Ci sono cataloghi di cataloghi.
Poesie su Poesie.
Ci sono drammi su attori recitati da attori.
Lettere in risposta a lettere.
Parole che spiegano parole.
Cervelli impegnati a studiare il cervello.
Ci sono tristeze contagiose come il riso.
Carte nate da carte macerate.
Sguardi venduti.
Casi declinati da casi.
Fiumi grandi per il copioso contibuto dei piccoli.
Foreste infestate da foreste.
Macchine destinate a produrre macchine.
Sogni che all'improvviso ci destano da sogni.
Una salute di ferro necessaria a riacquistare la salute.
Scale che portano giù come portano su.
Occhiali per cercare occhiali.
L'inspirazione e l'espirazione del respiro.
E ci sia anche, almeno di tanto in tanto, l'odio dell'odio.
Perché alla fin fine c'é l'ignoranza dell'ignoranza.
E mani ingaggiate per lavarsene le mani.
Una delle ultime poesie a cui Wislawa Szymborska lavorava.
Ciao, a lunedì!