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8. Al seguito di costoro (scil. i sette saggi, Licurgo e altri) quanti in seguito si consacravano alla contemplazione della natura erano considerati e denominati sapienti, e tale appellativo restò in uso fino al tempo di Pitagora. Come scrive il discepolo di Platone Eraclide Pontico, che era un'erudito di prim'ordine, la tradizione vuole che Pitagora fosse giunto a Fliunte e avesse a lungo e dottamente dissertato di una serie di argomenti con Leonte, il locale tiranno. Questi, pieno di ammirazione per l'intelligenza e l'eloquenza del suo interlocutore, gli domandò quale fosse la scienza su cui faceva più assegnamento, ma da Pitagora si sentì rispondere che non era un conoscitore di nessuna scienza, ma era semmai un filosofo. Leonte allora, sorpreso dalla novità del termine, chiese chi mai i filosofi fossero e cosa li differenziasse da tutti gli altri.
9. Al che Pitagora rispose che a suo modo di vedere la vita umana assomigliava a quella famosa fiera in cui si palesa tutta la magnificenza dei giochi e la Grecia intera conviene; infatti qui alcuni chiedono agli esercizi fisici la fama e il prestigio che la corona del vincitore assicura e altri vi si recano attratti dal desiderio di guadagnare con acquisti e vendite, mentre esiste anche una categoria di persone, che sono proprio le più disinteressate, le quali non vanno alla ricerca né di consensi né di guadagni, ma si sono recate colà allo scopo di assistere e osservare attentamente lo svolgimento degli eventi. Ebbene, allo stesso modo vanno le cose nel nostro caso: come se fossimo partiti da qualche città per recarci a una fiera molto frequentata, così abbiamo lasciato un'altra vita e un'altra natura per arrivare a questa esistenza, in cui alcuni sono schiavi della gloria e altri del denaro, mentre sono rari coloro che trascurano ogni altra cosa per darsi all'osservazione attenta della natura. Ebbene, questi ultimi sono coloro che vengono chiamati studiosi appassionati della sapienza - giacché questo é quel che la parola filosofi vuol dire. E come in una fiera l'atteggiamento più disinteressato é quello dello spettatore e di chi non cerca un profitto, così nella vita la contemplazione e lo studio della natura sono di gran lunga le più importanti di tutte le altre attività.
Testimonianze su Pitagora - pag. 33
43. Eraclite Pontico, fr. 88 Wehrli
(Cicerone, Tusculanae disputationes V, 3, 8-9)