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di Valeria Ballarati

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Se questi sono gli uomini

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È «una tragedia nazionale», scrive Riccardo Iacona. Non una sequenza di casi di cronaca isolati. Non è soltanto la vicenda di Vanessa Scialfa, strangolata con il cavo del lettore dvd in un appartamento di Enna; e neanche quella di Antonia Bianco, trafitta da uno spillone puntato al cuore in una strada di San Giuliano Milanese.

È una storia che ci riguarda tutti, perché parla degli italiani, del malinteso senso dell’onore, dell’incapacità di gestire e riconoscere la violenza, della desolazione del Sud e delle periferie, del maschilismo e dei silenzi che ancora regolano i rapporti tra le donne e gli uomini: Se questi sono gli uomini . L’ultimo lavoro del giornalista Rai (in televisione con Presadiretta), Riccardo Iacona, in libreria dall’11 ottobre per Chiarelettere (272 pagine, 14 euro) è un viaggio attraverso la penisola per “accendere la luce”, portare all’attenzione di tutto il Paese abusi e maltrattamenti che quotidianamente si nascondono nel buio delle case italiane. Solo a metà del 2012 – sottolinea il libro -, sono più di 80 le donne uccise in Italia dai loro compagni. 137 nel 2011. Una ogni tre giorni.

È importante che sia un uomo ad affrontare le ragioni di questa strage, incontrando pure altri uomini che pronunciano frasi assurde, se non fossero drammatiche: «È come se io fossi il fuoco e la mia compagna ci buttasse la benzina sopra – racconta un quarantenne denunciato dalla moglie e ora in cura in un centro antiviolenza – : tu bruci, bruci. E dall’altra parte non arriva nessun aiuto, perché se lei mi voleva veramente bene non doveva alimentare questa cosa… » .

È interessante che l’autore entri nel dramma: «Mi ci metto anch’io – scrive Iacona – dobbiamo fare un semplice esercizio: quanti di noi si riconoscono in questi racconti, anche solo in parte?
Proviamoci veramente, con sincerità però e senza autoassoluzioni». Fondamentale, soprattutto, che il giornalista non si fermi ai dati, ma s’interroghi su quello che raccontano di noi: «Questa è una storia che ci riguarda da vicino, perché ci dice come siamo nel profondo».

Alla 27ora Riccardo Iacona anticipa il prologo del suo libro:
Se questi sono gli uomini è la cronaca di un viaggio, durato qualche mese, cominciato a Enna e finito a Milano. È una storia collettiva raccontata con il materiale vivo delle parole, delle testimonianze, un materiale impastato del dolore, della rabbia, dello sbigottimento dei sopravvissuti. È l’incredibile racconto di una tragedia nazionale, che si sta svolgendo in tutto il nostro territorio, da Sud a Nord, dai piccoli paesi alle grandi città, e investe tutti gli ambienti sociali, dal più povero al più ricco, nessuno escluso. È la storia delle tante donne uccise dai loro partner in Italia. 137 solo l’anno scorso, una ogni tre giorni. Già più di 80 quest’anno, nel 2012, a fine estate, mentre questo libro sta andando in stampa. Una strage di donne che non si ferma, che non conosce crisi, che macina lutti e sparge dolore come una vera e propria macchina da guerra. Perché di guerra si tratta, di uomini che si armano per uccidere le loro donne, quelle con cui stanno e quelle con cui sono stati. Gli assassini infatti sono quasi sempre loro, mariti, ex mariti, partner, ex partner. Una guerra che prima di finire sui giornali nasce nelle case, all’interno delle famiglie, nel luogo che dovrebbe essere il più sicuro e protetto. E invece diventa improvvisamente il più pericoloso, una prigione, l’anticamera della morte. È una guerra che ha un obiettivo immediato: annientare, ridurre al silenzio la donna che ha osato alzare la testa, che ha detto no, che ha scelto di lasciare il compagno o che si è rivolta a un giudice; e un obiettivo strategico, più a lungo termine: impedire alle donne in Italia di essere libere di scegliere, di vivere, di amare. È quindi una storia che ci riguarda da vicino, perché ci dice come siamo nel profondo, tutti, nessuno escluso. È una storia dell’Italia.

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