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di Valeria Ballarati

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Sempre più cosmetici in farmacia

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Rossetti, ciprie e creme antirughe. Le farmacie oggi assomigliano sempre più alle profumerie. Certo, i farmaci si vendono ancora ma non meno dei cosmetici, a volte persino realizzati "su misura" dalla farmacia stessa presso un laboratorio esterno. E poi cabine estetiche per i massaggi, depilazioni, sedute di make-up e check-up cutaneo. I dati Unipro confermano il successo dei cosmetici all'interno del canale farmaceutico: nel primo semestre del 2011 la crescita è stata quasi del 2% e nel secondo semestre è previsto un aumento fino al 2,7% per un valore di mercato che dovrebbe toccare 1.580 milioni di euro.

Le indagini dimostrano che si compra in farmacia perché si cerca un servizio di qualità e un buon rapporto qualità-prezzo. Il consumatore si reca volentieri in farmacia non solo perché trova facilmente una crema, ma perché la sua autorevolezza rassicura. Una tendenza che è in crescita da anni, tant'è vero che oggi i cosmetici incidono per circa il 10% sul fatturato delle farmacie (dieci anni fa meno della metà) e occupano il 90% dello spazio vetrina. E i marchi cosmetici che si trovano oggi in farmacia sono prestigiosi anche per quanto riguarda il packaging e l'immagine.

 Lierac, Skinceuticals, Nuxe, Caudalìe e Filorga sono alcuni nomi che non hanno nulla da invidiare alla profumeria, nemmeno per l'appeal. Il restyling delle nuove farmacie è stato generale: gli espositori di legno hanno ceduto il passo a "isole" tematiche dal design molto minimale e hi-tech. Alcune hanno l'angolo-tisaneria, il giardino zen e a Milano è previsto anche il pit-stop per il bebè, un progetto della Asl e di Unicef Italia (in accordo con l'Associazione Lombarda dei titolari di farmacie), che comprende una postazione nella farmacia dove le mamme possono allattare e un fasciatoio dove cambiare il bambino.

Questo cambiamento è in atto da parecchi anni. Già nel 1998 Essere Benessere, la società leader in Italia nel retail e nella gestione delle farmacie, esordì nella provincia di Milano trasformando i negozi tradizionali in centri di coordinamento attorno ai quali si sono sviluppate nuove offerte di salute e di benessere. "Dalla telemedicina alle autoanalisi del sangue, al check-up della pelle e dei capelli passando per il pick-up delle ricette e del servizio a domicilio - dice Danilo Salsi, presidente di Essere Benessere - Sono alcune delle prestazioni che si possono trovare nei nostri punti vendita, tutti caratterizzati da una gestione orientata al servizio, da un ampio assortimento e da un personale competente e specializzato.

Non solo, siamo stati i primi a portare in Italia le parafarmacie e nel Nord Italia abbiamo aperto i 'Villaggi della Salute", un presidio territoriale che, mettendo in primo piano la farmacia, riunisce tutte le figure dedicate alla salute, dal medico di famiglia al poliambulatorio, dove si possono eseguire esami a prezzi convenienti".

 Fonte

 

Commento: 

senonché una farmacia non é un centro benessere ...

e i prodotti cosmetici venduti sono per la quasi totalità frutto di sperimentazione animale ...

A me personalmente questa associazione CHECK-UP/MAKE UP non piace, e nemmeno mi sento rassicurata DAL LUOGO in cui questo avviene.

Lo sapete che cosa mi rassicura davvero?  L'elenco degli ingredienti scritti sulla scatola, dopo averli controllati e aver capito che non sono petrolio, tensioattivi, gelificanti, solventi, emulsionanti, coloranti e conservanti che ... mi faranno venire un'allergia! 

Come si fa a sapere se le materie prime utilizzate sono buone? Bisogna cercarle!  C'é un bel sito fatto da un chimico industriale: www.biodizionario.it

Cercate gli ingredienti in ordine, così come li trovate sulla confezione, perché l'elenco non é casuale: il primo ingrediente é contenuto maggiormente e l'ultimo é il minore. E' facile: se nella ricerca trovate molti pallini rossi o gialli all'inizio dell'elenco, non é un buon prodotto; magari avrà un buon rapporto qualità-prezzo ma si capisce bene perché può permetterselo.

Soprassedendo infine sull'angolo tisaneria e Giardino zen, spendo volentieri due parole sul Pit-stop bebé in farmacia. E' una roba che non so come definire!  Invece di una panchina al parco tra gli alberi, una sedia comoda al supermercato, una poltroncina in un bar, o negli uffici aperti al pubblico, all'asl stessa (e perché no?) ... una mamma dovrebbe sentirsi o avere la necessità di fermarsi ad allattare in farmacia!?!  

Io ho allattato a lungo, tutti e due i miei piccoli, ma la farmacia come luogo di sosta per l'allattamento non mi era mai venuta in mente, credo di non averla mai contemplata! Credo mi sembrerebbe di ... familiarizzare con l'argomento già da piccoli ...

Per chi non lo sapesse la bellissima iniziativa del Pit-stop Bebé é un'idea della Lega del Latte - l'organizzaizone più autorevole in materia di allattamento materno - e fu lanciata anni fà per diffondere il più possibile la pratica dell'allattamento al seno, ancora non adeguatamente supportata dalle istituzioni.

Era una bellissima idea! Oggi molte madri allattano in pubblico discretamente, e l'ultima io l'ho vista proprio ieri.

 

Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

- See more at: http://www.paperstreet.it/cs/leggi/la-pazza-gioia-paolo-virzi.html#sthash.F3ffjhMI.dpuf

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoons 15 Pimpi


 ASPEN

Se hai paura,

ma non sai bene di cosa