(AGI) - Bologna, 4 giu. - I detenuti nelle carceri dell'Emilia-Romagna tra i protagonisti dell'opera di ricostruzione delle zone terremotate attraverso il loro impiego in lavori socialmente utili: questa l'idea del ministro della Giustizia, Paola Severino, durante la visita al carcere della Dozza di Bologna.
"Vorrei lanciare un'idea - ha detto il ministro - quella di rendere utile la popolazione carceraria, quella non pericolosa, per i lavori di ripresa del territorio".
Riferendosi ai danni causati in Emilia dalle ripetute scosse sismiche, Severino ha spiegato: "Momenti come questi potrebbero vedere anche parte della popolazione dei detenuti tra i protagonisti di un'esemplare ripresa".
Rendere i detenuti tra i protagonisti della ricostruzione nelle zone terremotate a, secondo il ministro della Giustizia, Paola Severino, una doppia utilita'. In primo luogo il lavoro carcerario e' un modo per "spingere il detenuto a socializzare". Secondo questo intervento "insegna alla cittadinanza - ha spiegato il ministro durante la sua visita al carcere di Bologna - a considerare il detenuto un soggetto che puo' essere utile per la società'".
Citando l'esempio della casa circondariale di Bologna che vede tra la popolazione carceraria solo 101 detenuti in alta sicurezza, mentre 246 sono i tossicodipendenti e il 57% sono extracomunitari, il ministro ha spiegato che i protagonisti di questa iniziativa potrebbero essere individuati proprio tra queste ultime due fasce. Tra i tossicodipendenti e gli extracomunitari "in tanti casi - ha detto Severino - c'e' una grande voglia di ricominciare. Lavorerei su queste due fasce".
L'idea lanciata dal guardasigilli riguarda parte della popolazione carceraria, cioe' i detenuti non pericolosi, di tutte le strutture emiliano-romagnole. Fonte
Commento:
bella idea. Il terremoto é l'emergenza visibile; ci sono tante emergenze "invisibili" nel Paese.
Una volta terminata la ricostruzione sarebbe bene ampliare il raggio d'azione, lasciando ai detenuti la scelta dell'ambito dove impegnarsi.