Forte del fatto che la parità di genere rientra negli obiettivi dell’Agenda dell’Onu per lo sviluppo sostenibile, la Sapienza di Roma organizza per la “Giornata internazionale della donna 2022” un grande evento relativo all'uguaglianza di genere e all'emancipazione femminile, in collaborazione con artisti, intellettuali e – potevano mancare? – big del giornalismo e della carta stampata.
Così, dall’8 al 12 marzo i fortunati in grado di partecipare assisteranno a incontri, dibattiti, workshop e sondaggi, sia in presenza che da remoto, dedicati ad approfondire il tema della discriminazione (e, si spera, dell’inclusione) delle donne nell’ambiente del lavoro e più in generale nella società.
Ho detto i fortunati in grado di partecipare perché la partecipazione agli eventi, gratuita, è subordinata alla prenotazione obbligatoria che però é a sua volta riservata ai possessori di certificato COVID-19. (...)
Ma c’è di più, perché Sapienza rilascerà crediti formativi agli studenti che parteciperanno in presenza, ma non (ripeto: NON) a quelli che seguiranno l’evento da remoto perché privi – per le ragioni più diverse – del certificato Covid 19, e come da disposizioni dell'Ateneo non ammessi all'ingresso.
Siamo di fronte a un evento contro la discriminazione, organizzato dal più grande ateneo d’Europa, che discrimina una parte dei suoi studenti in due modi diversi. Come recita un antico proverbio orientale: “è come cercare il bue, cavalcando il bue”.
C’è da essere sicuri che gli eventi in programma saranno molto interessanti e risulteranno graditi agli studenti "inclusi". Ma tenendo conto degli "esclusi" resta il dubbio che i relatori, persone di vasta cultura, vogliano più parlare che ascoltare il pensiero e le ragioni altrui e abbiano, in fondo, poca comprensione delle cose della vita.
Servirebbe proprio un'uscita da sé alla Hegel per incontrare l'altro*, così che l'alterità non sia più vista come un limite o qualcosa di esterno rispetto a sé (perché é l'altrui posizione o l'altrui essere), ma diventa un nuovo modo di essere proprio, e propria posizione, poiché arricchita della positiva esperienza dell'uscita da sé per conoscere, e del successivo rientro in sé con più conoscenza di prima.
In ogni caso, buona festa della donna con il ricordo delle parole di Toni Morrison, la prima afroamericana a vincere il Premio Nobel per la letteratura:
"È un’amica della mia mente. Mi rimette insieme, amico mio. Tutti i miei pezzi, me li rimette insieme e me li dà nell'ordine giusto. È bello, sai, quando hai una donna che è amica della tua mente."
V.
https://www.uniroma1.it/it/notizia/la-sapienza-delle-donne
* se l'altro ci risulta opaco, ostile, addirittura pericoloso é perché non lo abbiamo conosciuto da dentro: l'altro si conquista solo da dentro, conoscendolo dall'interno.