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di Valeria Ballarati

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Home Racconti e Poesie Di nuovo Buonasera 2011

Di nuovo Buonasera 2011

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Anche questa sera fingerò per amore” comincia con una bella frase e una canzone il fortunato spettacolo di Gigi Proietti a Roma di nuovo Buonasera a tutti 2011, é l’ultimo appuntamento prima della pausa estiva.
L’avevamo visto due anni fa ma é bello rivederlo, anche dall’alto della galleria, “dove ce stanno quelli che pagheno de meno” ma solo perché erano gli ultimi posti disponibili.

Ci piace vedere la sua “contaminazione di generi” che va dalla recita delle poesie, al sonetto del Belli, dagli accenni scherzosi alla sua scuola di teatro al Brancaccio (soffiatagli da sotto il naso da Maurizio Costanzo) alle vecchie canzoni romanesche, cantate da Gabriella Ferri e Lando Fiorini, che danno una connotazione romantico-nostalgica allo spettacolo, gradita e apprezzata visti gli applausi.

E’ il suo modo speciale di raccontare e fare l’avanspettacolo, come tiene il palco e muove con grazia le mani, le espressioni del viso (un po’ distanti stavolta!) le barzellette, lo sketch di Dino Verde del Guardiano del Cimitero, la satira elegante nella Signora delle Camelie, la spiegazione della “carrettella” attraverso il monologo dell’Otello, che ti fanno sembrare d’essere ad una riunione serale tra amici.

E che dire dell’improbabile fiaba finale del nonnetto? Coi personaggi fusi dal calo di memoria …

Gli viene bene anche Frank Sinatra I’ve got you under my skin e Fly me to the moon mentre un’orchestra dal vivo accompagna la sua voce, divenuta più roca col passare degli anni ma ancora emozionante.

Parla dello swing e del boogie-woogie prima di recitare l’ormai famoso monologo sull’amore – malato, denutrito, digerito, corrotto dalla noia, masticato,  vomitato, che assolve tutto anche l’ingiustizia, elargito, deforme, che le sue foglie ha rinchiuso raggrinzito. Ma quell’amore che era una certezza si è assopito e la mia anima ha smesso di sognare. Prima che il vuoto tutti ci divori, che venga presto il tempo in cui ci si innamori”.

Cuore di papà fa lavorare nel cast anche le sue due figlie, Susanna e Carlotta, carine, e ospita sul palco i clown di Andrea Tudisco di Roma dicendo “sono loro quelli seri” che attraverso la clownterapia consentono  ai bambini e ai genitori di superare fasi difficili della malattia, consentendo loro di stare insieme nella casa di accoglienza.

E' bello andare a teatro.  “Il teatro è finto ma mai falso”.

 

Una barzellettina dello spettacolo
La sapete quella dell’orango che sta su un albero nella foresta e se sta a fumà uno spinello …

arriva una lucertola e jé fa: che fai orango?
come che faccio? Me sto a fumà 'no spinello … e fuma ...
ché me lo fai provà?
Noooo, e perché? Me lo fumo tutto io … e fuma ...
eddai orango solo un tiro …
Nooo … t’ho detto de noo …
ma nun l’ho mai provato … eddai orango …
e vabbé, tiè, facce ‘n tiro …
la lucertola prende una boccata di fumo e si strozza, incominciando a tossire
te l’avevo detto che nun era pe’ tè, va in cerca d’acqua, và …
aiuto, aiuto! e la lucertola corre via in cerca di un po’ d’acqua …
vai, vai …  e intanto l'orango fuma ...
mentre la lucertola si abbevera allo stagno, dall’ acqua si leva un coccodrillo:  che stai  a fà?
sto a  beve …
e perché?
perché nella foresta ce stà un orango, che se sta a fumà 'no spinello …
e allora?
e allora l’ho provato e me stavo a affogà …
mò, mò … mò te lo sistemo io l’orango … vado llà e te lo sistemo …
il coccodrillo arriva nei pressi dell’albero e lo chiama: Orango!!
L’orango si gira: Siiii??  Madonna! E quant’acqua te sei bevuto???!!!”