Il mondo dell'Editoria é quanto mai vario.
L'ho imparato negli ultimi mesi, alla ricerca di una Casa Editrice che facesse al caso del romanzo.
Il vasto panorama offre Scout interessanti e simpatici, Agenti più o meno noti a pagamento e non, Case Editrici grandi che nun te filano de pezza e piccole che ti propongono contratti da scaffale di casa, ma in mezzo, e cercando bene, ci sono anche 'gli Editori buoni' ossia quelli che fanno al caso tuo ...
Per il nome noto o vip - manco a dirlo - nessuna fatica: anche un block notes on the road viene pubblicato come se l'autore fosse un novello Tomasi di Lampedusa, il che da abbastanza la dimensione del business più che della voglia di mettere in circolo 'cose belle da leggere' ma pazienza; queste sono le carte e questi i giocatori. Per gli esordienti invece parte la ricerca, spasmodica, e unicamente se hai per davvero qualcosa di interessante, perché se il block notes on the road l'hai scritto te ... bé, puoi sempre pubblicarne 1 copia per la famiglia in self-publishing, metterlo nella libreria di casa e guardarlo compiaciuto dalla poltrona. E perché no.
Tornando seri: mi sembra d'aver capito che molto dipenda dall'argomento del libro, dallo stile con cui é narrato, dalla voce del suo autore e di quanto sia egli motivato alla pubblicazione, oltre che dalla celerità di chi lo riceve e lo legge. Si sondano le capacità del mercato di recepirlo, anche nell'eventualità limite di crearne uno Brand New - tutto nuovo - proprio per lui, un'occasione più unica che rara. In aggiunta serve un pizzico di fortuna. All'inizio non capivo nulla delle valutazioni che una Casa Editrice (piccola o grande) metteva in atto: non che adesso abbia capito, ma col proseguire delle ricerche mi é sembrato di averne colte almeno un paio, e ognuno ha i suoi validi motivi. Si tratta come al solito di investirci denaro, tempo, energie; se investi male é rischioso ed ecco il perché della cautela.
La comunità di chi influenza le letture diventa invece sempre più grande, in rete e non.
Ho imparato che esistono 'Comitati di lettura' assoldati dalle Case Editrici per ovviare alla fatica di leggere ogni manoscritto in arrivo (oramai moltissimi); la scelta viene compiuta tramite 'Schede di valutazione' compilate ad opera dei singoli componenti. Se da una parte é gratificante sapere che il tuo libro é già uscito su piazza trovando il riscontro favorevole dei lettori - se la Casa Editrice ti chiama vuol dire che é stato promosso dai lettori! - dall'altra mi sono chiesta se così non si perde il lavoro dell'Editore, la sua Mission che includeva all'origine il fiuto, o intuito, o come lo vogliamo chiamare.
Forse é un bene. Cioé, sono i lettori a decidere cosa va o non va in stampa? Che poi i lettori dovrebbero essere i redattori delle riviste letterarie, o i blogger.
Ma di quante persone si comporrà un Comitato? Chi lo sceglie? E sulla base di cosa?
Non sarebbe interessante reperire qualcuna di queste schede di valutazione manoscritti, e info sulle persone, tanto per soddisfare la curiosità? In effetti notavo sotto alle pagine e ai profili di questi blogger letterari - che si conoscono più o meno tutti - i riferimenti alle collaborazioni con una o l'altra casa editrice, e mi domandavo cosa mai facessero per loro: e cosa dovevano fare? Leggere!
Immagino che per loro possa essere una specie di pacchia: se sei un lettore seriale, se leggi da sempre, se ti piace proprio la qualsiasi, oppure hai un tuo genere preferito, ecco che ti sommergono di manoscritti nuovi di zecca da valutare, ti mandano libri intonsi che puoi annusare - quel meraviglioso odore di appena stampato - ti invitano ai premi, agli appuntamenti di lettura ... e tu non solo smetti di dissanguarti dal libraio ma partecipi a eventi che prima te li sognavi, puoi conoscere e intervistare gli autori, gli editori, i distributori, e ti senti come Egò al Ristorante di Gusteau.
Vorrei tanto stare da questa parte qua. E invece eccomi, dall'altra ...
Spero che - chiunque voi siate - leggendo il mio romanzo vi caschi la penna, come al temibile Anton Egò.
E se poi vi piace la Ratatouille siamo a posto.
A presto,
V.
Il mondo é spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni: al nuovo servono sostenitori.
Anton Egò, Ratatouille