Allattamento al seno/2 Prendiamoci la libertà di scegliere
di Simona Ravizza
Prendiamoci la libertà di scegliere. Anche quella di non allattare il proprio bimbo al seno. Dopo avere invitato a non vergognarsi ad attaccare al seno il bebè anche nei luoghi pubblici, ritorno subito sull’argomento per due motivi:
1) le principali associazioni italiane di tutela e promozione dell’allattamento al seno stanno mettendo pesantemente sotto accusa uno spot tv della Chicco sui biberon. Sono l’Associazione italiana consulenti professionali in allattamento materno; Babyconsumers; Ibfan Italia; Il Melograno; La Leche League Italia e il Movimento allattamento materno italiano. Tutte unite contro quella che viene definita “la pubblicità più aggressiva sull’alimentazione artificiale trasmessa in tv negli ultimi anni”. Nel mirino il messaggio – giudicato fuoriviante – che le mamme sanno che quando allattare non è possibile possono contare su un biberon che riproduce al 100% il loro seno;
2) sono convinta che per scegliere bisogna conoscere l’importanza del latte materno per la crescita psicofisica del bambino.
Ma c’è una domanda che mi frulla in testa:
E’ meglio un biberon dato con amore o una tetta messa a disposizione controvoglia?
E’ necessario, comunque sia, avere ben presente almeno cinque cose su tutte, come dice Antonio Clavenna del Laboratorio per la salute materno infantile del Dipartimento di Salute Pubblica del Mario Negri:
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento esclusivo al seno almeno per i primi 6 mesi di vita del neonato. Il latte materno è l’alimento ideale per la corretta crescita e la salute del bambino;
Allattare al seno produce benefici per il bambino e per la mamma, come dimostrato da numerosi studi. Oltre a favorire la relazione mamma-bambino, l’allattamento riduce il rischio di infezioni, di Sids (la cosiddetta morte in culla), di asma e di malattie allergiche e di obesità (benefici per il bambino), nonché il rischio di tumore al seno e all’ovaio (benefici per la mamma). Secondo alcuni studi, inoltre, l’allattamento al seno può anche migliorare lo sviluppo cognitivo del bambino;
Ci sono poche reali controindicazioni all’allattamento al seno. Molti dei farmaci oggi disponibili possono essere assunti in allattamento (se necessario e dietro consiglio del medico) senza comportare rischi per la salute del lattante. In caso di dubbi ci sono servizi di informazione che possono fornire informazioni alle mamme e ai medici su quali medicinali possono essere assunti mentre si allatta (il numero verde del Mario negri attivo h24 è 800.88.33.00);
Nei primi giorni, soprattutto con il primo figlio, allattare può sembrare difficile e faticoso. L’ostetrica/puericultrice può fornire aiuto e consigli utili per superare le difficoltà;
In alcuni casi la mamma può non essere in grado di allattare, perché la produzione di latte non è sufficiente, per particolari problemi di salute oppure - AGGIUNGO IO – può non averne il desiderio. In questi casi non bisogna sentirsi “colpevoli”. Quando l’allattamento naturale non è possibile, il latte artificiale può sostituire il latte materno. Non ci sono latti artificiali migliori di altri e la qualità del latte artificiale non si misura dal costo.
MEGLIO ALLATTARE, INSOMMA. Io l’ho fatto, per dire, con convinzione fino a quando Clotilde ha compiuto un anno (pur essendo tornata al lavoro a tre mesi dalla sua nascita). Sono d’accordo, poi, con Carla Scarsi della Leche League sulla necessità di sfatare alcuni tabù. Li riporto con le sue parole:
Si possono allattare anche i gemelli. Le ricerche scientifiche dicono che virtualmente ogni madre può allattare anche se ha due o tre figli. Cosa che ogni padrone di cagnoline e gattine sa, ovvero che il latte c’è a prescindere dal numero di figli che una mamma partorisce. Per quale motivo le umane dovrebbero essere diverse? Infatti non lo sono. Le mamme di gemelli hanno semplicemente bisogno di due braccia in più : sia che allattino sia che decidano di dare la formula artificiale: per cambiare i bambini, per far loro il bagnetto, per portarli in giro. L’allattamento è l’ultimo dei loro problemi; con il supporto giusto e il sostegno competente, allattarne due è al contrario una forma di comodità impagabile. Spesso poi i gemelli sono neonati di basso peso, e l’importanza per questi bambini del latte materno e del contatto pelle a pelle che si crea maggiormente quando si allatta è indiscutibile sia per le loro difese immunitarie sia per lo sviluppo neuronale;
Le ragadi si possono combattere senza rinunciare ad allattare. Le ragadi possono presentarsi immediatamente dopo il parto ed essere conseguenza dello sfregamento della lingua del bambino sulla pelle delicata del seno, ma passare naturalmente dopo pochi giorni, quando la pelle si rinforza. E’ sufficiente spalmare un poco di latte alla fine della poppata sul capezzolo per guarire in pochi giorni. Se invece le ragadi durano più giorni e non accennano a rimarginarsi, potrebbe esserci un problema di candida, di mal posizionamento della lingua, di frenulo corto. Consultare una esperta è sempre utile.
Quando il seno non perde più latte non vuol dire che non ne sta producendo abbastanza. La fuoriuscita di latte non ha alcuna relazione con la quantità di latte che la mamma produce. Una volta che la produzione è ben stabilizzata, la perdita di latte normalmente diminuisce o cessa. Alcune mamme sperimentano perdite di latte per periodi più lunghi di altre.
E c’è anche da considerare che sugli spot le norme in vigore parlano chiaro. Lo ricorda Paola Negri dell’Ibfan Italia: il Codice internazionale proibisce le pubblicità di latti, biberon e tettarelle per i bambini sotto i sei mesi. La legge italiana, che prende atto della direttiva europea del 2006, lo ha recepito solo per quanto riguarda i latti di tipo 1. Formalmente, quindi, la pubblicità di biberon e ciucci in Italia non è reato.
In ogni caso la Chicco, neanche a dirlo, si giustifica: “Per quanto riguarda lo spot ci preme evidenziare che raccomandiamo l’allattamento esclusivo al seno per almeno i primi sei mesi di vita del bambino. Tanto è vero che questa è addirittura la prima frase recitata nello spot: “L’allattamento al seno è sempre consigliato”. Sappiamo, poi, che uno dei motivi per i quali è talvolta necessario integrare l’allattamento al seno - sempre e comunque preferibile - con l’allattamento con il biberon è proprio l’arrivo di due gemelli, come anche molte mamme sanno. La scelta di mostrare due gemelli è stata unicamente dettata dal desiderio di essere presente nei momenti in cui può essere necessario integrare l’allattamento al seno con quello con il biberon. Desideriamo, comunque, ribadire ancora una volta, a scanso di equivoci, che il prodotto illustrato nello spot può essere utile quando è necessario integrare, mai sostituire, l’allattamento al seno con quello con il biberon”.
Epperò. Non è che dopo la lettura di questo post le donne che non hanno voglia di allattare – perché magari devono tornare al lavoro quando il bebè ha tre mesi (e a tirarsi il latte proprio non ci pensano) oppure perché semplicemente non amano farlo – si sentono in colpa? Perché dopo tutte le argomentazioni riportate, a mio avviso, non dobbiamo mai dimenticarci un aspetto: si deve essere libere anche di non attaccare il bimbo al proprio seno. Ribadisco: è meglio un biberon dato con amore o una tetta messa a disposizione controvoglia?
Blog La 27 ora - Corriere della Sera
Commento: La scelta del tuo bambino
Simona Ravizza, io trovo il suo articolo mal posto.
Argomentazioni fantastiche, ben spiegate, ben articolate ma messe in maniera così singolare, quasi ad affermare e smentire tutt’insieme. Ma che cosa voleva dirci?
Che una donna é libera se decide di non allattare?
Guardi un po’, io la vedo proprio al contrario … una donna é libera se allatta, per come é strutturata questa società …
E poi, chi l’ha detto che la scelta riguarda solo la madre? E la scelta del figlio dove la mette?
Unico elemento mancante non viene mai considerato nel ragionamento, eppure é a partire da lui che si innesta la discussione … ma che cosa desidera un figlio?
Una madre supportata adeguatamente non si sognerebbe nemmeno di non allattare. Perché dovrebbe? E’ facile, non costa niente, è a portata di mano in ogni momento, risolve le crisi di pianto improvvise, é una roba bellissima. Certo, bisogna capirne il meccanismo … cosa che i professionisti del settore ancora stentano a comprendere!
La categoria che allatta di meno sono appunto le ostetriche, i medici donna …
Una madre non é in grado di allattare solo se si sente inadeguata e questo é un sentimento esterno, che non viene da lei ma dal di fuori, da tutti questi esperti (quelli dell’ospedale, quelli che ti hanno seguito nella gravidanza e quelli del bibe pure) che ti fanno sentire incapace di provvedere alla creatura che hai appena messo al mondo, cosa del tutto assurda.
Ogni madre é in grado di mantenere in vita suo figlio.
Le paure sono degli altri, non della madre.
La madre é soltanto – e giustamente – un po’ provata da tutto quello che gli é girato intorno e avrebbe soltanto bisogno di sostegno, non di esperti, che peraltro mirano a venderti delle cose e non risolverti i problemi.
Questa società di esperti ha stravolto il senso dell’allattamento (che viene considerato un optional, o si o no, é uguale) e al di là che sia il meglio che gli puoi dare, ci siamo totalmente dimenticati che in natura sarebbe l’unico alimento disponibile per il neonato nei suoi primi mesi di vita. In natura, in presenza di patologie, bisognerebbe attaccarlo ad una capra, o trovare una balia …
Il meglio che gli puoi dare, il meglio che lui vuole da te é il tuo latte. Altre storie non ce ne sono.
Le altre storie sono storie di interesse economico o di indotto egoismo.
Perché la tetta messa a disposizione controvoglia, o il bibe di latte artificiale, in ultima analisi, non farà male a nessun’altro salvo che alla madre e al bambino.
Allora, ribadisco io, a questo punto, che cosa é davvero meglio?
Ps l'avevo notata la pubblicità, e mi aveva dato fastidio.