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di Valeria Ballarati

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Home Racconti e Poesie Le parole e il silenzio

Le parole e il silenzio

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(...) Monte Oliveto ha il suo rumore: il vento.

Vetno sui cipressi del viale che dall'ingresso, dove c'é il ristorante e il parcheggio per i visitatori, conduce giù veso l'abbazia e, accanto, alla foresteria. Venti che, quando sali nella cella che ti viene destinata al primo piano, senti che si azzuffano nella vallata che sprofonda rapida. Refoli che si inseguono veloci lungo i colli brulli delle crete dove il grano, il vigneto, l'ulivo cedono il passo al pascolo. Di tanto in tanto, all'inizio di qualche strada sterrata al lato di quella che porta all'abbazia, vedi un annuncio che propone il "pecorino delle crete" prodotto dai pastori di qui. (...) Vedo l'elenco di nomi e ripenso all'incontro di Poggibonsi sullo spaesamento.*

Mi balena in testa che, tanto per cominciare, per difendersi dallo spaesamento occorrerà da parte di tutti, o almeno di molti, imparare di nuovo a dare i nomi precisi alle cose. I nomi esatti ai gesti, ai lavori, ai luoghi. A quanto prova il cuore e a quanto passa per la testa.

 

Come ci si difende dallo spaesamento? Rimettendo in cammino le parole. Avendone cura - come se fossero piante, fiori che ci sono stati affidati - affinché crescano, aderiscano sempre di più alla realtà che richiamano. Figlino, se possibile, in nuove denominazioni semprepiù esatte e precise.

Le parole, il disporre di troppe parole, non rischia di uccidere il silenzio?

Che il silenzio faccia bene, o meglio ancora, che aiuti a non fare male, eviti di combinare guai perché delle cose pensate magari ci si può vergognare ma di cose dette può accadere di doversi pentire, viene sottolineato con notevoli variazioni - appunto, di parole - da Bonaventura di Bagnoregio, ministro generale dei frati minori. Lo fa in un libretto del 1259. dedicato a una principessa fondatrice di un convento di clarisse.

Spiega dunque che

dalla lingua escono: la bestemmia, la mormorazione, la difesa del peccato, lo spergiuro, la bugia, la detrazione, l'adulazione, la maledizione, l'ingiuria, la contesa, la derisione dei buoni, il consiglio malvagio, la chiacchiera, la iattanza, la rivelazione del segreto, l'indiscreta minaccia, l'indiscreta promessa, il multiloquio, la scurrilità.

Insomma, a stare zitti non si sbaglia mai.

 

Brano di Giorgio Boatti tratto dal suo libro Sulle strade del silenzio, Viaggio per monasteri d'Italia e spaesati dintorni - Editori Laterza.

* Conferenza che ha tenuto l'autore.