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di Valeria Ballarati

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Diventare musica

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di Vito Mancuso, filosofo e teologo

La musica non riguarda solo i musicisti: riguarda tutti noi. Io che scrivo e voi che leggete non dobbiamo essere altro che musica. Siamo suoni, ma dobbiamo diventare musica. Il senso dell’essere qui, per lo meno da come l’ho compreso finora, è accordare i nostri suoni: dapprima ponendoli in una successione tale da produrre una melodia, cioè la nostra musica interiore, e poi cercando di armonizzare la melodia ottenuta con quella del mondo e degli altri viventi. Questa armonizzazione tra la nostra musica interiore e quella del mondo e degli altri viventi si chiama religio. La religio (uso il termine latino perché quello italiano corrispondente è ormai consumato) è una successione ordinata dei suoni prodotti da quello strumento del tutto peculiare che si chiama libertà. Se c’è religio, la libertà si accorda con la Musica originaria, e di conseguenza con la musica delle altre libertà, riuscendo così a diventare una nota della Grande Armonia.

Prima ancora che negli strumenti fatti di legno o di metallo, prima ancora che nelle mani dei musicisti, la musica abita le nostre anime. Io penso che la spiritualità si possa definire come la colonna sonora della vita. Ospitare una colonna sonora piuttosto che un’altra trasforma il nostro rapporto con la vita. Avere al proprio interno una musica che infonde allegria e pace è uno dei doni più grandi che possiamo ricevere dalla vita. Alla fine di tutto il nostro fare, infatti, si tratta forse solo di essere musica: di essere una vibrazione che introduce calore, allegria e pace nell’immenso concerto del mondo.

[#Laviadellabellezza, #VitoMancuso]

Oggi 21 giugno è la #FestadellaMusica2024. In foto, la chiave di Sol secondo i vari compositori