Mangiabiologico.it

di Valeria Ballarati

  • Aumenta dimensione caratteri
  • Dimensione caratteri predefinita
  • Diminuisci dimensione caratteri
Home Fatti Invertire la rotta

Invertire la rotta

E-mail Stampa PDF

Giovedì sera mi hanno rapinata.
Tutto bene, sono qui a raccontarvelo e quindi tutto bene, solo un po’ di spavento.
Era un ragazzo di circa vent’anni, alto, indossava dei jeans e una felpa bianca col cappuccio calato sulla fronte; è entrato velocemente, giunto di fronte alla cassa ha alzato la felpa estraendo un lungo coltello lucente, me l’ha puntato addosso e mi ha detto:
dammi i soldi! Dammi tutti i soldi che hai!
Nei primi attimi non ho realizzato, si sono accavallati dei pensieri.
Fissavo impressionata il coltello, di acciaio, satinato, con una lunga lama un po’ ricurva.


In automatico ho aperto la cassa e cercato di estrarre le banconote che non uscivano perché le mani mi tremavano e siccome ci mettevo del tempo ha finito per servirsi da solo, arraffando due banconote da 50 euro, circa 6 o 7 da venti euro e altrettante da 10, lasciando cadere nella fuga le banconote da cinque euro; é scappato a piedi.
Non era un rapinatore professionista, era un ragazzo disperato che voleva soldi e per averli era disposto a minacciare, a rubare. Per farci che poi, lo saprà lui.
Ho chiamato i carabinieri di Lavinio, sono arrivati subito, hanno fatto un ottimo lavoro. L’ho identificato da una foto segnaletica, lo stanno cercando e lui, come un animale braccato, prova a fuggire.
Non ho subito un grande trauma, almeno credo, soltanto il respiro rimane un po’ corto ma credo sia una questione momentanea dovuta allo spavento; prendo i Fiori di Bach per sistemarmi. Ieri pomeriggio ad un tratto ho pianto e mi sono sentita di scrivergli una lettera, che credo gli darò, vedremo. Per ora la metto qui.


Caro ragazzo,
mi hai fatto spaventare ieri e mi dispiace per me, per te e per ciò che verrà dopo.
Quando mi hai puntato il coltello e mi hai chiesto i soldi pensavo: prendi, prendi quello che vuoi, non è importante, i soldi non sono niente nella vita di una persona ma tu questo non l’hai ancora capito. Hai solo 18 anni, poca esperienza di vita eppure stai già in mezzo allo schifo.
Penso a me, a come sono stata fortunata io che ho avuto una famiglia solida, un padre e una madre rigidi ma presenti, riferimenti che sono serviti a distinguere che cosa é bene e che cosa è male. Penso a te, che non ti fari scrupolo di usare un coltello per ottenere ciò che vuoi, con tutti i rischi del caso.
Non so perché rubi, a cosa ti servono quei pochi soldi che hai preso a me, ma sono quasi certa che a quest’ora saranno finiti e tu sei punto e da capo. Che farai? Un’altra rapina?
Costruire la tua esistenza utilizzando la violenza non ti porterà da nessuna parte.
Avere più soldi non risolverà le tue questioni, non coi soldi riempirai un vuoto; non attraverso beni materiali ti sentirai appagato e nemmeno con la droga che annebbia soltanto i tuoi pensieri per un po’ . Appena terminata l’euforia iniziale ripiombi nella vita vera, la tua solita vita.
Chiediti perché i soldi e le cose materiali non ti bastano mai.
Il denaro é un falso traguardo, é rincorrere un obiettivo inesistente e abbagliarsi di oggetti dei quali hai già noia appena un minuto dopo che li hai ottenuti.
Il vuoto si colma  attraverso il dono, l’esatto contrario di ciò che fai adesso; starai bene soltanto quando sarai felice del modo in cui conduci la tua vita. Ragazzo vorrei che provassi a volerti più bene: se nessuno te ne ha voluto fin’ora, pensaci tu a volertene. Se non hai avuto buoni esempi, costruisci il tuo proprio esempio a partire da te. Trovati da fare, un lavoro umile ma lecito. Se non ce la fai chiedi aiuto, ma non agli amici del giro. Non continuare per questo senso unico che hai imboccato, capisci bene da te che in fondo la via d’uscita non ci sarà.  Puoi tornare indietro. A nessuno piace vivere nella paura.
Ti ho riconosciuto nella foto segnaletica in caserma, ho rivisto il tuo viso lungo e la pelle segnata dall’acne; ti ho avuto di fronte solo trenta secondi ma ricordo l’espressione contratta, i denti grandi e disallineati, una voce troppo adulta per te. Ricordo bene anche il coltello: acciaio, satinato, lucente, troppo grande anche lui.
Quando sei uscito sono rimasta per un attimo a guardare i cassetti vuoti della cassa e pensavo: non ci voleva … ma ne ho passate tante … passo anche questa.
E’ quello che ti auguro: ne hai passate tante, passa anche questa e ... tirati fuori.
Inverti la rotta. Fallo per te. Sei il comandante della tua nave e se vuoi, puoi deciderlo. V.B.

Nota del 6 luglio 2011 - Il ragazzo era poi stato arrestato. Dopo l'niziale fuga é ritoranto ed i carabinieri l'avevano messo in stato di fermo mentre era a Lavainio, ignaro del riconoscimento e della denuncia sporta. Inviato inizialmetne alla struttura per minori é nel frattempo diventato maggiorenne e trasferito nel carcere romano di regina coeli. Ha avuto la lettera.