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di Valeria Ballarati

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La villa di Oplontis

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La Villa di Oplontis é una Domus molto grande, di circa 3000 mq, nascosta tra le case del centro storico di Torre Annunziata, con porticati, pavimenti a mosaico, affreschi e decorazioni ben conservate a causa dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che, ricoprendola di materiale vulcanico, l'ha preservata tra strati di cenere e lapilli sino all'inizio dei restauri, cominciati più volte in epoche diverse.

Domenica mattina, dopo l'incontro con i BFRP del sabato, la mia collega Mariella ha avuto la bellissima idea di visitarla e con sua figlia Sabrina e la sua amica Felicia ci siamo andate. Felicia é una guida turistica autorizzata dalla regione Campania, é stata bravissima e accompagnandoci lungo il percorso che si snoda all'interno della struttura, ci ha parlato delle abitudini degli antichi abitanti e delle caratteristiche di quella che viene anche definita "La villa di Poppea" - seconda moglie dell'Impratore Nerone - a seguito del ritrovamento di alcune iscrizioni.

Ci racconta di come gli scavi incomincino per caso, per deviare il fiume Sarno, ma vengano presto interrotti per la presenza di gas mefitici pericolosi, peraltro ancora presenti nelle cantine inaccessibili al pubblico. Ripresi sotto la dinastia dei Borbone nel 1700 vengono nuovamente interrotti e ripresi e abbandonati ancora nel 1800 prima di arrivare alle opere che permisero di portare alla luce ciò che ammiriamo oggi: gli scavi del 1964/1984. La villa é purtroppo parzialmente visibile: nella parte destra non é stato possibile demolire un edificio storico di epoca borbonica, uno spolettificio, dove si costruivano bossoli per le munizioni. Chissà cosa si potrebbe trovare ancora là sotto.



La concezione di questa villa residenziale é classica ed elegante, costruita in più fasi a partire dal I secolo a.C., e probabilmente in fase di ristrutturazione a seguito di un terremoto, quando avvenne l'eruzione del vesuvio che la celò per tanto tempo nel sottosuolo.

Le terme hanno un sistema di riscaldamento ad aria calda proveniente da un fuoco alimentato all'esterno, incanalato dagli schiavi sotto al pavimento sollevato da terra tramite colonnine portanti. Gli antichi romani erano cultori delle terme e del corpo: il Calidarium, il Tepidarium e il Frigidarium erano luoghi di benessere e di socializzazione, dove si passava il tempo chiacchierando tra massaggi ed oli profumati; venivano suddivisi a comparti per uomini e donne.

Gli affreschi del secondo, terzo e quarto stile hanno colori naturali vivi e una tecnica pittorica raffinatissima: raffigurano paesaggi prospettici, vasi di vetro con frutta (melograni, fichi) le gesta di Ercole, evidenziando simboli come il pavone, le maschere teatrali, ghilande di fiori e candelabri. Si possono ammirare anche i dolci, come la famosa "cassatina".  Una particolare attenzione era dedicata agli spazi verdi e ai giardini interni, presenti in prospettiva di modo che non mancassero mai alla vista, con piante di aloe e piccoli cespugli o rampicanti, dipinti ovunque sui muretti bassi e laterali confinanti con le stanze per gli ospiti.

Il pranzo principale era verso sera, alle cinque nel Triclinio, e immaginavamo questi candidi divani appoggiati lungo le pareti, e tavoli al centro della stanza dove il cibo veniva servito su grandi vassoi. Il cesto di fichi qui raffigurato é il simbolo di Oplontis, conosciuto in tutto il mondo.

Di grande effetto é l'atrio posto appena dopo l'ingresso principale, dove ritroviamo il classico impluvium e compluvium (in alto) per la raccolta dell'acqua piovana, convogliata in una cisterna sotterranea ed utilizzata in casa, apertura che serviva anche all'illuminazione della casa. Enorme é la piscina che ritroviamo nella parte sinistra della villa, lunga 61 metri e contornata da statue, oggi in parte visibili al Museo di Napoli; particolarmente singolare é Larario, l'altare dove i due Lari proteggevano casa e famiglia.

La vista sul mare dev'essere stata incantevole: tutta la costa era preferita dai romani e tra Ercolano e Pompei c'erano le più belle località di villeggiatura, e le più belle ville aristocratiche, come la Villa dei Papiri di Ercolano.

Se siete dalle parti di Pompei non perdetevi questa visita e se volete una guida esperta chiamate Felicia: questa é la sua pagina facebook.

Grazie Felicia per il bel tempo passato con noi!

v.b.


 

Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoons 15 Pimpi


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Se hai paura,

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