Mali: guadagnarsi da vivere raccogliendo rottami di ferro
TRADOTTO DA NORMA LELLI
"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma", anche per quanti non hanno frequentato la scuola, questa teoria di Lavoisier viene pienamente dimostrata dalla pratica di raccogliere rottami di ferro per utilizzarli successivamente nella produzione di altri oggetti. Qui gli abitanti dei villaggi si sono sempre chiesti quale fosse l'utilità di acquistare vecchi pezzi di ferro arrugginiti e si è sempre spiegato loro che i rottami sarebbero stati trasportati in altri Paesi per farne nuovi oggetti, come per esempio le moto, e più precisamente le Jakarta. Non ho appurato la veridicità di tale informazione, se vengano veramente usati o meno per fare i telai delle Jakarta, e mi piacerebbe molto averne conferma da qualcuno più informato in proposito.
"Vecchi telai di automobili, i tubi di scappamento, i serbatoi e le vecchie ruote dei motorini. Qui compriamo di tutto, purché sia di ferro. Si paga al chilo dai 50 ai 75 franchi CFA. Appena raggiungiamo un quantitativo pari al carico di un rimorchio, lo vendiamo ai grandi rivenditori, che lo trasportano in altri Paesi. Questi vecchi rottami verranno utilizzati per costruire le Jakarta”, insiste Abdoulaye. L'attività non riguarda solamente i piccoli rottami e i telai delle biciclette e delle moto, ma anche le carcasse non recuperabili delle auto, che vengono vendute dagli stessi proprietari. Ecco perché non si vedono più ai lati delle strade extraurbane i resti di vecchie auto incidentate. Ogni cosa viene raccolta e venduta.
In Mali questa compravendita è diventata l'attività principale di parecchie persone, le quali trascorrono le giornate a raccogliere rottami nelle città e nei villaggi. E' il caso di questo ragazzino di Bamako: appena finita la scuola e durante i giorni festivi si reca dai fabbri e dagli artigiani per raccogliere gli scarti di ferro buttati via. Mi ha detto di usare il denaro guadagnato per comprarsi i vestiti e pagarsi il materiale [scolastico].
Quest'attività di raccolta diffusa ha fatto sì che ogni città e ogni villaggio del Mali siano pressoché privi di rottami di ferro. Una vera e propria campagna di sanificazione per il Paese, che ha contribuito anche a ridurre malattie quali malaria e tetano.
Perché ho dato spazio a questo articolo? Perché questo é un lavoro che ritorna anche da noi: nelle giornate di sole, nel paese dove abito, due ragazzi con spiccato accento napoletano passano con un camioncino di casa in casa per ritirare legno e ferro vecchio, che poi rivendono.