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di Valeria Ballarati

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Nerina

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Se venite a fare la spesa nel mio negozio è certo che incontrerete questo simpatico cagnolino: è “la Neri”, si chiama Nerina e vive con noi da circa dieci anni. I clienti abituali la conoscono già, alcuni ci salutano entrambe all’arrivo e altri le portano anche i biscottini; lei, riconoscendoli, gli scodinzola intorno finché non glieli danno. Ho raccontato spesso la sua storia a chi mi chiedeva, incuriosito nel vederla attendere seduta sul marciapiede fuori dal negozio, anche quando è chiuso.


La trovai in giardino una mattina, aveva fame, mangiò, si mise in un angoletto e dormì per due giorni consecutivi. La mattina del secondo giorno mangiò nuovamente e poi se ne andò. Non la vidi per quindici giorni; il vicino mi disse che l’aveva vista tornare ma non trovando nessuno se n’era andata nuovamente. Si ripresentò una domenica mattina, io le feci tante feste e lei sembrava felice: rimase.
Qualche giorno più tardi arrivò anche Gighen, il suo compagno. Una Signora lo portò dicendo che li aveva visti a lungo vagabondare insieme e avendo saputo che avevo preso lei si chiedeva se non potessi prendere anche lui: e perché no? I due erano inseparabili, vivevano di vicinanza, dormivano persino sullo stesso lettino.
In quest’altra foto si vede quanto sono abbacchiati: scoprimmo che Gighen era molto malato di cuore, e rimase con noi soltanto un anno. Quando negli ultimi tempi non riusciva più seguirci nella passeggiata che eravamo soliti fare la sera, lo prendevo in braccio e continuavamo le nostre uscite come sempre. Morì tra le mie braccia la mattina del 16 agosto, dopo aver atteso che mi svegliassi per darmi un ultimo saluto. Neri passò un periodo di tristezza, quanto noi, e poi si tirò su ma cambiando le sue abitudini: cercava di stare sempre dove stavamo anche noi. Nel frattempo arrivarono Ally e Molly.
Un giorno, nel periodo del calore, arrivò Charlie. Era una specie di spinone beige e si innamorò di lei. Sedeva speranzoso fuori dal cancello di casa e di notte ululava alla luna, richiamandola. Lei da dentro se la dormiva incurante dello spasimo di lui. Dato che dopo un po’ diventava fastidioso (anche per i vicini) lo facemmo entrare in giardino ma la solfa era identica e anzi, ululava straziato guardandola dal vetro della porta finestra. Così la facemmo uscire. I due sparirono. E così per le notti sucessive. Ritornarvano la mattina presto, felici ed ansimanti, le zampe infangate sino a metà, arruffati, sporchi di foglie, paglia e di chissà cos'altro ma sul muso, l’espressione di due che se l’erano spassata alla grandissima, in giro per i campi. Finito il calore Charlie rimase con noi e così di cani ne avevamo quattro. Morì molti anni dopo,  furono a lungo una coppia bellissima.
L’avevo chiamata Nerina perché inizialmente era di pelo nero; oggi è di una tonalità sul beige pur conservando la punta della coda e delle orecchie dell’antico colore. Ci facciamo compagnia dopo che scoprì - due anni fa - che il negozio era vicino a casa. Essendo un cane di strada va e viene a suo piacimento scavalcando la recinzione, facendo dei giretti tutt’attorno all’isolato e arrivando sino alla piazza dove il macellaio le allunga qualche osso. Ogni tanto rovista anche nell’immondizia riportando a casa schifezze di tutti i generi, per lei, alimenti prelibatissimi. E’ fatta così.
Una sera non rientrò. Era strano perché tornava sempre per la notte e quando la mattina non c’era ancora, pensavo già al peggio.
L’avevano presa due ragazzi di Roma, venuti in vacanza. Vedendola davanti al negozio in un’ora tarda e pensando si fosse smarrita, nell’attesa di ritrovare il padrone, la portarono a casa loro. Neri è abbastanza conosciuta nel circondario e la mattina mi raggiunsero facilmente; in negozio mi fecero una scenata, dissero che ero senza cuore, che non mi occupavo di lei, che avrebbe potuto essere investita. Io li lascia parlare e li ringraziai di essersi occupati di lei per quella notte. Cercai di spiegare perché Nerina era in giro da sola, ma erano accecati dalla loro voglia di darsi da fare e non ascoltavano. Non potevano conoscere la sua storia e il suo carattere indipendente. Neri vuole fare ciò che vuole, vuole stare dove sto io e appena esco di casa scavalca la recinzione e rincorre l’auto. Neri adora partecipare alla mia vita e viene ovunque con me. Se non posso portarla, la lascio ad attendermi fuori dal negozio. Se vado dai miei suoceri e si stufa di aspettarmi torna a casa da sola perché conosce le strade. So che potrebbe essere investita, anche se ho visto che osserva la strada prima di attraversare, imitando un comportamento che ho io quando ce l’ho al guinzaglio; una volta in effetti è stata investita ma fortunatamente era soltanto una botta.
Nerina nella sua vita ha già sofferto l’abbandono e la perdita di Gighen e di Charlie: io credo si comporti così perché adesso non vuole rischiare di perdere anche noi. Questa é la sua vita.
Io la amo e le lascio vivere la vita che vuole.

P.S. La Neri ed io domani veniamo alla Manifestazione.

      Ore 15,00 Piazza della Repubblica, Roma

 

Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer

Il Romanzo è alla 3° edizione. 


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoons 15 Pimpi


 ASPEN

Se hai paura,

ma non sai bene di cosa