Di tanto in tanto si affacciano al panorama culturale delle notizie che hanno dell'incredibile, delle quali a prima vista non si riesce nemmeno a immaginare la genesi.
La notizia é del Daily Mail e riguarda il caso della SOAS Università di Londra (ex Scuola di studi orientali e africani) la quale vorrebbe escludere dai programmi di studio due dei più grandi pensatori greci della tradizione occidentale: li hanno chiamati "uomini bianchi morti" con accezione negativa.
Cancellare Socrate e Aristotile dallo studio della filosofia equivarrebbe secondo loro a DECOLONIZZARE la filosofia, e perciò questo gruppetto di quattro studenti universitari stagisti con l'aiuto di quattro filosofi accademici (di materie piuttosto varie!) redigono e propongono una "nuova guida" al fine di introdurre una maggior evidenza delle prospettive filosofiche africane, asiatiche, mediorientali e dell'america latina.
E' come se nella ristrutturazione di una solida bella casa arrivasse un giorno un mediocre architetto sostenendo che la colonna portante dell'edificio si può anche togliere ... certo che si può togliere, ma a quale prezzo? Quanti puntelli avrà bisogno per reggersi di nuovo? Siamo certi che reggerà ugualmente? No, non é possibile avere certezze perché non l'abbiamo mai fatto prima e smantellare di solito é deleterio quando non si sa esattamente come ricostruire.
Ma la domanda fondamentale é un'altra, sempre la stessa: perché? Qual é il bisogno sotteso? Che necessità abbiamo di andare a toccare le radici del pensiero per valorizzare radici altre? Se abbiamo nuove idee non sarebbe sufficiente accostarle? A me sembra un'attitudine sbagliata distruggere qualcosa per far emergere qualcos'altro.
Se il Dr Paul Giladi, uno dei fautori del testo, trova che la sua formazione filosofica universitaria sia stata troppo disinteressata alla saggezza proveniente dagli altri paesi, per quale ragione se la prende coi pensatori stessi? Se sta accusando l'università di non formare il pensiero critico come può far orginare la vicenda da Socrate, avendo studiato gli avvenimenti della sua vita? Ho il dubbio che forse non l'ha studiato bene: Socrate é la figura simbolo del pensiero critico! Come fa a non saperlo?
Se l'ambiente universitario non é fatto per sviluppare il pensiero critico - cosa su cui posso anche concordare - ciò non riguarda di certo i testi e le lucenti figure pensatrici del passato; la strutturazione attuale non inficia di certo la valenza dei singoli corsi, dai quali il pensiero critico sorge spontaneamente se si ha la bontà di seguire le lezioni. Quel che intendo dire é che nel vasto panorama universitario ci sono ancora figure accademiche che amano la loro materia di studio, ottimi insegnanti con la passione per quello che fanno (ne ho conosciuti diversi) e loro riescono ancora a trasferire il sapere e la voglia di capire di più a chi sta studiando. Certo, il meccanismo universitario é spesso ingombrante, a volte soggiogante in una miscela di convenzioni e conformazioni, ma non inficia l'insegnamento che resta saldamente nelle mani degli accademici seri: é l'insegnamento e la discussione dei testi la linfa da cui lo studente trae ispirazione e organizza il pensiero critico, a partire dalla filosofia antica.
Passando alla critica della "riproduzione di una certa tradizione filosofica", argomento centrale, é forse il caso di ricordare al Dr Giladi che stiamo parlando della vera e propria radice culturale dei molti popoli vissuti da sempre nel bacino del Mediterraneo, popoli che a un certo punto avevano persino coniato una loro lingua comune per riuscire ad intendersi tra le molte lingue e dialetti parlati, per via dei traffici e dei commerci che mettevano in contatto paesi e culture le più diverse. E' un errore pensare che popoli e paesi fossero del tutto separati: era invece un unico grande movimento di persone di varia origine. L'esempio più facile sono gli imperatori romani d'origine africana ma ce ne sono di nati in Spagna, Libano (Fenicia), Gallia, Persia ... l'Oriente, il Medio oriente e l'Africa sono normali luoghi natii del passato. Agostino stesso era di Tagaste, città dell'Algeria!
A questo punto a me pare che l'oscurantismo sia della SOAS: sono loro a voler togliere la possibilità di insegnare i grandi pensatori.
Anche Simone Weil, filosofa del novecento, aveva espresso preoccupazione rispetto all'egemonia culturale e politica occidentale, in paricolare nei confronti dell'America considerata una nazione troppo giovane e senza una propria cultura (derivata cioé dalla cultura europea a causa delle radici storiche e dei flussi migratori), esportatrice di un modello di società basato sull’individualismo, sul consumismo e sulla tecnologia a scapito di valori più profondi e spirituali; Weil temeva che questa tendenza avrebbe portato a una perdita di senso, a una sorta di disumanizzazione, e per questi motivi desiderava un futuro avvicinamento spirituale a Oriente, sostenendo la vicinanza culturale all'Europa. Ella protestò e difese sempre strenuamente le vittime dei soprusi che vedeva perpetrare in Oriente e in Africa dalla Francia colonizzatrice, vergognandosi del suo paese, ma di certo non si sognava di rinnegare i classici, colonne portanti della sua ampia cultura di base nonché origine del suo spiccato spirito di osservazione.
I redattori della nuova guida includono Platone nel curriculum studi ma raccomandano testi che cercano "alternative" screditate o rese invisibili dai modi di pensare dominanti sul sud del mondo: testi sull'ingiustizia epistemica, sul femminismo rispetto alla supremazia della razza, sulla sovranità della conoscenza tra i pastori di bestiame africani (agricoltura, nel mondo globalizzato). Bene, perché no. Ma cosa c'entrano Socrate e Aristotile?
L'unico suggerimento che mi sembra sensato accogliere é quello realtivo agli insegnanti, i quali dovrebbero comprendere meglio il loro ruolo nei “sistemi razzisti”: giusto, lo abbiamo visto bene con il Covid. Il meccanismo universitario soggiogante frammisto convenzione e conformazione aveva in quegli anni preso il sopravvento trasformando chiunque - non solo gli insegnanti - in una sorta di sceriffo razzista verso chi non si vaccinava o non aveva il green pass. I percorsi segnati a terra alla facoltà di Filosofia in Sapienza venivano fatti rispettare anche se, mediante pensiero critico, sembravano da subito una sciocchezza gigante così come é poi emerso dalle ammissioni dei responsabili ai processi. Era ridicolo starmutire nel gomito e poi salutarsi col gomito (?!), prendere il caffé in piedi senza green pass o seduti con green pass, mettere la mascherina in assenza di sintomi e tenersi a distanza di un metro gli uni dagli altri. Comprendere il prorio ruolo nei sistemi razzisti e non farsi trasformare (seguendo la legge) in improvvisati kapò, é suggerimento valido per tutte le stagioni e tutte le categorie di persone.
Ma vediamo adesso come devono essere gli insegnanti della "classe decoloniale" secondo la guida: devono "rinunciare al ruolo autorevole, disimparare dai propri presupposti e imparare invece dagli studenti, nonché abolire gli esami con carta e penna, le tesine, sfavorevoli agli studenti provenienti da contesti culturali diversi o con problemi neurotipici". A questo proposito, vogliamo parlare di uno dei danni del colonialismo primordiale evidenziato da Simone Weil?
Diceva la pensatrice che c'era da aspettarsi che, una volta assimilati, i popoli sottomessi divenuti in posizione di forza, avendo appreso dall'Occidente l'uso della forza, nel tempo avrebbero ripetuto lo stesso tipo di errore rimanendo affascinati dalla logica della potenza. Forse siamo arrivati a questo punto nel desiderio di cancellare dagli studi Socrate, un filosofo che faceva domande e si interessava all'opinione altrui, innescando il confronto, il dubbio, il ragionamento in chi lo ascoltava. Quello stesso Socrate che si attiene a una Legge ingiusta, a una sentenza di morte giunta perché orchestrata ad hoc dal politico e dal suo scagnozzetto, visto che il potere costituito non accettava di essere messo in difficoltà (ieri come oggi); é il Socrate povero, che vive in semplicità e passa la sua vita nella piazza, dialogando con chiunque, col solo intento di rendere migliori i cittadini ateniesi. Socrate rispettoso, che non fugge di fronte alla morte pur avendone la possibilità.
Sosteneva di non aver nulla da insegnare ma insegnò molto, non a parole ma col comportamento.
Socrate per questo ha ancora da insegnare ma ... gli accademici della SOAS perché non lo sanno?
Concordo sull'essere svegli, ma non sull'essere "woke" se il risultato é questo.
V.