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di Valeria Ballarati

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Racconti e Poesie

5 Corrispondenza Simone Weil-Joe Bousquet

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PIETRE VIVE: NOSTALGIA DEL CIELO - Con l'ascensione inizia la nostalgia ...Lettera di Joe a Hélène e Pierre Honorat

26 gennaio 1945

Sono per lui amici sconosciuti. È una risposta nostalgica: Joe racconta di non aver passato un sol giorno senza pensare o parlare di Simone, da quando loro gli hanno dato notizia della sua morte. Simone era rassicurante e si aveva sollievo con lei accanto, circa l’esistenza moderna. Aveva il dono di riflettere nelle parole significati alti e illimitato, come gioielli. Pensa che occorra accettare queste dipartite volontarie, accettando altresì l’ordine che impartiscono di vivere con gli assenti. Non la dimenticherà, i loro pensieri coincidevano, crede che la morte non l’abbia sorpresa.

Per chi volesse leggere il testo: qui

 

4 Corrispondenza Simone Weil-Joe Bousquet

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Opinion | What We Owe to Others: Simone Weil's Radical Reminder - The ...Lettera di Simone a joe 12 maggio 42

Lo ringrazia del suo contributo, che attraverso lei forse gioverà ad altri. ‘Forse alcuni di loro le saranno debitori, nell’approssimarsi dell’istante supremo, della dolcezza di uno scambio di sguardi’.

Simone gli scrive che è privilegiato a percepire gli avvenimenti di guerra nella loro realtà, quando sia chi combatte che chi assiste da fuori è preda di una sorta di irrealtà. Ricostruisce da vent’anni i destini di chi è stato preso e lasciato, o menomato dalla guerra, e di nuovo a breve altri verranno chiamati alla stessa sorte. Simone vuole incoraggiarlo. Dice in metafora che lui è pronto a rompere l’uovo, immagine antica. L’uovo è il mondo visibile. Il pulcino è l’amore, amore è Dio stesso che abita nel profondo di ogni uomo come seme invisibile. Quando il guscio è rotto e l’Essere uscito, ha per oggetto ancora questo stesso mondo, ma non vi è più racchiuso dentro. Il corpo é lasciato in un angolo mentre lo spirito viene trasportato fuori dallo spazio dove il mondo visibile si vede tal quale (non da un punto personale prospettico); lo spazio, comparato all’uovo, è infinito alla terza potenza. L’istante è immobile, il silenzio denso riempie lo spazio e non è assenza di suono: è sensazione positiva del suono della parola segreta AMORE che sin dall’inizio ci abbraccia.

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3 Corrispondenza Simone Weil-Joe Bousquet

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Joë Bousquet: Isel, l'amore impossibile come unica possibilità ...Lettera di Joe del 2 maggio 42

Le parole di Simone lo hanno fatto riandare ad argomenti della guerra per lui rimasti in sospeso. In particolare, ricorda l’attacco del 1917 dove venne istruito dal suo superiore gesuita, il quale disse che ogni uomo che partecipa ad una grande battaglia appartiene esclusivamente alla sua missione, è preda della sua immaginazione, del suo dovere, e non dispone di sé: gli è vietato fermarsi presso i feriti. Parlare con un ferito o raccogliere le ultime parole di un moribondo lo restituisce a sé stesso, pietà e paura fanno nascere la coscienza, e un dolore totale; inoltre nel momento in cui teme solo la morte l’agonia non deve essergli  mostrata. E’ il lato oscuro della guerra, l’orrore che lo aveva sconvolto. I soldati eseguivano gli ordini, e i caduti restavano sul campo a lungo in attesa dei barellieri. Crede che nulla vieti l’idea del corpo di infermiere spirituali di prima linea: ha visto casualmente organizzarsi soccorsi simili ed efficaci.

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2 Corrispondenza Simone Weil-Joe Bousquet

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Joë Bousquet "un clown vestito di stelle" - ScenariRISPOSTA DI JOE DELL’APRILE 1942

Joe risponde di non averle potuto scrivere prima perché una nuova piaga si era aperta nel suo corpo,  condannandolo a stare steso; ora che ha meno male si affretta a rispondere, e dice d’esser felice della loro amicizia.

Lo scritto di Simone lo ha fatto riflettere: la sua passione nel dire le cose nasconde il suo poco progredire nella vita dell’anima, crede che Simone possa aiutarlo ad evolvere. Lei ha “l’intuizione del bene e il senso del male” mentre lui non c’è mai riuscito. Sta dicendo che il pensiero solitamente nasconde la morte, mentre la fine ultima dovrebbe essere sempre presente nel modulare la propria esistenza, per far si che fatti ed esseri siano immagini della vita profonda. La coscienza deve divenire parte dei nostri giorni, e quando si vedono fatti ispirarsi ai nostri pensieri, e poi coincidere, é forte la tentazione di aderirvi con OGNI forza a quella felicità capace di trasformare il nostro essere. Bisognerebbe morire solo quando fossimo felici della vita che abbiamo vissuto. Si è se stessi solo nel cuore, si è felici per come si è ospiti di se stessi.

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1 Corrispondenza Simone Weil-Joe Bousquet

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Joe Bousquet: La Dolorosa Coscienza Di Un Viaggiatore Immobile | Time ...

Simone Weil e Joe Boousquet si conoscono grazie all'editore Ballard di Marsiglia per i quali entrambi collaboravano a un progetto sulla civiltà occitana. 

Nei giorni precedenti la Pasqua di quell'anno Simone vorrebbe assistere alle funzioni religiose presso un'abbazia, e sulla strada per raggiungerla fanno una sosta a Carcassonne, nella casa di Joe Bousquet, scrittore e poeta, grande invalido civile della prima guerra. Tra i due nasce un'amicizia, e una corrispondenza significativa.

A breve lei accompagnerà i genitori negli Stati Uniti, ma vorrà tornare a Londra dove si unirà a France Combattante, addetta a progetti per la ricostruzione del dopoguerra, ma con il desiderio di prendere parte attiva al progetto infermiere di prima linea.

13 aprile 1942 Nella prima lettera inviata a Joë Bousquet Simone Weil dichiara di conoscerlo da soli 15 giorni, ma pensa che incontrarlo sia stato per lei prezioso.

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Non sempre c'é un lieto fine

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Adesso che mi sono riposata qualche giorno ho voglia di raccontarvi com’è andata all'ultimo esame dell’anno accademico.

Ero stravolta! Finito il ripasso avevo un mal di testa che mi si portava via, persistente dal giorno prima, e persin male agli occhi. Ho dovuto andare a dormire per qualche ora.

L’ultimo esame era Istituzioni di Filosofia Antica. Materia spettacolare.

I Filosofi antichi sono invincibili.

Hanno un fascino irresistibile (almeno per me);  sollecitano pensieri, incalzano emozioni, accelerano il cuore laddove un senso è ritrovato nei sentimenti. I Filosofi antichi ti mostrano le ragioni premendo dolcemente i tasti giusti. Come dice il Professor Forcignanò 'scrivono nell'anima' ...

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Il respiro delle Signore

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Una ragazza con i piedi a penzoloni nell’acqua, in balia del mare e della sua vita.

E’ coraggiosa la cara Ornella con questo suo piccolo libro, un manuale della sua vita, dove racconta di sé sino ai giorni presenti. Le vite delle persone sono sempre così interessanti!

Una mia amica dice che riusciamo a scrivere solo quando abbiamo trovato la nostra voce: credo sia vero. Solo quando ci riconosciamo (e abbiamo capito di più di noi) riusciamo ad essere significanti per altri e io, in questo piccolo libro, ho trovato tanto significato.


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24 Settembre 1886, Moseley, Birmingham

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Il 24 settembre 1928 era un normale giorno di visita.

La clinica del Dott. Bach si trovava in uno stabile a tre piani nel centrale quartiere di Marylebone, al n. 82 di Harley Street, una via nota per il gran numero di specialisti in medicina e chirurgia che vi praticavano. Il logopedista Lionel Logue riceveva al n. 146; il Dottor Charles Wilson, medico privato di Winston Churchill, al n° 29; il famoso dermatologo James Galloway al n° 54. Altre personalità vi dimoravano e, ugualmente, illustri esponenti politici, della letteratura, architettura e pittura, avevano scelto quel luogo per stabilirsi in anni precedenti.

Divideva lo stabile con due colleghi chirurghi, il più noto dei quali era il Generale Gordon Watson. Il Generale aveva prestato servizio come medico nella guerra in Sud Africa contro i boeri, antichi coloni olandesi occupanti i ricchi territori della Repubblica del Transvaal e dello Stato Libero di Orange, in disaccordo con le mire espansionistiche dell’impero britannico. Quando il conflitto infuriò - dal 1899 al 1902 - si adoperò per la cura dei feriti inglesi, un servizio che gli aveva fruttato una medaglia al valore, esposta in bella vista nel suo ambulatorio; tornato in patria s’era poi interessato all’ortopedia, abbandonandola quasi subito per dedicarsi alla proctologia e alla chirurgia per il cancro del retto, motivo per cui era conosciuto ed apprezzato. 

Incrociarlo nell’andito gli ricordava un periodo della sua vita ...


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C'era una volta ...

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C’era una volta un ragazzo che aveva creato un sistema per mettere le persone del mondo in comunicazione tra loro.

Grazie a questo sistema era diventato ricchissimo, aspirando ad avere sempre più denaro. Ma non era sempre stato così. Più giovane, essendo un mago dei computer e sentendosi talvolta un po’ solo, l’aveva inventato per rimanere più tempo in comunicazione con gli amici, sentirli più vicini, e con loro scambiarsi le passioni: foto di gatti rari speciali, ricette di torte al cioccolato e ogni tipo di musica. Amavano trascorrere le giornate insieme guardando foto di gatti rari speciali, parlando delle migliori ricette di torte al cioccolato, e ascoltando ogni tipo di musica.

Era stato molto fiero del suo programma: da quando lo aveva inventato gli amici lo ringraziavano, erano felici di passare più tempo insieme, e potevano scambiarsi ogni cosa in ogni momento ...


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The making of 2: Mare, blocchi e fruttivendoli egiziani

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Oggi siamo andati al mare. Abbiamo rimesso per la prima volta i piedi in acqua e fatto una lunga passeggiata sul bagnasciuga: Anzio ha finalmente riaperto le spiagge.

E’ stato un po’ come lo sblocco del lock down la prima volta, appena meno traumatico.

Era una bella giornata con una leggera brezza fresca, il cielo pulito e i colori brillanti, ma la gente é stranamente cupa mentre prova a tornare alla normalità e il contrasto si nota maggiormente nei luoghi chiusi. Nessuno parla volentieri, non ci sono sorrisi perché il volto è coperto, non puoi più vedere il viso delle persone. Per me è scioccante. Il mondo è completamente cambiato.

La libertà è stata tolta e la maggioranza rispetta la nuova condizione come se fosse la normalità.


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The making of 2 - la fiction

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Scrivere è meraviglioso.

E’ una scoperta appagante sempre nuova. Una eccitazione dei sensi. Un respiro ampio che parte all’interno del plesso solare, e si apre come un fiore che sboccia a primavera.

L’intensità è pari alla gioia.

Ma lavorare da soli a una sceneggiatura è triste.

Non è così per il libro. Nella scrittura di un libro forse silenzio e solitudine son proprio necessari, ma nella sceneggiatura è l’insieme di persone affiatate that carries the job: c’è così tanto lavoro da fare che una squadra è indispensabile, se non vuoi finire in tempi biblici. Il che vi porta subito a quanto accade: ho ricominciato a scrivere.


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