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Il fascino romantico degli annunci su "Libération" sopravvive all'era degli incontri on line
ALBERTO MATTIOLI, CORRISPONDENTE DA PARIGI


Mercoledì, mezzanotte, Abbesses (la fermata del metro di Montmartre, ndr), leggevate Vargas Llosa, scambio di sorrisi, il vostro è affascinante», segue indirizzo mail. Oppure: «Parigi intra muros. Giovane donna 38 anni 175cm ben proporzionata molto simpatica che ama sport uscire viaggi, insegnante primaria, tipo umano, fatte le debite proporzioni, piuttosto Casta che Adjani, cerca uomo 34/42 anni identico profilo». E poi c’è la saga di Mondrian...

Da martedì scorso un appassionato d’arte cerca l’anima gemella: «Sabato 12.03 Beaubourg. La vostra amica architetto mi ha consigliato sulla brochure Mondrian. Mi piacerebbe fare conoscenza». L’annuncio è uscito tutti i giorni fino a domenica 20, poi non più: o, pronubo Mondrian, la conoscenza è stata fatta, oppure l’anonimo del Beaubourg si è stufato di spendere soldi.

Sono i mitici «Annonces» del quotidiano francese «Libération», la pagina di giornale dove si celebra ancora il mito un po’ sdrucito ma sempre vivo di Parigi capitale del romanticismo. Fra gli annunci immobiliari, i corsi e i traslocatori, spuntano ogni giorno due rubriche imperdibili: i «Messaggi personali» e i «Transports amoureux». Qui galeotta è la metropolitana: i viaggi sono spesso lunghi, sempre noiosi e se non leggi è inevitabile guardare chi hai di fronte. Talvolta il dirimpettaio è piacevole; talvolta ci si scambia uno sguardo; talvolta si abbozza un sorriso, talvolta lei/lui lo ricambia... poi generalmente arriva la tua fermata e devi scendere. E allora si scrivono a «Libé» piccoli messaggi tristi ma speranzosi, testimoni di una storia morta sul nascere che però, chissà, potrebbe anche risorgere. Tipo: «Giovedì 20h, L11 (sta per la linea 11 del metro, ndr), supersbadiglio (!) & dei sorrisi». Ma poi lei, ahimé, è scesa troppo presto, a Goncourt.

Ne esce un’idea di Parigi da fotografia di Doisneau, in bianco e nero, romantica e «antica», in un’epoca in cui l’incontro e il sesso sono a portata di clic. Del resto «Libération», fondato nel ‘73 da Sartre, oggi sempre di sinistra ma più saggia (l’attuale editore-salvatore, che ha salvato il giornale quando sembrava proprio che dovesse chiudere, è Eduard Rothschild), è il giornale preferito dei «bobo», i bourgeois-bohème, giovani, carini e occupati, attenti all’ambiente e al politically correct, ma colti, romantici, innamorati del loro privato e tutt’altro che disposti a sacrificarlo al pubblico come i loro predecessori sessantottini. Infatti, metro a parte, stando ai messaggi gli scambi di sguardi e di sorrisi si verificano di solito a mostre, concerti e cineforum. E metterli su carta è tutt’altro che a buon mercato: 35 euro per tre linee, 9 euro e 90 ogni linea in più, 27 euro per la foto.

Così la «dame bleu marine che fotografava la leonessa delle Tuileries» (una statua, si suppone) mercoledì 16 alle 13 ha investito circa 70 euro perché «amerebbe ritrovare il signore con i baffi, i capelli e il vestito grigio», che peraltro sul blu marine sta benissimo.

Beninteso, non si cerca solo l’anima gemella, ma si parla anche a quella già gemellata. Prendete «D», innamorato o alcolista (o entrambe le cose): «Bere con te, la vita, l’amore, il tuo riso, del vino. AL, è con TE che voglio vivere, come sei, come sarai. Tuo senza moderazione» (le maiuscole sono d’autore). Oppure «Er», più ermetico di Ungaretti: «Passaggio a vuoto. Domande senza risposte. Ossessionante» (le uniche cose chiare sono luogo e data: Napoli, 18-21 marzo).

Da «Libé» fanno sapere che funziona, almeno per le risposte che passano dalla casella postale del giornale. Per esempio, la signorina che assomiglia più alla Casta che all’Adjani ha avuto, a oggi, quattro signori che le hanno risposto. Davvero niente male. Fatte le debite proporzioni, naturalmente.

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