Le Sante dello Scandalo è un libro meraviglioso.
Attraverso le sue conoscenze linguistiche, la sua cultura e la sua sensibilità Erri De Luca interpreta le Sacre Scritture rimettendo forse in asse i ruoli delle cinque donne citate dall’Evangelista Matteo all’inizio del Nuovo Testamento.
E’ singolare ritrovare nomi femminili proprio in quel punto: singolare per la discendenza narrata, totalmente maschile, per il tipo di testo, per l’epoca, la posizione subordinata delle donne del tempo.
Può darsi che l’autore abbia pensato che era il momento. Io l’ho sentito come un regalo. Un regalo prima di tutto a loro – Tamar, Rahav, Rut, Bat-Sheva Betsabea e Miriam Maria - ma esteso di riflesso ad ogni donna, una sorta di riscatto storico nei tempi in cui l’argomento è così dibattuto, in cui fioriscono iniziative per la categoria femminile che sembra essersi avviata al suo percorso di consapevolezza.
E’ anche vero che la considerazione che ci viene dimostrata di questi tempi rassomiglia ancora molto ad una prova generale, ad un nuovo vestito o ad un premio di consolazione più che al raggiungimento di uno status vero e proprio … Gli uomini non sembrano pronti a guardare le donne come “esseri a loro pari”. Del resto le hanno sempre viste all’interno di ruoli che le sminuivano o le innalzavano, mai ad un livello paritario. Le donne erano le loro madri, sorelle, zie, figlie, mogli, amanti. Oppure segretarie, infermiere, colf, prostitute, oggetti di puro desiderio, aggeggi da pulsione, immagini erotiche da sognare o ottenere facilmente con il denaro o quel po’ di astuzia, per poi esibirle come trofei di caccia.
Il “femminile” si avvicina con fiducia al “maschile” che dimostra interesse, nel tentativo di capire di più di quell’essere, nell’illusione di instaurare un rapporto duraturo e venire apprezzate per la semplice e diversa natura. Le donne cercano nell’altro un’intesa che sia fatta principalmente di parole e di dono ma ciò non viene quasi mai compreso, viene confuso. E così i loro cuori si riempiono di ferite che hanno imparato a curarsi da sole, leccandosi come fanno i gatti; dispiaceri e amarezze delle quali non fanno parola, bocconi indigesti che sin da piccole hanno imparato ad inghiottire, perché sin da piccole hanno insegnato loro a stare in silenzio, a pazientare, a venir dopo poiché nate dalla costola di un uomo, nato prima di loro, e allora pareva giusto, secondo l’ordine cronologico, l'ordine alfabetico della vita, venire "in seguito" in quanto "donne" …
Invece arriva Erri, e attraverso la sua padronanza della lingua e la sua sensibilità, legge in un modo del tutto nuovo e inaspettato il testo sacro, dicendo no, non è come pensi o come ti avevano insegnato: tu sei meglio dell’opera prima, non sei un sottoprodotto ma il perfezionamento del manufatto originale, la versione migliorativa dell’originale esistente … Parla della bellezza che Dio aggiunge al mondo attraverso Eva, una bellezza che strugge il pensiero e i sensi maschili “portata con modestia da pedina”; una bellezza che ogni generazione femminile si impegna ad onorare, ma é imperfetta perché attratta dal genere maschile e per questo perseguita ed asservita al volere maschile. E anche il “partorirai con dolore” da secoli spiegato con una volontà divina di punizione verso la prima donna, è un grande ed irrimediabile falso …
Le cinque donne così raccontate non appaiono più portatrici di sventura e divisione, ribellione e oscurità ma al contrario sono mezzi di pace, di unificazione, di fede intesa come “il credere” a discapito delle regole, senza mai esitare.
Le donne trascurano di attribuirsi un valore. Dimenticano, non ne hanno bisogno, non se ne interessano. La loro vocazione è un congenito spirito di sacrificio, è il pensare prima alle necessità di un altro essere, come per una consuetudine, una regola non scritta che viene acquisita alla nascita ed eseguita automaticamente. Dunque sta anche alle donne cambiare lo stato delle cose. Cominciamo a riconoscerci, a darci un valore che non sia indissolubilmente legato ai servigi di cui siamo portatrici sane. Forse questa nuova lettura, questa carica di fiducia, servirà a questo scopo. Grazie, Erri De Luca.
Infine l’autore non sa perché parla di un uomo, Ante, alla fine del suo libro: proverò a darne una lettura personale. Ante era un poeta jugoslavo imprigionato per dissidenza e messo ai lavori forzati su di un’isola; aveva spaccato pietre ogni giorno per cinque anni, massi che non sarebbero serviti a niente, buttati a mare. Per sopportare la fatica pura di un lavoro inutile si era inventato lo scopo segreto: ad ogni sasso che spaccava liberava la scintilla che era racchiusa all’interno.
Probabilmente le donne riconoscono in loro un valore ma per tante ragioni lo dimenticano. E' quindi necessario che vi sia un uomo a ricordarglielo. Quando ciò accade è il riconoscimento della loro pari dignità di essere umano. Quando ciò accade una scintilla di felicità brilla nei loro occhi, liberata. La stessa scintilla che le donne cercano di liberare con il loro silenzioso e mite lavoro.
V.
“La profondità va nascosta. Dove? In superficie” - Dal Libro degli amici di von Hofmannstahl
Non sarà il canto delle Sirene