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di Valeria Ballarati

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Sta male per la chemio e non apre all'ispettore Inps

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Si chiama "Protocollo Chiara" il documento che dispone - nelle province di Trento e Bolzano - grazie alla battaglia di Chiara Dossi ammalata di linfoma di Hodgkin, la limitazione degli accertamenti fiscali nei confronti di pazienti affetti da gravi patologie che abbiano in corso terapie salvavita documentate. L'augurio è che venga esteso alle altre regioni d'Italia.

Il caso è nato quando Chiara Dossi, sociologa di 38 anni originaria di Arco in provincia di Trento, a casa per sottoporsi a cicli di chemioterapia, non ha aperto la porta - perché troppo debole e priva di forze - al medico dell'Inps che pochi minuti prima delle 19, ha suonato al suo campanello per la cosiddetta visita fiscale.

Dopo essere stata convocata dall'Inps a presentarsi il giorno dopo a Trento Chiara ha iniziato la sua protesta, e ha manifestato con energia prima sul suo profilo Facebook poi direttamente ai medici dell'Inps. E così ha portato avanti quello che pensa fosse un suo diritto e ha vinto.

L'ammissione da parte dell'Inps dell'errore e il suo caso è già arrivato a Roma, dove presto sarà discusso in Parlamento, un decreto legge dovrebbe modificare per sempre le cose. E così i malati gravi documentati e i malati oncologici gravi potranno essere esentati in tutta Italia -  se non possono lavorare - dalle visite fiscali domiciliari e non solo in Trentino.

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