Lettera di Joe del 2 maggio 42
Le parole di Simone lo hanno fatto riandare ad argomenti della guerra per lui rimasti in sospeso. In particolare, ricorda l’attacco del 1917 dove venne istruito dal suo superiore gesuita, il quale disse che ogni uomo che partecipa ad una grande battaglia appartiene esclusivamente alla sua missione, è preda della sua immaginazione, del suo dovere, e non dispone di sé: gli è vietato fermarsi presso i feriti. Parlare con un ferito o raccogliere le ultime parole di un moribondo lo restituisce a sé stesso, pietà e paura fanno nascere la coscienza, e un dolore totale; inoltre nel momento in cui teme solo la morte l’agonia non deve essergli mostrata. E’ il lato oscuro della guerra, l’orrore che lo aveva sconvolto. I soldati eseguivano gli ordini, e i caduti restavano sul campo a lungo in attesa dei barellieri. Crede che nulla vieti l’idea del corpo di infermiere spirituali di prima linea: ha visto casualmente organizzarsi soccorsi simili ed efficaci.
Racconta perciò l’episodio del 25 aprile 1918, tra il Mont Kemmel (Belgio) e Dunkerque (Francia). Soldati scendevano di giorno verso le linee di combattimento, e mentre il suo battaglione avanzava sui campi che si popolavano di artiglieria, vedeva automezzi carichi di feriti guidati da donne giovanissime, ed erano loro stesse a raccogliere i feriti sul campo di battaglia. La loro calma e la presenza femminile aveva dato slancio ai combattenti: la carità che confortava il soldato ferito fortificava il soldato incolume al quale veniva altrettanto promessa.
Alcuni avrebbero potuto invocare il pericolo morale di lasciar agire donne in mezzo a soldati in azione: ma Joe pensa che costoro non conoscono il campo di battaglia, dove gli uomini sono strettamente sotto osservazione. In più, di fronte al pericolo mortale, anche l’agire umano cambia, tutto diventa più angosciante, e anche il soldato più ladruncolo esita nel derubare un cadavere; le sue parole sono frutto di osservazioni. Resta a disposizione per ulteriori domande. Consiglia un cambio nell’idea di weil: le infermiere morali sul campo vanno sostituite di tanto in tanto, e suggerisce formazioni appartenenti a una divisione di un corpo d’armata, che seguirebbero negli spostamenti, oppure formazioni appartenenti all’esercito, che le assegnerebbe poi di volta in volta ai corpi d’armata.