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di Valeria Ballarati

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Home Fatti Ci voleva un clown ...

Ci voleva un clown ...

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Sarà la pioggia, sarà la musica che ascolto nelle orecchie, sarà che oggi da questa finestra non riesco a vedere quelle montagne che un pò ti consolano quando il delirio dell'ufficio sembra toglierti anche l'aria.
Sarà che ogni tanto la mente va a questo o a quel servizio, alle Missioni e a tutto quello che con il Naso Rosso addosso sono riuscito a fare.
Sarà che in certi momenti pensi che qualcosa ti manchi ma sai che comunque dentro ti porti molto di più e che in fondo hai tutto.
Sarà che saper vivere in positivo significa anche essere consapevole che è giusto anche sbagliare, che tutto non possiamo averlo e che la vita non ci da quello che vogliamo ma quello di cui abbiamo bisogno...

 

A volte è anche difficile accettare questo, quando accendi la televisione e vedi le immagini del Giappone, della Libia, o più in generale ti soffermi a guardare anche un semplice telegiornale. E allora ti fai delle domande, cerchi di capire, non sempre arrivano le risposte giuste, ma va bene anche così. In fondo sappiamo che sono gli uomini a fare la storia, nel bene come nel male e che in fondo, se anche noi decideremo di scriverla questa storia, qualcosa potrà cambiare.
Ma ci pensate? Quanti battiti fa il cuore in un minuto? E quanti ne farà ancora?
Ogni volta che ci si innamora, ogni volta che si fa una corsa, ogni volta ci emozioniamo, ogni volta che proviamo paura, ogni volta prima di entrare in una corsia di ospedale, ogni volta che aspettiamo che quel cancello venga aperto per andare a giocare a Solo con i ragazzi del Ferrante...(carcere minorile). Ogni volta che guardiamo un panorama, ogni volta che abbracciamo qualcuno, ogni volta che ascoltiamo una canzone, ogni volta che scattiamo una fotografia, ogni volta che festeggiamo un compleanno... ogni volta che stiamo per metterci in viaggio, ogni volta che guardiamo qualcuno negli occhi, ogni volta che cerchiamo qualcosa o qualcuno e come per magia lo si trova... La felicità è una conquista di piccoli attimi quotidiani, di istanti che sai che non torneranno perchè sono unici.
Quando al tramonto a Tuwani (Palestina) si saliva fino al Grande Albero e dall'alto si guardava il villaggio, con i bambini più piccoli che ancora giocavano per la strada e i più grandi che rientravano dal pascolo con le pecore, gli uomini che tornavano in casa dopo il lavoro nei campi e le donne che preparavano da mangiare, pensavamo che non stava finendo soltanto un altro giorno di lotta per loro, ma che quello era stato un giorno in più in cui la Speranza aveva dato loro la possibilità di creare un futuro migliore ed un presente più sereno.
E sommando giorno dopo giorno, si fanno le settimane, i mesi, gli anni... e allora può essere così anche per noi. Per noi che il cuore batte ancora forte per le piccole cose, per noi che siamo ancora in grado di piangere e ridere come fa un bambino, per noi che non ci vergognamo di essere ciò che siamo, per noi che, quel Naso, senza troppi giri di parole, signifca Vivere.
(Clown Pau - Torino)
http://www.clownterapia.it/

 

Gli avvenimenti degli ultimi giorni mi avevano un po’ sconvolta.
Ero già un po’ stanca di mio – e per questa ragione avevo preso una settimana di riposo dal sito – e vedere la distruzione del terremoto, la diretta televisiva dello tsunami e la sofferenza del Giappone in ginocchio mi avevano lasciata atterrita. Per qualche giorno ho perso i riferimenti, ho perso di interesse e "galleggiavo" col pensiero di fermarmi un attimo perché era ora di fare il punto.
Il punto è che il mondo é momentaneamente governato da persone di bassa consapevolezza, una minoranza tra l’altro, ma purtroppo in una posizione di potere che gli consente di attuare decisioni  a nome di tutti; uomini che non sanno vedere al di là del loro naso e unicamente votati alla conservazione del loro status di privilegio. Dall’altra parte noi, la gente comune, che subiamo le conseguenze di scelte scellerate e nemmeno possiamo tirarci fuori dal gioco giacché ne siamo parte.

Che possiamo fare?
Possiamo andare avanti perseguedo ciò che sempre più persone provano a fare: un cambiamento a partire da noi.
E' necessaria a questo scopo una disciplina maggiore rispetto a quella quotidianamente applicata. Proviamo ad ascoltare meno le frasi dei potenti e a ragionare ancor di più con la nostra testa, isolandoci un po’ dalla “comunicazione globale” . Naturalmente consumiamo meno, mangiamo meno, usiamo meno l'auto e di più le gambe, rimanendo più spesso a contatto con la terra, magari in compagnia di un libro: leggiamo di più, diamo più cibo alla mente. E teniamo un po' la tv spenta...

Non si può sentir dire che il nucleare è sicuro quando hai ancora davanti agli occhi le immagini di reattori che collassano e che nessuno riesce più a controllare.

Come non si può sentire che è necessaria una spinta verso la domanda ai consumi per avere nuovamente crescita e occupazione: ma cosa vuoi spingere se sono proprio i soldi a mancare?
E poi perché consumare, consumare e consumare? Chi ha bisogno di tutto questo consumo?
Non noi, che non abbiamo soldi da spendere, e non la terra, che va esaurendosi.

Quel "meno" di cui parlavo più sopra sembrerebbe a prima vista una privazione ma non lo è perché fa risaltare soltanto ciò di cui abbiamo davvero bisogno, la necessità di avere solo ciò che abbiamo già, come dice il Clown Pau. Cose essenziali come il saperci ancora emozionare, la serenità dei nostri bimbi, il valore di un'amicizia e l’orgoglio di essere come siamo. Ci volevano le parole di un clown per ritrovare la speranza …