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di Valeria Ballarati

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Home Racconti e Poesie I loro Paradisi

I loro Paradisi

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Mi sono detta: “A un certo punto di queste divagazioni  mi devo pur far conoscere”. Le storie della mia vita non sono un libro aperto. Si sappia che io parlo molto con i miei cani e gatti. Ci capiamo a dei vertici che possono sembrare folli agli increduli, ma non ai padroni dei cani. Non è semplice comprendere la portata vitale della presenza di un cane e di un gatto in casa. Vuol dire garantirsi contro la solitudine in un modo gioioso, sereno, senza paure. In questo senso l’animale ha dei poteri soprannaturali. Io lo penso. E siccome sono reticente mi fermo qui. Ma quando sono sola, o anche con loro, parlo spesso con quelli che mi sono morti; ne ho avuti tanti e loro ci lasciano troppo presto. Cosa avranno pensato di me, che non ho versato una lacrima?

I padroni degli altri piangono molto e non prendono altri cani, almeno non subito, dicono proprio così: “Non subito, non sono pronto”. Io aspetto al massimo un giorno, e il nuovo amico mi sembra il tributo delle lacrime che non ho versato. Loro sanno, quelli che mi sono stati vicini in momenti di grande dolore, che la morte non mi fa piangere, mi lascia attonita e in casi estremi tremante. Solo in quello che oramai è il ricordo mi raggiunge la commozione. Mi racconto che loro sono in paradiso. Che noi si vada in paradiso è un concetto, è piaciuta l’idea per esempio a Dante, che ci ha scritto sopra delle cose sublimi. A me piace credere che un paradiso per gli animali ci sia. Qui si aprono dei contradditori anche inutili. A me sembra che la loro capacità di sentimento vada al di là dell’istinto  e meriti una ricompensa superiore. (…) Mi direte che i paradisi sono idee consolatorie, ma una volta tanto sono buone idee. Tutto questo era un inciso.

Franca Valeri,  tratto da  Bugiarda no, reticente.