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di Valeria Ballarati

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Crozza "copione" e il gregge di Saviano

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Anche la tv, nel suo piccolo, sa porre grandi questioni, non facili da decifrare. Primo problema: si copia o non si copia? Il caso Crozza è un caso di scuola: secondo alcuni il cosiddetto «popolo del Web» avrebbe smascherato Maurizio Crozza, reo di aver furbescamente attinto le battute della sua ultima copertina di «Ballarò» direttamente da Twitter, «rubando» qua e là battute divertenti. Secondo il deputato Pd ed ex presentatore tv Andrea Sarubbi, Crozza «avrebbe fatto spesa proletaria su Twitter». Secondo altri Twitter è come il bar: uno passa, sente una battuta e la fa sua, «perché una buona parte delle battute comiche - ha scritto Michele Serra - è "res nullius", come i pesci del mare».

Il problema è questo: come mai il «popolo del Web» (esecrabile espressione), che ogni giorno si lamenta perché il copyright, a suo dire, danneggia la circolazione delle idee e della conoscenza (insomma, vorrebbe scaricare tutto gratis: film, libri, canzoni, articoli), s'indigna così clamorosamente appena si accorge che uno «ruba» una battuta dal Web?

Secondo problema: il «popolo della Tv» (esecrabile espressione) ama la poesia? Domenica sera, Roberto Saviano aveva appena finito di leggere l'ultimo verso di una poesia di Wislawa Szymborska che già su Amazon erano state vendute ottocento copie del libro della poetessa polacca. Anche in libreria pare ci siano forti richieste. Del resto, quando Fabio Fazio presenta un libro è facile che il medesimo entri nelle classifiche delle vendite.

Il problema è questo: il «popolo della Tv» ama la poetessa Szymborska, di cui fino a quel momento non aveva sentito mai parlare, o Saviano? Compra il libro perché è interessato alla poesia o perché si sente gratificato dall'appartenere al gregge di Saviano? Il libro viene comprato perché è apparso in tv? Domande. Prima che giunga il momento in cui non imitiamo altri che noi stessi, altri che il gregge che è in noi.

Fonte

 

Pronti! Ecco qua la mia versione alle sue molte domande.

Primo problema: si copia, ma certo che si copia! Vuol mettere tutti questi giornalisti stanchi e con l'ansia da foglio bianco, questi autori obbligati per contratto ad inventarsi battute a raffica, questi sceneggiatori che attingono a piene mani dalla vita vissuta altrui per farsi venire le idee ... é bellissimo!

Fase successiva: quando il popolo del web viene copiato ... "rosica!" come si dice a Roma. Oppure c'é quello sparuto gruppo che, abbracciando appieno la questione delle idee circolanti, si stringe la mano da sé felice di aver avuto un'idea che vede apprezzata altrove. Magari si spinge sino a raccontarlo in casa, naturalmente non creduto ...

Secondo problema: il popolo della tv ama la poesia, é sicuro, ma la ama solo nel momento in cui ne viene a conoscenza. Io ad esempio sentii parlare per la prima volta della poetessa da Paolo Di Stefano, sul corriere, ed é così che decisi di acquistare il primo libro, e poi un altro. In seguito sarà pura  questione di gusti: a qualcuno piacerà Transtromer ad altri il Belli.

Caro Professore, nonostante le sue note sacche di perplessità nei confronti del "ragazzo di provincia che dovrebbe guardarsi intorno" Saviano é amato a prescindere dalla Szymborska; in quel punto é stato solo il mezzo, la fonte di conoscenza attraverso la quale la poetessa é giunta al popolo della tv. Potremmo considerarlo un favore.

Infine una nota su Fazio, visto che ne parla lei ed io avrei sempre voluto ma, non osavo. 

E' ovvio che il libro in tv é promozione pura e semplice che impennerà le vendite: ci vorrei andare anch'io da Fazio a pubblicizzare i miei scritti. (scherzo!) Diciamo che mentre l'intervista va in onda basterebbe aggiungere "messaggio promozional-letterario" (dicitura copiata dal genio di Ricci) così che Fazio non sarebbe più costretto a far finta di cadere dal pero, o di non capire quando quella gran mente del figlio di Piero Angela, invitato a Che tempo che fà per parlare della sua ultima fatica letteraria* se ne esce candido candido con qualcosa del tipo "a proposito, grazie, le vendite l'ultima volta erano andate benissimo!".  Lo ritrovi il passaggio: la faccia di Fazio é imperdibile.

E' divertente la tv in diretta, la spontanietà la fa diventare un pochino più vera.

Per chiudere in bellezza un brano tratto da Alzaia, di Erri De Luca:

Diritto d'Autore

"Le strette di mano, gli abbracci tesi, gli spasmi dei singhiozzi: era il fornicolare dei gesti ora di abbandono ora di invito alla saldezza. Era tutto un esercizio di muscoli che si contraevano e poi si lasciavano andare in cerca di una sola verifica: noi siamo vivi, vero? Siamo ben saldi nella vita?" Scrivevo molti anni fa questa scena intorno alla morte di una persona cara. Ero giovane allora e mi pareva di aver scoperto qualcosa, di averla inaugurata scrivendola. Oggi so che nessuno inventa niente, tutto é stato scritto e a chi scrive resta il margine di una variazione. Si é redattori di varianti, mai più autori.

La stessa scena del mio racconto l'aveva già scritta, ovviamente meglio, Gorkij in Giovinezza tormentata, come scoprii in seguito a una delle mie letture a casaccio. Nella stanza di lutto si alza un grido di dolore e tutti possono finalmente esclamare il loro ad alta voce: "Erano esseri pieni di vita e felici di dirselo scambievolmente con quegli urli, quei gridi isterici da scorticare la gola: melopea secolare della quale solo i contadini russi conoscono l'arte singolare e penetrante". Oggi credo che neanche Gorkij sia stato il primo a descrivere la sensazione di vitalità che é nel dolore dei lutti: ha solo prodotto una diramazione propria da un tema universale. La morte conferma la vita e unpezzo di dolore sta nel sentire dentro di sé una così forte, bestiale reazione di vitalità di fronte alla perdita di una persona cara.

Il Diritto d'Autore si fonda su una presunzione di primizia ed originalità e sulla buffa pretesa che alle storie si possa applicare un brevetto.

* mi pare si trattasse di "Una giornata nell'antica Roma".