KABUL - La salma del sergente Michele Silvestri è arrivata a Roma su un C130 dell'aeronautica militare. Il feretro del 33enne militare di Monte di Procida è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino alle ore 11. A rendere gli onori militari sulla pista un picchetto del 21° Genio Gustatori di Caserta insieme con un picchetto interforze. Restano in condizioni gravi, ma non sono in pericolo di vita, due dei cinque feriti nell'attentato del 24 marzo in Afghanistan in cui è morto Silvestri. Il funerale solenne sarà celebrato nel pomeriggio a Roma, poi la bara tornerà nel paese di Silvestri, Monte di Procida, che intitolerà una piazza al militare.
La camera ardente, domani mattina, sarà allestita nella sala comunale di Monte di Procida «Ludovico Quandcel» e resterà aperta dalle 8 alle 10. In serata si terrà una veglia di preghiera.
I feriti. Il colonnello Vincenzo Lauro, portavoce del Contingente italiano in Afghanistan ha dichiarato a Tgcom24 che «La situazione resta grave per due dei feriti», Monica Graziana Contrafatto e del maresciallo Carmine Pedata. Per «la ragazza, - ha detto - la prognosi è riservata. Non sono in pericolo di vita, sono stabili e in terapia intensiva. Sono stati trasferiti per poi preparare il viaggio per la Germania», ha aggiunto. «Gli altri due sono seguiti dai sanitari dell'ospedale da campo americano. Provvederemo a farli rientrare a Herat tra oggi e domani. Il quinto sta bene e non ci dà preoccupazioni. I ragazzi sono provati ma vanno avanti con il loro lavoro. E' un gruppo forte e ha dimostrato di poter superare questo momento».
L'attacco. I 4200 italiani sono nell'ovest dell'Afghanistan, e vigilano su un'area grande quanto il nord Italia, e ad alto rischio. «Il pericolo è costante - ha detto Lauro - e dobbiamo essere pronti a tutte le esigenze. Siamo in un momento di transizione e per quanto riguarda la regione ovest gli obiettivi vengono portati avanti nei giusti tempi». L'attacco a colpi di mortaio in cui sono rimasti coinvolti i militari italiani è avvenuto attorno alle 18 (in Italia le 14.30) di sabato scorso, contro la base operativa avanzata «Ice» in Gulistan, nel settore sud-est dell'area di responsabilità italiana.
Commento:
tutto in sordina questa volta: prima una foto di Michele e suo figlio, poi una foto di lui in divisa militare ma ancora nessuna foto dell'arrivo a Ciampino sui maggiori quotidiani nazionali. Siamo a +50. Le morti dei nostri militari in "missione di pace" cominciano a pesare e il cordoglio questa volta é affidato al Presidente della Repubblica: troppo ravvicinato, troppo ripetitivo un nuovo telegramma del Ministro della Difesa sul sito istituzionale e sulla stampa.
Nonostante l'alta carica e le doverose - e sicuramente sentite - parole dolorose di circostanza, la sostanza non é cambiata: nessuno al Governo si impegna perché la missione termini, per far si che si torni a casa, e quindi tutto suona per me un po' retorico. Il dramma vero é quello del bambino, della sua mamma, della sua famiglia e io non riesco a pensare a loro senza che la vista mi si appanni e mi venga il groppo alla gola. Ho anch'io una bambina di otto anni ed E' IMPOSSIBILE spiegare ai bambini, Presidente Napolitano, "il cordoglio degli italiani", e che "l'Italia sta pagando un prezzo altissimo ma la missione é decisiva per la tutela della libertà e della pace" , Presidente Schifani.
Lo ripeto ogni volta che succede e farò così anche oggi: torniamo a casa, per favore. Siamo in tanti, tanti italiani che la pensano così e voi che governate avete il dovere di ascoltarci, é solo per questa ragione che siete li dove state.
Ciao Michele.
Aggiornamento delle ore 12,30: qualche fotografia comincia ad apparire.