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di Valeria Ballarati

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Home Vivisezione Blitz animalisti e sofferenze

Blitz animalisti e sofferenze

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Titolo originale: Blitz animalista distrugge  anni di ricerca su malattie neurologiche, ma salva cento topi e un coniglio

La denuncia dei ricercatori di Neuroscienze del Cnr. Vanificato il loro lavoro  su  Parkinson,  Alzheimer, Sclerosi Multipla e malattie del sistema nervoso.
di Gianluca Nicoletti

Il Cnr denuncia i danni un blitz animalista. Sabato 20 aprile, mentre a Milano si svolgeva  un corteo nazionale contro la vivisezione,  cinque membri del gruppo “ferma Green Hill” sono entrati abusivamente nel Dipartimento di biotecnologie mediche e medicina traslazionale dell'Università degli Studi di Milano, sede in cui opera anche la sezione milanese dell' Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche.   

I dimostranti hanno occupato lo stabulario, alcuni di loro si sono incatenati alle porte, per non far entrare polizia e personale di ricerca. Dopo una complicata “trattativa”, soprattutto per impedire che le persone si facessero male, è stato loro permesso di “mettere in salvo” un centinaio di topi e un coniglio. L'irruzione  è però costata alla ricerca un danno stimabile nell’ordine di delle centinaia di migliaia di euro.

 

Gli anti vivisezionisti  per protesta  hanno tolto i cartellini a tutte le gabbie, rendendo non più identificabili gli animali e di fatto mandando in fumo il lavoro di anni di ricerca scientifica e i finanziamenti relativi. Le ricerche erano state approvate dagli uffici competenti del Ministero della ricerca, condotte secondo tutte le norme nazionali e internazionali sul trattamento degli animali da esperimento, Gli stabulari rispondevano a tutti i requisiti della legislazione europea vigente, e gli animali (topi, ratti e conigli, allevati ai soli scopi della ricerca e incapaci di sopravvivere in ambiente diverso da quello del laboratorio), da come affermano i ricercatori del Cnr, erano mantenuti con la massima cura. 

In un loro comunicato, gli stessi ricercatori del Cnr , hanno denunciato il danno scientifico provocato dalla manifestazione: “Le ricerche riguardano in gran parte malattie del sistema nervoso, per le quali vi è un disperato bisogno di cure, attualmente non disponibili: autismo, malattia di Parkinson, di Alzheimer, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, sindrome di Prader-Willi, dipendenza da nicotina; le nostre ricerche sono finanziate da enti nazionali e internazionali, i finanziamenti sono ottenuti mediante processi di valutazione rigorosa e i risultati sono pubblicati nelle migliori riviste internazionali nel campo.” 

Il tema della sperimentazione su animali è delicato e sicuramente degno di approfondimento, ma viene da chiedersi quale senso abbia un atto di così violento vandalismo  il cui unico risultato “politico” sia stato quello di portarsi via, buttandole tutte assieme in 4 scatoloni, un centinaio di cavie geneticamente preparate, quindi malate e che difficilmente sopravviveranno alla loro “liberazione”.

 

Commento inserito sul blog Obliqua-Mente, La Stampa:

Cari tutti, caro Nicoletti,
io non conosco nessuno che non abbia avuto almeno una volta nella vita a che fare con la sofferenza, per un motivo o per un altro.
Forse voi ne conoscete, nel qual caso io sono felice.
Ora però rispondete alla mia domanda: é la sofferenza appannaggio del solo genere umano?
Chi ha diritto a soffrire? Dalle risposte solo noi esseri umani, immagino.
Allora ditemi adesso quanto suona giusto dentro al vostro cuore il poter disporre della vita di un altro essere, diverso da noi, al fine di migliorare le condizioni di salute della nostra specie, solo perché l'altro é indifeso e incapace di porre resistenza.
Non é questa l'identica condizione di cui voi parlate, voi che avete in casa qualcuno che necessita di cure?
C'é inoltre una qualche possibilità che anche al di fuori della nostra specie ci sia la facoltà di soffrire?
E questo "essere altro", nato in salute, poi catturato e rinchiuso in uno stabulario ai fini della "scienza" potrà forse soffrire anche lui? E secondo voi quanto soffrirà?
Quello che intendo dire é che la sofferenza accomuna tutti.
Anche i discorsi che sento qui scaturiscono da una sofferenza, rassegnata, impotente, che non é diversa da quella provata dagli animali e non ha dunque senso parlare di scienza qui, perché é l'orrore ciò che succede.
Ora, per cavarci dalla nostra sofferenza infliggiamo sofferenza ad altri, e mi dite che questo é il giusto sistema?
Il sistema che auspichiamo noi, gli Esseri Umani?
Vi prego, ditemi di NO.

(Chiedo scusa per l'italiano scarso: l'ho scritto di getto senza pensare tanto alla forma) 

 

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«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

- See more at: http://www.paperstreet.it/cs/leggi/la-pazza-gioia-paolo-virzi.html#sthash.F3ffjhMI.dpuf

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