Oggi, ripassando il Menone per l'esame d’Istituzioni di Filosofia Antica di fine luglio, arrivo a questo pezzetto di dialogo.
Menone, personaggio dubbio e corruttore, tenta di spacciarsi per quel che non e’ ma Socrate lo sgama.
Leggendolo, al termine mi vien da ridere, mi torna in mente un altro breve dialogo con mia figlia quando aveva circa sei anni. Li metto entrambi
SOCRATE - Se ti ricordi infatti, quando io poco fa ti risposi a proposito della figura, respingemmo una risposta di questo tipo, cercava di rispondere attraverso punti ancora in esame e sui quali non c'è ancora un accordo.
MENONE - E li rifiutammo a ragione, o Socrate.
SOCRATE - E allora, carissimo, non devi, mentre si sta ancora cercando che cosa sia la virtù nella sua interezza, pensare di chiarirla a chiunque, rispondendo attraverso le sue parti, o dicendo qualsiasi altra cosa, ma occorrerà di nuovo porre la stessa domanda, che cos'è la virtù della quale dici ciò che dici: o ti sembra che le mie parole non abbiano senso?
MENONE - A me pare che dici cose giuste.
SOCRATE - E allora rispondi di nuovo da capo: cosa dite che sia la virtù, tu e il tuo amico?
MENONE - O Socrate, prima di incontrarti avevo sentito dire che tu non fai altro che sollevare difficoltà, tu stesso, e farne sorgere agli altri: e adesso, a quel che mi sembra almeno, mi affascini, mi ammali, realmente mi incanti, al punto che sono pieno di dubbi. E mi sembri, se è opportuno scherzare anche un po', in tutto assolutamente simile per l'aspetto e per il resto a questa piatta torpedine di mare. Essa infatti fa intorpidire chi di volta in volta le si avvicina e la tocca e anche tu mi sembra che abbia fatto ora con me qualcosa di simile, (intorpidire); e infatti veramente io sono intorpidito nell'anima e nella bocca e non so cosa risponderti. Eppure ho fatto diecimila volte innumerevoli discorsi sulla virtù e davanti a molte persone, anche molto bene, a quel che mi sembrava almeno; adesso invece non so neppure dire cosa sia. E mi sembra che tu abbia preso una giusta decisione a non navigare fuori da qui e a non allontanarti dalla patria: se infatti, straniero in un'altra città, facessi cose del genere, saresti arrestato immediatamente come un incantatore.
SOCRATE - Sei capace di tutto, Menone, e per poco non m'ingannavi.
Io: Angelica vuoi i ceci o le lenticchie per cena?
Lei: l’uovo.
Io: no, ho detto i ceci o le lenticchie.
Lei: ma é tanto che non lo mangio! Non mi ricordo nemmeno quando l’ho mangiato ...
Io: ma se non ti ricordi … come fai a dire che è tanto tempo?
Lei: Mamma! Se è tanto tempo è per quello che non mi ricordo.
Il mio piccolo retore sofista! Mi aveva “intorpidito” come Socrate a Menone.
V.