La Giunta Regionale dell’Emilia sembra arrivata alla decisione finale sull’obbligo vaccinale (vaccinazioni obbligatorie, difterite, tetano, poliomielite, epatite B) per l’accesso dei bambini ai nidi.
Leggiamo dalla cronaca (il testo del provvedimento non è ancora disponibile) che “a suggerire la misura è stato il progressivo calo delle vaccinazioni obbligatorie nei primi due anni di vita, scese sotto la soglia del 95% in quasi tutte le Ausl dell’Emilia-Romagna ed in particolare nell’area di Rimini, dove si è arrivati ad un allarmante 87,5% di bimbi vaccinati”.
E quale effetto devastante avrebbe prodotto questo calo della copertura vaccinale: nulla! Così, invece di ammettere l’insostenibilità della cosiddetta teoria dell’immunità di gregge si preferisce rincorrere il paradigma vaccinale, affermando insensatamente che coloro che scelgono di non vaccinare i loro figli mettono in pericolo il resto della popolazione, mentre i dati ufficiali raccontano una storia diversa: la maggior parte dei casi si verifica nelle comunità completamente vaccinate.
Abbiamo già avuto modo di osservare che questa “azione di forza della giunta regionale” contrasta in modo evidente con la Legge Regionale DGR 256 del 13 marzo 2009, “Indicazioni alle Aziende sanitarie per promuovere la qualità delle vaccinazioni in Emilia-Romagna” e con il DPR 355/1999 (Regolamento recante modificazioni al DPR 1518/67 in materia di vaccinazioni obbligatorie, normativa nazionale). È altresì un provvedimento evidentemente incostituzionale perché contrasta con le libertà dell’individuo e la libertà di scelta terapeutica, è fondato su profonde inesattezze sanitarie (vaccinazioni efficaci e sicure, immunità di gregge e necessità di soglie minime di copertura vaccinale, tutte questioni controverse e mai dimostrate scientificamente con lavori indipendenti e senza alcun conflitto di interesse con le case farmaceutiche produttrici dei vaccini).
Il provvedimento contrasta anche con le leggi sui danni da vaccinazione (L. 210/1992 e L. 229/2005) nonché con tutta la disciplina della Farmacovigilanza – Vaccinovigilanza (DM 12.12.2003 – del Regolamento UE 1235/2010, la cui applicazione è operativa dal 2 luglio 2012, e della Direttiva 2010/84/UE – Decreto Ministero della Salute 30 aprile 2015) e sarà di fatto inapplicabile, stante l’altissimo numero di obiettori e danneggiati presenti in Emilia Romagna.
Contrasta infine con ogni normativa europea in materia di libero accesso alle comunità infantili e scolastiche, anche in rapporto con quanto avviene in altri paesi del continente. Va in direzione diametralmente opposta alla Convenzione di Oviedo (Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina – Convenzione di Oviedo – Consiglio d’Europa, 1996) a cui il nostro paese ha aderito pienamente.
Quindi, se la giunta regionale e i cosiddetti decisori politici hanno deciso di percorrere questa strada troveranno di fronte a loro la ferma opposizione di COMILVA che userà ogni forma possibile di opposizione civile e giudiziaria verso una deriva autoritaria inutile e lesiva delle libertà fondamentali.
di Associazione Comilva onlus