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di Valeria Ballarati

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Caduta di un tabù

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Bambina di sei anni chiede ed ottiene di avere accanto il proprio cane mentre si cura (in ospedale)

Primo caso di applicazione del nuovo regolamento aziendale. Al San Donato “Jacky” è già diventato la mascotte di pediatria.

AREZZO - Sopportare una maschera che ti impone l’ossigeno, o una flebo a soli sei anni è davvero dura. Ma al San Donato oggi per la prima volta, a dare assistenza alla piccola Ambra P., di Montagnano, oltre alla mamma Francesca, c’è Jacky.

Jacky è un pastore australiano di appena un anno. Un cane amorevole, con gli occhi vispi, pelo lungo a chiazze nere, rosse e bianche. Sta nel letto con Ambra, ai suoi piedi, e appena lei si muove lui la guarda, le scodinzola, sembra che le sorrida e le dica “Dai coraggio, presto torniamo a casa”.

Jacky aveva accompagnato altre volte la bambina al San Donato, ma solo per soste ambulatoriali. Pochi minuti, a volte qualche ora.
Stavolta è stato diverso. La piccola ieri ha fatto capire chiaramente (come solo i bambini sanno fare) che Jacky le mancava già. Mamma Francesca e le infermiere hanno intuito cosa si sarebbe dovuto fare. Si sono rivolte al veterinario dottor Paolo Omizzolo, c’è stato un rapidissimo consulto fra la Direzione dell’Ospedale e la Direzione della Pediatria. Poi, per la prima volta è stato applicato il regolamento (uno dei pochi esistenti in Italia) che l’Azienda si è dato per dare il consenso a questa possibilità. Omizzolo ha visionato e visitato il cane per accertarne lo stato di salute e le caratteristiche, ed ha dato il consenso definitivo.

Jacky è arrivato in pediatria e per la piccola Ambra il ricovero ha assunto tutto un altro aspetto.

PERCHE’ IL PROPRIO ANIMALE IN CORSIA?

Gli aspetti positivi del rapporto con gli animali domestici sono dimostrati da anni di ricerche: la sola presenza di un animale può migliorare la qualità della vita e le condizioni di salute dell'uomo. Gli animali da compagnia svolgono un ruolo importante nella cura dei malati:
è dimostrato che un animale può calmare l'ansia, trasmettere calore affettivo, aiutare a superare lo stress e la depressione e soddisfare bisogni di affetto e di sicurezza dei soggetti ricoverati.

Abbiamo sotto questo aspetto una grandissima esperienza maturata negli anni attraverso un progetto di pet therapy presso il nostro Ospedale San Donato nei reparti di Oncologia, Radioterapia e Pediatria e presso l’Ospedale La Gruccia nel reparto di Pediatria.
La presenza di un animale da compagnia è inoltre particolarmente utile a favorire contatti interpersonali, offrendo spunti di conversazione, ilarità e gioco rappresentando un valido aiuto per il paziente.

Tutte ragioni che hanno portato l’Azienda a dotarsi di un regolamento per disciplinare le modalità di accesso di animali domestici nelle strutture ospedaliere ed in ogni Luogo di cura o di ricovero dell’USL 8, sia nell’ambito di progetti di pet therapy che su richiesta di singoli pazienti ricoverati che desiderano avere contatti con il proprio animale, come è avvenuto nel caso della piccola Ambra.
Per evidenti motivi ci sono aree in cui l’accesso non può avvenire (Rianimazione, Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza, UTIC e Terapie subintensive). Fonte

 

Commento:

inutile negare che mi sono commossa. Ogni tanto un segnale di civiltà che avanza fa proprio bene AL CUORE.

Non se se anche a voi verrà la voglia di scrivere per ringraziare ma ... se dovesse accadere, le mail sono queste: 

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Forza Ambra, faccio il tifo per te!

 

 

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Il Romanzo è alla 3° edizione. 


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

- See more at: http://www.paperstreet.it/cs/leggi/la-pazza-gioia-paolo-virzi.html#sthash.F3ffjhMI.dpuf

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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