPO LA MORTE CEREBRALE DELLA SUA PRINCIPESSA

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Thailandia dichiara guerra a ‘Pfizer’, la star di Big Pharma che per prima al mondo ha ideato e prodotto il vaccino anti covid.

Il motivo? Presto detto. La principessa destinata al trono, Bajrakitiyabha Narendira Debyavati, è in stato di coma profondo dal quale – secondo i suoi medici – non si riprenderà mai più, a tre settimane dall’inoculazione della seconda dose di vaccino ‘Pfizer’, il ‘richiamo’.

Quarantaquattrenne, aveva una salute di ferro, mai una malattia in vita sua, neanche un’influenza o un semplice raffreddore.

Per questo motivo, il governo tailandese ha deciso di denunciare Pfizer: non solo chiedendo un risarcimento danni di proporzioni colossali, ma anche annullando i contratti firmati per l’acquisto di oltre 30 milioni di dosi. E con il denaro ottenuto per la restituzione di quanto già pagato, intende risarcire i danni patiti da tutte le famiglie tailandesi che hanno avuto un morto in casa per effetto del vaccino, o che abbiamo subito gravi danni alla loro salute: i famigerati ‘effetti avversi’ che si stanno registrando con sempre maggior frequenza in tutte le nazioni del mondo.


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Cicatrici

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È accaduto così quel giorno. Sono i cosiddetti ricordi indelebili. Entrano direttamente nella memoria a lungo termine più importante, quella storica. Ero preparato, avevo pensato a quel momento da tanto. Sapevo che sarebbe arrivato. Prima mai. Di quel pericolare periodo intendo. Perché per arrivare a quel punto di non ritorno ti devi macchiare di infamia. E questo per il mio carattere, per il mio "essere" non è contemplato. Per primo ho messo sul tavolo le manette, quasi contemporaneamente le chiavi. Chi era davanti a me non parlava. Mi ha accolto nel suo ufficio con uno sguardo che dice tutto. Quei silenzi che parlano. Anche l'atmosfera parlava. Si respirava. Una bolla emotiva. Solo chi ha una sensibilità particolare mi può capire. Gli altri non mi interessano. Non mi sedetti. Restai appositamente in piedi. Il secondo fu il tesserino. Ci mise un po' ad uscire dalla custodia, come in un romanzo quando le istituzioni, per mezzo dei suoi esecutori, portano via i bimbi ai genitori e loro si attaccano disperatamente alla porta. Un vano tentativo che però è anche un bellissimo gesto d'amore. Poi è toccato al distintivo. L'occhio si è concentrato subito sul simbolo principe, la stella che rappresenta lo Stato. Già lo Stato. Quello per cui ho dedicato quasi una vita intera. Ma il passato non conta. C'era il "qui e ora". Per ultimo l'arma. La sicura inserita. L'estrazione del caricatore. Poi come da manuale: "arma in sicura e priva di caricatore (doppio scarrellamento con arma puntata verso un punto sicuro) arma scarica". Il suono metallico echeggiava ancora quando misi l'arma sulla scrivania. Poi le firme e il saluto. Non si mosse chi era dall'altra parte. Mi vennero in mente le parole di una bellissima canzone

<<Spesso gli sbirri e i carabinieri Al proprio dovere vengono meno.

Ma non quando sono in alta uniforme.

E l'accompagnarono al primo treno.>>

Poi uscii. Non parlai con nessuno. Solo un abbraccio con un paio di colleghi, un attimo eterno. (...)

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Ambientalismo e Chico

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Con uno sparo, come uno sparo, scoppiò in faccia al mondo il problema della deforestazione in Amazzonia.

Così la storia di Francisco Alves Mendes Filho, o Chico Mendes, comincia, a partire dall’alba della sua attività in difesa dei seringueiros, i “raccoglitori di gomma” di caucciù. Gente che viveva nella foresta da oltre cent’anni, una vita di sussistenza serena garantita dalla raccolta di lattice, di noci brasiliane e altre attività pienamente sostenibili.

Alle prime avvisaglie di aggressione alla foresta, Francisco Alves Mendes Filho, estrattore di caucciù fin dalla nascita, formò un’unione dei seringueiros portandoli a battersi contro la devastazione e per creare aree protette, “riserve estrattive” gestite da comunità locali. Seppe unire contadini, indios, sindacalisti, preti e politici attorno a un’idea rivoluzionaria di foresta: un luogo senza padroni, in cui alberi e uomini possano vivere e crescere insieme, gli uni custodi degli altri.

Dedicò praticamente tutta la sua vita alla difesa dei lavoratori e dei popoli della foresta. Partecipò alla fondazione del Sindacato dei Lavoratori Rurali di Brasiléia e Xapuri, oltre alla fondazione del Partito dei Lavoratori dell’Acre e del Consiglio Nazionale degli estrattori di caucciù.

Nella sua lotta fuse il lavoro sindacale, la difesa della foresta e la militanza partigiana. Il suo lavoro fu riconosciuto internazionalmente, essendo stato premiato varie volte, anche dalle Nazioni Unite, che nel 1987 lo riconoscono come uno dei più influenti difensori della natura, conferendogli a Washington il premio Global 500 dell’Unep, agenzia dell’Onu per la tutela dell’ambiente.

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Gli antinfiammatori andavano bene!

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10 Volte Meglio, UCDL e il partito Animalista - Cambio d'ariaE’ su tutti i giornali, solo oggi, la notizia relativa all’utilizzo degli antinfiammatori per la cura precoce del Covid.

Lo conferma uno studio di 'The Lancet’, la prestigiosa rivista scientifica internazionale che riassume i risultati delle ricerche del Mario Negri e dall’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

“La terapia a base di antinfiammatori (in particolare non steroidei, i Fans), avviata all’inizio dei sintomi, riduce il rischio di ospedalizzazione per Covid dell’85-90%”, afferma la rivista. Due anni e mezzo dopo, finalmente, quello che i medici del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 dicono dal marzo del 2020 è finalmente scolpito nella pietra.

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Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer

Il Romanzo è alla 3° edizione. 


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoons 15 Pimpi


 ASPEN

Se hai paura,

ma non sai bene di cosa