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di Valeria Ballarati

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Comprensione del testo

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Anche i bambini hanno talvolta bisogno di stimoli per compiere al meglio un dato lavoro.
All’ultima riunione di classe la nostra maestra Tiziana, – “Santa Tiziana da Villa Claudia” dopo la riforma Gelmini, e un giorno parleremo del perché - sottolineava l’importanza della comprensione di un testo.
Aveva notato che tutti i bambini erano in grado di capire ciò che veniva loro richiesto a voce; erano in grado di scrivere sotto dettatura; erano in grado di assolvere bene ai compiti richiesti ma il problema si poneva quando dovevano leggere da soli, a casa: non capivano “cosa c’era scritto sul diario”. Si poteva pensare che le giovani e inesperte calligrafie traessero in inganno, ma non era così, il meccanismo che inficiava il risultato era molto più semplice.

Per assicurarsi che i figli facessero tutti i compiti, i genitori leggevano ad alta voce quanto era stato assegnato, i bambini si ricordavano di cosa c’era da fare e i compiti venivano svolti. Quando però la maestra faceva in classe esercizi specifici di comprensione del testo, il testo non veniva compreso. Senza l’aiuto della lettura ad alta voce i bambini di fatto non erano più in grado di leggere e realizzare il compito, per la mancata comprensione del testo scritto.
Comprendere le scritte, capirle cioè sino in fondo, era l’obiettivo da raggiungere in questa fascia di età. Perché - ci spiegava – uno dei problemi maggiori diventando adulti era proprio la comprensione: se non si legge o si ascolta bene, se non si comprende bene ciò che l’altro dice, possono succedere dei malintesi. Magari due persone dicono la stessa cosa ma utilizzando terminologie diverse va a finire che dal nulla, solo per la poca comprensione di ciò che viene detto, o scritto, nasce un disaccordo, un distacco, l’incomunicabilità.
Ho trovato il discorso interessantissimo!
Abbiamo allora chiesto come potevamo fare noi genitori per stimolare i nostri bambini ad essere più autonomi da questo punto di vista e lei ci ha suggerito un simpatico metodo: redigere per loro dei piccoli elenchi di cose da fare, anziché dirgliele a voce, assicurandoci che facessero tutto ciò che era scritto.
Detto, fatto. Tornata a casa, ho realizzato il primo elenco delle cose da fare di quella sera.
L’unica difficoltà è stato ritornare a scrivere in corsivo elementare, di modo che Angelica trovasse la mia calligrafia comprensibile, e mentre lo facevo era così incuriosita! Spigandole a cosa servisse diceva di essere emozionata e non vedeva l’ora che terminassi!
L’elenco è qui sotto. Piccole cose.
Vi prego di notare che ha messo le spunte per ricordarsi il compito che aveva già svolto; e poiché i bambini partecipano sempre attivamente alle cose, alla fine del foglio ci ha messo anche del suo e ha voluto che noi due controllassimo insieme che tutto era stato fatto proprio per bene.