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di Valeria Ballarati

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Home Racconti e Poesie La caverna di Psiche

La caverna di Psiche

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Nell'uomo esiste invece, accanto a moltissimi altri, il sentimento della tristezza e quello più leggero della melanconia. Viene naturale pensare che abbia un rapporto con la morte, con la consapevolezza del nostro limite temporale che gli altri esseri viventi non sono in grado di percepire.

Io non credo però che sia il pensiero della morte a creare tristezza dentro di noi. Può creare paura, angoscia, bisogno di sfuggire in qualche modo da quella minaccia, ma non tristezza. Chi riesce ad accettare il pensiero della morte come inviolabile legge di natura, non per questo mette in fuga la tristezza.

Leopardi conta la tristezza del passero solitario pensando alla propria solitudine, non alla morte. E così lo sguardo melanconico delle Madonne del Botticelli o dei giovani del Tiziano e di Lorenzo Lotto. Non c'é paura in quegli occhi. C'é rimpianto. La tristezza é dunque un rimpianto? Di che cosa?

Non confondete la melanconia con la nostalgia: sono due sentimenti confinanti ma diversi.

Si sente nostalgia per una persona incontrata e poi smarrita, per un luogo, per un oggetto, per un animale, per una stagione della vita ormai lontana e consegnata alla memoria. Si ha nostalgia per le madeleines di tante Léonie, per le serate nel giardino di Combray, per le jeunes filles di Balbec. O per il rosmarino e le viole di Ofelia. Per gli occhi di Silvia, ridenti e fuggitivi.*

L'asse lungo il quale si snoda la nostalgia é la memoria, quello della melanconia é invece la fantasia delle vite che avremmo potuto vivere e non abbiamo vissuto, i trivi e i quadrivi della nostra esistenza dove il fluire del tempo ci ha imposto di scegliere una strada abbandonando le altre e il rimpianto di non averle percorse.

Ogni scelta comporta un abbandono, una rinuncia, una solitudine compensata da nuovi incontri che mai cancellano tuttavia la privazione subita o voluta.

 

Sono parole di Eugenio Scalfari, tratte dal suo ultimo libro "Scuote l'anima mia Eros "

 

* citazioni, in ordine, dal libro La Recherche di Marcel Proust, dal dramma di Schakespeare Amleto e dalla poesia A Silvia di Leopardi. (Questa precisazione é per me: ho l'abitudine di controllare le citazioni che mi pare di ricordare per accertarmi di ricordarle bene)