Un riflessione attuale tratta dal libro di Enrica Bortolazzi "Nel silenzio dell'eremo".
«La tecnologia riempie tutti gli interstizi, fin dalla più tenera età l’essere umano viene travolto da strumenti precisi e affidabili. La cultura passa attraverso l’acquisizione di conoscenze sempre più mirate. Non dobbiamo dimenticare, però, che il sapere serve solo se c’è qualcuno che apprende; finito l’uomo, finirà anche l’intelligenza artificiale.» «Abbiamo costruito un mondo zeppo di tecnologia, non ci curiamo del suo smaltimento, un’orda di obsolescenze programmate sta investendo la nostra civiltà, riempiendo i nostri oceani, soffocando le nostre foreste.»
Mi arrivano alla mente le frasi di un amico, il fisico Federico Faggin, inventore del microprocessore e del sistema Touch, che aveva risposto al mio dubbio sul nostro futuro informatico dicendomi: «Ricordati sempre che dentro a un computer c’è solo il buio, dentro l’uomo c’è la luce». Federico, dal mondo tecnologico ha virato allo studio scientifico della coscienza, e le sue sono parole di speranza verso un’umanità che dovrà recuperare il senso dell’essere uomo.
Il monaco accarezza le pagine di un vecchio libro con rispetto reverenziale, il sapere tramandato e trascritto nei secoli sembra trasudare dalle pagine consunte. «E allora» chiedo con voce esitante, «davanti a questo scenario, che cosa ci può raccontare un luogo inerpicato su una montagna da mille anni, quali mondi possiamo scoprire immersi in questo silenzio?»
(Nel silenzio dell'eremo, Enrica Bortolazzi - Mondadori, 2019)
Inerpicato sulle montagne, nel cuore delle foreste del casentino svetta l'Eremo di Camaldoli, e poco distante sorge La Mausolea sede dell'associazione La Grande Via. Enrica Bortolazzi ne é cofondatrice insieme al Dr. Berrino. Nel nuovo anno bisogna ripartire da questi luoghi pieni di energia, di vita e di scoperte, per assaporare appieno la nostra umanità. Dalla newsletter