(...) e se veramente abbiamo compreso tutto ciò, quale posto in questa idilliaca rappresentazione possiamo riservare a delle pratiche come la vivisezione e il trapianto di ghiandole animali? Siamo ancora così primitivi, così pagani da credere che, sacrificando animali, possiamo liberarci dalle conseguenze dei nostri propri errori e mancanze?
Sono passati 2500 anni da quando il Signore Buddha ha mostrato al mondo l'igiustizia del sacrificio delle creature inferiori.
L'umanità ha già contratto un grave debito verso gli animali che ha torturato e ucciso, e ben lungi dall'apportare un qualche bene all'uomo, queste crudeli pratiche non possono che nuocere sia al genere umano che al regno animale.
Quanto noi occidentali siamo lontani da questi bellissimi ideali della nostra Madre India dei tempi antichi, quando l'amore per ogni creatura di questo mondo era così intenso che vi erano degli uomini appositamente istruiti nell'arte di curare le malattie e le ferite degli animali, uccelli compresi; esistevano inoltre dei vasti rifugi per ogni specie di vita, ed era tale la ripugnanza per ogni forma di violenza sugli animali che chiunque si fosse dedicato alla caccia, se ammalato si vedeva rifiutare l'assistenza da parte di un medico sino a quando non si fosse impegnato a rinunciare a tale pratica.
Non scagliamoci troppo contro gli uomini che praticano la vivisezione, poiché molti di loro agiscono secondo metodi veramente umanitari e sforzandosi di trovare sollievo alle sofferenze umane. Hanno un valido motivo ma poca saggezza e una debole comprensione del senso della vita. Un solo motivo per quanto giusto non é sufficiente. Deve unirsi alla saggezza e alla conoscenza.
Fatte una o due eccezioni, non vi é bisogno alcuno di insistere sul fallimento della scienza medica moderna. Non serve a nulla distruggere se non si é in grado di ricostruire un edificio più saldo, e dal momento che le fondamenta di una nuova medicina sono state poste, limitiamoci ad aggiungere una o due pietre a questo tempio.
Criticare la professione di oggi é ugualmente vano. Innanzitutto é il sistema cattivo, non gli uomini; un sistema che per le sole ragioni economiche non da tempo al medico di stabilire tranquillamente la terapia, né gli consente la meditazione e la riflessione necessarie a coloro che consacrano veramente la loro vita alla cura degli ammalati. Come diceva Paracelso, un medico accorto tratta cinique malati in un giorno e non quindici; un ideale impraticabile nella nostra epoca per un medico generico.
Sono parole del Dr. Edward Bach, tratte dal suo libro Guarire con i Fiori