Motori di auto, clacson, sirene, lavori edilizi, aerei, elicotteri, grida della gente; nel nostro vivere urbano siamo circondati da rumori che fanno ormai parte della quotidianità e con i quali conviviamo in una sorta di equilibrio armonico. Ebbene parliamo di rumori e di fragori che spesso riescono a celare altri suoni, delle vere melodie che esistono intorno a noi e che magari andiamo a cercare, in vacanza, a miglia di distanza dai luoghi in cui viviamo. Benché si viva immersi nella 'modernità', la natura continua ad avere un appeal, un fascino e una benefica influenza su di noi, sui nostri corpi e sul nostro stato psico-mentale.
Ma occorre averne consapevolezza; a molti è ignota l’anima della Natura. Ne abbiamo discusso con Tiziano Franceschi, un ricercatore che ama i suoni nascosti del mondo vegetale e che da tempo prova a farli conoscere agli altri.
Come nasce la tua passione e la tua prossimità con le piante, gli alberi e la Natura?
Innanzitutto la chiave di volta del mio avvicinamento alla Natura e al mondo vegetale è stata la musica. Nasce tutto dalla musica che poi ha portato a questa particolare sensibilità. Nella comunità di Damanhur che frequentavamo con la mia ex-moglie Laura, abbiamo avuto la fortuna di ascoltare la musica delle piante di cui ci siamo innamorati immediatamente. Da lì a poco abbiamo acquistato un particolare apparecchio messo a punto per sentire la musica delle piante e da quel momento siamo andati in giro per l’Italia a raccontare e condividere con altra gente questo tipo di esperienza.
Cosa vi ha spinto a diffondere agli altri la musica del mondo naturale?
È un mix di cose. Senz’altro la musica e la sua armonia ma anche l’amore della natura e la spiritualità. L’aspetto spirituale è qualcosa che vogliamo portare avanti perché spinge a identificare e capire l’armonia che esiste nel creato. Un bosco, un fiore, una pianta sono esseri viventi che possiedono un’armonia. È nata così la voglia di condividere con gli altri il linguaggio della natura per fare capire quanto siano vive le piante e quanto siano in grado di darci. Ci si rende rapidamente conto che si sta meglio in un bosco più che in una piazza asfaltata di una città. Le vibrazioni delle piante rilassano mentre le vibrazioni di una piazza sono quelle di rumori che massacrano gli esseri umani all’interno.
Come siete stati accolti dalla gente nei vostri incontri in giro per il paese che, ricordiamo, sono realizzati a titolo gratuito?
Inizialmente è stato catastrofico e allucinante. Ma poi pian pianino girando in lungo e largo abbiamo avuto dei riscontri, l’avvicinamento e l’interesse di molti sino ad arrivare ad un boom negli ultimi anni con circa una cinquantina di uscite all’anno, per incontri, conferenze, presentazioni. Il nostro indicatore è stato anche il sito Voci di piante le cui visite sono fortemente aumentate nel corso degli anni. Successivamente siamo stati chiamati anche in Germania, Svizzera e Spagna.
Come funziona tecnicamente la melodia delle piante?
Si utilizza un apparecchio che ha due sensori che si applicano sulle foglie o su una foglia e le radici della pianta. Si viene così a creare un circuito tra la macchina e la pianta. La macchina legge la resistenza della pianta generato dalle cellule linfatiche, queste resistenze sono trasformate in frequenze dalla macchina, ed ecco la produzione del suono, della nota musicale. È un meccanismo paragonabile all’elettrocardiogramma. Si tratta di una conversione di resistenza del sistema linfatico delle piante che si traduce in nota musicale.
Gli alberi e le piante sono dei musicisti o sono dei cantanti?
Decisamente sono dei musicisti. Le piante hanno delle proprietà compositive.
Ci racconti qualche aneddoto della vostra esperienza?
Abbiamo avuto delle esperienze davvero incredibili e inimmaginabili. Le piante sono sensibili. È successo di tutto. Durante le conferenze, gente che stava in fondo alla sala in procinto di fare una domanda inopportuna o cattiva e la pianta che smette di suonare. Le piante si esprimono a fronte di dolore, di problematiche fisiche e psiche. Le piante si rendono conto di tante cose. Gli aneddoti sono innumerevoli; abbiamo avuto incontri per casi di schizofrenia, incontri in un ospedale psichiatrico infantile con bambini autistici o down e abbiamo osservato le reazioni delle piante ma anche quelle straordinarie e inaspettate delle persone nell’accarezzarle. Le piante smuovono non poco, soprattutto davanti al disagio.
Cementificazione, deforestazione, forestazione arbitraria, inquinamento ambientale, riscaldamento climatico, come incidono sulle vibrazioni e le energie del mondo naturale?
A mio avviso, esiste il concetto della 'piantitudine'. Per le piante non esiste l’individualismo né il principio della razza come per il genere umano. La natura si riprende sempre quello che gli viene tolto, per quello, sono fortemente convinto che le foreste crescono e cresceranno a livello del pianeta. La natura si riprende sempre quello che è suo. Certo se si abbatte un albero, è possibile che soffra, anche se non bisogna umanizzare troppo la pianta. Quello che davvero fa male alle piante e anche a noi è l’inquinamento luminoso che è la causa principale del degrado ambientale. Nel mondo naturale esiste il principio del ritmo, dell’armonia. Ciò che funziona bene è il ritmo, l’armonia, il rispetto della notte e del giorno. Ma adesso nelle nostre città questo non esiste. Vai a mezzanotte ai Navigli di Milano non trovi la notte, ma il giorno artificiale. Posso assicurare che l’inquinamento luminoso è il fattore che più incide sul benessere del pianeta. Quando gli ambientalisti dicono che occorre salvare il pianeta ciò implica che lo si possa distruggere. Sono convinto che non sia vero, ci distruggeremo noi e non il pianeta. Salviamoci noi tenendo un pianeta consono a noi. L’uomo non è il padrone del pianeta, ma semmai, forse, un custode; ahimè spesso non siamo buoni custodi del pianeta. Bisogna rispettare la natura.
Ritornando alla sonorità e al suono delle piante, ci sono legami con la musica a noi nota?
Certamente, il suono delle piante è molto simile alla musica modale. Gli antichi greci utilizzavano questo tipo di musica per curare e trattare la gente, per tenere il corpo delle persone in armonia con ciò che li circondava. Sono quattro suoni che si rincorrono, si tratta di tetracordi. La melodia delle piante può anche ricordare la musica classica. Anche per quello si parla, per esempio, della particolare sensibilità e percezione di alcuni dei più grandi musicisti verso il mondo vegetale. Un esempio su tutti parrebbe quello di Johann Sebastian Bach del quale si racconta avere una particolare vicinanza alle piante.
Buon ascolto della musica delle piante.
Fonte e video "Voci di piante"