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di Valeria Ballarati

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Home Vivisezione L'animalista e l'umano talebano

L'animalista e l'umano talebano

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A partire da una mail che ho letto nel Blog Italians, l'autore del testo ed io abbiamo avuto lunedì un vivace scambio di mail ed opinioni, che vogliamo condividere con chiunque sia interessato all'argomento.

Parlare è sempre possibile, con chiunque, l'importante é rispettarsi e avere solo un po' di apertura mentale.

 

Facebook e l’animalista talebano
Caro Beppe, ti scrivo per conoscere le tue impressioni e quelle dei tanti Italians in merito a un personaggio che ho sempre considerato socialmente marginale ma che da qualche mese sto rivalutando come molto, molto inqietante: “l’animalista talebano”. Dalla nascita di Facebook dove anche i più pavidi e miti se messi davanti ad uno schermo si sentono leoni in arena, ho potuto constatare direttamente quanto sia diffusa e prepotente questa nuova forma di “civilismo” non meglio specificata. Intendiamoci, chi ti scrive non ha animali, ma li rispetta e pensa che debbano essere trattati sempre nel migliore dei modi, ma l’umanizzazione tendente alla divinizzazione che viene loro fatta mi lascia perplesso. (...)

Durante gli europei di calcio c’era chi, legittimamente, esprimeva il dissenso all’uccisione dei randagi in Ucraina non guardando le partite, ma anche chi ricopriva di insulti chi “osava” guardarle in qualità di acefalo senza cuore. Il “top” della demagogia spicciola si è raggiunto con “Green Hill”, giustamente chiuso poichè i cani non venivano allevati secondo le severe leggi del nostro Paese, ma che è stato usato come bandiera contro la sperimentazione farmacologica sugli animali (che invece è rigorosamente regolamentata, e fondamentale per i test su medicinali, anche salvavita). Vedo in chi sostiene queste tesi molta acrimonia, molta violenza verbale verso chi, come me, non vuole la tortura degli animali ma solo che vengano utilizzati, nel rispetto delle regole internazionali, in un campo essenziale come la medicina. Questo tema mi sembra ormai un nuovo terreno di raccolta elettorale, affollato di incompetenti che si mettono in vetrina. 

Matteo Maestrelli, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.    Fonte
 


Caro Maestrelli,

ha mai pensato di essere un po’ confuso nelle sue affermazioni?

“Non vuole la tortura animale ma vuole che gli animali vengano utilizzati …” ho letto bene?

Secondo lei cosa gli fanno nei laboratori: il solletico?
Secondo lei non è una prospettiva di sofferenza iniettare un agente patogeno che evolverà in una malattia, sino alla loro morte?

Non è tortura privare gli animali della libertà: catturarli, tenerli in gabbia, mangiarli?
Chi ha diritto alla libertà E ALLA VITA, MAESTRELLI?  Solo lei immagino.

Non si rende conto di essere lei l’umano talebano.
Gli animalisti si occupano di altro.
Non fanno politica, vogliono SOLO che gli animali possano vivere la loro vita, come noi umani.

Cari saluti,
Valeria

 

la confusione è la sua, gentile signora Valeria
Purtroppo gli animali, con i dovuti metodi e secondo criteri ben precisi, sono indispensabili nella ricerca scientifica;come crede che sia possibile utilizzare farmaci come gli antibiotici che hanno salvato milioni di vite umane senza una sperimentazione animale?So perfettamente cosa succede in un laboratorio (intendo in quelli seri):le cavie non vengono torturate (esistono leggi e protocolli ben precisi che impongono di evitare ogni sofferenza all'animale) e se per raggiungere l'obbiettivo principale, che è capire l'evoluzione di una malattia o di una terapia, ciò comporta il sacrificio di un animale, beh, non riesco a capire dove stia il poblema
Certo, lei è libera di non utilzzare farmaci nè per lei nè per i suoi cari (figli, fratelli, genitori....) così come è libera di non utilizzare cosmetici testati su animali (questa si che è un'aberrazione) o di non nutrirsi di carne, ci mancherebbe.
In nessuna riga della mia lettera si desume che solo io ho diritto alla vita, nè si desume che le mie idee siano assolute;ho sottolineato la dicotomia esistente tra un messaggio pacifico (il voler bene agli animali) e la violenza della sua affermazione verso chi non la pensa esattamente alla stessa maniera.
Per professione e affinità culturale penso più ai problemi dei disabili e di chi cerca una speranza terapeutica che oggi non c'è, ma credo sia un discorso tra sordi.
Coridalità
Matteo Maestrelli


Certo che è un discorso tra sordi. Ma il SORDO non sono io.

IL PROBLEMA E’ IL SACRIFICIO DI UN ANIMALE!
NON RIESCE A VEDERE ALTRO CHE LA SUA VITA, si rende conto?
QUELLA DELL’ANIMALE PER LEI NON CONTA UN FICO SECCO  ed è proprio questo che le contesto. Un animale non è una proprietà umana, nemmeno in nome della scienza a favore dell’uomo. Guardi, è un problema concettuale: vediamo se riesco a spiegarglielo.

Ogni essere vivente nel momento in cui è DEBOLE, è paragonabile a un disabile (se sono i disabili che le stanno a cuore). Un animale non è meno debole di un neonato o di un disabile perché non è in grado di difendersi.
Siamo d’accordo che tutti i deboli vanno difesi?
Perché sa che c’è?  Che sennò ci sarà sempre qualcuno che invocherà questo o quell’altro buon motivo per usare la forza sul più debole …

Bella scienza quella che auspica: gli animali non sono indispensabili, prova ne sia che la sperimentazione ricomincia da capo sull’uomo.
E meno male che non tutti la vedono come lei. Il mondo sta cambiando.

Le mie non sono parole di “professione” né di “affinità culturale”, ma soltanto di CUORE:
è un organo importante, l’organo che persone come lei non sono abituate ad ascoltare.

Saluti,
Valeria


Guardi, il cuore lo uso tutti i giorni, insieme al cervello e per questo sono stanco di veder morire persone in attesa di una terapia che non arriva, di una diagnosi che tarda; certo,se fosse possibile evitare di utilizzare animali sarebbe perfetto ma al momento nessuna simulazione può sostituire questo passaggio, così come la fase finale per una cura deve essere testata sull'uomo in vasta scala.
Se lei mi chiede se per me una vita umana vale più di una vita animale le dico di si, questo è il mio pensiero,ma con ciò non vuol dire che un animale sia privo di dignità o sia meritevole di nefandezze, così come sono perfettamente consapevole dell'amore reciproco che si instaura tra un animale ed il suo padrone (li ho avuti anch'io,non creda,ora non li tengo perchè non posso garantire lo spazio e il tempo che meriterebbero).
Se mi chiede se ho provato più pena per il bimbo abbandonato da una madre al niguarda insieme a latte e vestiti o per i beagle di montichiari le dico che non ci penso neanche un secondo;se questo vuol dire essere senza cuore o non usarlo allora così sia ma credo sia davvero fuori strada
Cordiali saluti


Matteo,

scusi se proseguo ma l’argomento è così importante!
E poi ha cominciato lei a dare dei TALEBANI agli animalisti …  Risatona mi dovrò pur difendere (e difendere la categoria)  Risatona

Siamo tutti d’accordo che un DEBOLE è DEBOLE E BASTA, oppure ci sono deboli e deboli?
Perché è tutto li … e lei mi sembra propendere per la seconda ipotesi …

io penso che la vita sia VITA a qualsiasi livello o specie appartenga. Non esiste una vita più meritevole di un’altra. Non c’è una scintilla vitale più o meno importante di un’altra, indipendentemente dalle dimensioni, dalla razza, dall’età e così via.

Capisco però il suo punto di vista: é materialistico.
E guardi che non la giudico, non me ne può importare di meno di giudicare: siamo tutti nella stessa barca. Io sono un essere umano e lei pure. Dico solo che a volte gli occhi (e il cervello) vedono meno del cuore, che sa di norma più cose, è più esperto di vita. La sua parte spirituale, collegata al cuore, forse non ha avuto ancora modo di svilupparsi, di venire alla luce. Non vuol dire che non c’è, è LI, LATENTE.

Il bimbo e il cane dovrebbero suscitare in lei GLI STESSI SENTIMENTI di amore.
Se non è così, c’è qualcosa che LEI non vede bene.
“Non vediamo bene il mondo e diciamo che gli altri ci deludono” (Elisabeth Kubler Ross)
Avrà sentito parlare di Elisabeth Kubler Ross …

Anche il mio è solo un punto di vista, ma siamo sempre di più a pensarla così: è abbastanza confortante.

Capisco anche che possa essere stanco, deve essere un lavoro logorante il suo.
Ma sono quasi certa che non è il lavoro a farla “traballare”, ma forse alcune importanti questioni che si stanno affacciando alla porta del cuore … e allora forse è il momento giusto per pensarci. Senza dare colpe agli animalisti … possibilmente.

La medicina materialista non è la soluzione.
Non si può distruggere se non si è in grado di costruire un edificio più saldo, diceva qualcuno che aveva capito tutto.  E un altro, anche lui molto intelligente, diceva “Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si modifica”...

Cari saluti,
Valeria


Nessuna risposta da Matteo e il giovedì, vista l'iniziativa di Agire ora, decido di scrivere di nuovo:


Buongiorno!

Spero di non averle lasciato un brutto ricordo di me …
Volevo mandarle un link: magari le interessa.
http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=1324

 Cari saluti,
Valeria
 


Ma si figuri, un po' di contenzioso non ha mai fatto del male, anzi!
grazie per il Link, interessante anche se bisogna vedere in quali specifici campi è applicabile e per quale parte della ricerca;tutto ciò che di male si può evitare va fatto, è questo lo scopo della scienza.
La ringrazio per le sue idee e per averle espresse con convinzione,a tratti con durezza, senza mai perdere sorriso ed educazione
Le auguro,di cuore, il meglio
Buona serata
Matteo 

 


Sono io che la ringrazio.
E siccome reputo il nostro scambio interessante - sia dal punto di vista civile che di contenuti - se lei è d’accordo, mi piacerebbe pubblicarlo.
Sa, ho un blog tutto mio (www.mangiabiologico.it) dove mi piace scrivere cose che reputo interessanti.
 
Ora posso dirglielo: lei ha ragione, qualche talebano negli animalisti c’è.
Ma non sono persone cattive, sono come lei Matteo: stanchi di veder soffrire.
 
Aspetto la sua risposta per la pubblicazione.
Cari saluti.
 
Valeria

 

 

 

 

Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoons 15 Pimpi


 ASPEN

Se hai paura,

ma non sai bene di cosa