Vi piace il cinema d’autore? A me da matti.
L' abitudine ai film di qualità é nata circa vent'anni fà, da quando vidi la prima rassegna al Cinema-Teatro Manzoni di Busto Arsizio grazie ad alcuni amici più acculturati di me.
Adoro questo appuntamento settimanale, è come per gli uomini la serata di calcetto. E mi piace il rito.
Il solito spettacolo delle otto e un quarto, la solita 7° poltrona nell’ultima fila in alto, la solita visuale libera e non a caso: nel posto di fronte al mio manca la seduta. Le luci soffuse della sala, il velluto bordeaux, i miei rassicuranti vicini di poltrona: Patrizia e il suo compagno a sinistra, Luisa e suo marito davanti. Con il resto della platea siamo una piccola comunità perchè, chi più chi meno, ci si conosce almeno di vista.
Osservo le persone entrare alla spicciolata, i conosciuti si accomodano qua e là, si salutano, chiacchierano, gli sconosciuti decidono quale é il posto migliore. Leggendo la scheda del film ascolto distrattamente i dialoghi e inavvertitamente mi faccio anche un po' i fatti loro: “Oddio, non ti avevo riconosciuto! Scusami, ho le mani gelate!” eh si, questi non si vedevano da tempo … “Ma guarda chi si rivede!” Ma no, ha solo cambiato posto … “Hai sentito cos’ha detto oggi il Premier?” Eh, no, almeno questo stasera no!
Nell’attesa che la mia amica arrivi apro delle caramelle qualsiasi (liquirizie, gelée, gommose) che di solito finisco entro breve.
Alessandra arriva trafelata e puntualissima nei 30 secondi che precedono l'inizio dello spettacolo; a differenza sua se negli appuntamenti della vita io non arrivo almeno un quarto d’ora prima – se non mezz’ora, ma un’ora è meglio - mi viene l’ansia.
Se fa tardi invece mi chiama. Nel brusio della sala la suoneria della colonna sonora di Screck incuriosisce giusto il tempo di trovare il cellulare perso nella borsa: “Ciao! Arrivo eh?!” “Ok, ti aspetto. Ti ho comperato le caramelle alla cola” “Buone! E tu vuoi l’acqua?” “Si, l’acqua si, grazie!” “Sei al solito posto?” “Ma certo!” “Ok, arrivo. Spegni il cellulare!” “Subito Signora!”. In realtà siamo entrambe apprensive, in modi diversi.
Perché nessuno mi chieda "scusi, é occupato?" riempio il posto a fianco al mio con le cose disponibili: sciarpa, caramelle, scheda di approfondimento del film e a proposito! Sono bravi a redigerla, oltre alla trama si trovano interessanti spunti e commenti, recensioni famose, interpretazioni, sinonimo di grande passione e amore per il cinema.
Se volete leggerne qualcuna sono disponibili on-line sito del Cineclub.
Un bel film, come un bel libro, allarga la mente e sazia almeno un po’ quella fame di esperienze, di scelte e di conoscenza che – non so voi – ma io ho sempre. Quando la proiezione incomincia vivo coi personaggi immersa nel racconto, nel buio della sala cinematografica e grazie al grande schermo le emozioni si amplificano, le musiche rapiscono. Mi piacciono i film che fanno riflettere, parlando direttamente all’anima e rendendo per questo le persone più ricche.
Un grande sceneggiatore cinematografico, Fabio Bonifacci, dice sul suo sito:
"Le narrazioni sono portatrici di senso. Suggeriscono un significato che, nella vita quotidiana, spesso ci sfugge, o non c’è, chissà. Certo, nelle narrazioni il senso non è enunciato in modo esplicito: è suggerito, indicato, fatto balenare. Questo perché il senso delle narrazioni non è una visione del mondo “compiuta” come quella delle religioni, della politica o della scienza. E’ un senso più problematico, più impalpabile, più indicibile. Somiglia più a una domanda che a una risposta, più a una contraddizione da illuminare che a una verità da dire. E’ un dubbio, una qualità dello sguardo, uno stile, un modo di respirare."
E ancora:
"Nelle narrazioni seriali - i film commerciali, n.d.r. - il senso non c’è perché è puro intrattenimento, sono trame che servono solo allo svago. Invece il senso di quelle narrazioni c’è, ed è tragico. Almeno secondo me, il patto che l’intrattenimento di evasione offre allo spettatore suona così: “ehi amico, la vita non ha senso, tu lo sai, io lo so, non perdiamo tempo in storie che ne cerchino uno. Ti offro qualcosa di più sicuro: ti distraggo qualche ora dalla tua ansia del nulla, intanto passi un po’ di tempo, poi troverai qualche altra distrazione”. E’ una opinione personale ma secondo me l’intrattenimento leggero che domina la nostra epoca non ha nulla di leggero, anzi si fonda su un pessimismo apocalittico: “la vita non ha senso e non vale la pena cercarlo, meglio distrarsi un pochino”. Leopardi al confronto era un guru dell’ottimismo."
Vuoi vedere che la nostra é una piccola comunità di ottimisti?!? Si, io credo di si.
Per saperne di più sul Cineforum al Cinema Astoria di Anzio ecco il video Rai 3 dell’intervista a Eros.
Aggiornamento del 27 Febbraio: la mail di Eros dopo la lettura dell'articolo.
Carissima, ho trovato l'articolo e mi ha commosso nel più profondo dell'anima. Non avrei saputo descrivere meglio l'emozione che provo io il giovedì quando condivido i film che ho amato di più con persone che all'80% hanno una sensibilità in cui (finalmente) mi posso riconoscere. GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE! E' per le persone come te e la tua amica che 21 anni fa ci siamo buttati nell'impresa ed oggi devo dire grazie al cinema non soltanto per avermi "salvato la vita" ma anche per avermi dato l'opportunità di entrare in contatto con persone belle come voi ... Con il mio affetto più grande, Eros
p.s. Ho fatto leggere il tuo articolo ai miei amici e tutti hanno fatto i complimenti per le cose che diceva e per come era scritto bene. Mi sono sentito benevolmente invidiato e per questo ancora ti ringrazio. Ci vediamo giovedì... Un caro abbraccio, Eros