Una mattina verso la fine di luglio tre zingari sono entrati in negozio.
Avevo appena aperto.
Dalla strada in lontananza avevo udito una melodia e ci stavo ancora pensando quando questa donna dalla gonna lunga e dalla camicetta sgargiante, con una lunga treccia di capelli neri, si é piazzata davanti alla mia scrivania con un sorriso che non sapevo come interpretare. Dietro di lei suo figlio, anche lui sorridente.
Improvvisamente dalla porta entra un altro zingaro, uomo, e con il suo sax intona le prime note di Besame Mucho, loro lo seguono il ritmo coi tamburelli.
Mi son detta: "vedi, non c’è pericolo, é una famigliola" e più tranquilla mi sono accomodata nella mia poltroncina. Avendo questa piccola orchestra tutta per me per qualche minuto li ho guardati ed ascoltati, godendomi lo spettacolo e la musica.
E' stato un bel modo di cominciare la nuova giornata di lavoro.
Molto di bello è successo in questa estate ma la lezione più grande, ciò che cercherò di ricordare in futuro è che non tutto è come sembra. Infatti ciò che all’apparenza può sembrare MALE a volte non lo è, e viceversa ciò che sembra un BENE potrebbe invece rivelarsi un guaio.
Può capitare di cadere nei tranelli tesi, di dar credito o fiducia a coloro che sono abili nel carpirle, per poi amaramente scoprire nel tempo che si tratta di persone diverse da come si erano presentate o da come NOI le avevamo immaginate. E non mi riferisco al truffatore che spacciandosi per un appartenente agli Scout locali si è fatto consegnare i miei 35 euro di sovvenzione per la festa in piazza Lavinia, ma alle diverse esperienze che mi avete raccontato.
Alla fine abbiamo realizzato che non possiamo (e non sarebbe nemmeno giusto) cambiare il nostro modo di essere a causa dei truffatori: se siamo contenti di noi, del nostro modo di essere e della fiducia che accordiamo agli altri, non dobbiamo cambiarlo. E’ certamente importante fare attenzione ma al di là di questo le “fregature” nella vita ci saranno sempre, e anche se fanno male poco importa, non è grave. L’aspetto più importante della faccenda è imparare a non arrabbiarsi E accettare serenamente le sconfitte facendone tesoro, per apprendere dall’esperienza e fare meglio all’occasione successiva. Dunque coraggio, avanti per la nostra strada!
E allora rieccomi qua, pronta a ricominciare, ma prima voglio raccontarvi due cose di questa estate appena trascorsa.
Intanto ho fatto una cosa pazza (per me pazza) che desideravo da tempo: mi sono sottoposta ad una seduta di ipnosi con un bravo medico belga, una esperienza molto bella di cui racconterò nei prossimi giorni. Ho letto poi alcuni libri e mi è rimasto un ricordo speciale di Da domani mi alzo tardi, di Anna Pavignano, che racconta la sua storia d’amore con Massimo Troisi. Non voglio anticiparvi nulla, anche di questo libro parlerò presto.
Ma gli episodi più spassosi della mia estate e della mia settimana di vacanza a Livigno sono le partite a carte con le suore.
Come sapete le sorelle sono notoriamente esseri miti ma … a carte lasciale stare!
A parte che giocano con l’esperienza di un PPP - Professional Poker Player - ma lo fanno con regole del tutto inventate! Tipo che se tu sei di mazzo, il giocatore successivo può prendere la carta a terra senza calare, e vagli a dire che quella regola là non l’hai mai sentita, e nemmeno gli altri giocatori l’hanno mai sentita: non sentono ragioni ed hanno la faccia angelica di chi ha sempre giocato così.
La verità è che (purtroppo) non c’è storia: mettono in tavola con la facilità degli aficionados del tavolo verde, e pur dandosi consigli che hanno talvolta dell’incredibile, tenendo su carte inservibili, e dimenticandosi di attaccare le buone, nonostante tutto, inspiegabilmente, CHIUDONO!
Del resto qui siamo nell’ambito del miracolo, lo straordinario é all’ordine del giorno e non si può sottovalutare né la protezione generata dall'appartenenza all'ordine, né il cicchetto d’ordinanza offerto coi biscottini, che ti annebbierà le idee ma per ospitalità sei obbligato ad accettare - l’ha fatto la sorella cuciniera! - e mentre tenti di organizzare una contro-mossa all’apertura di prima mano della sorella più agguerrita (Suor Assunta) sai già che sarà un'altra Caporetto.
Certo che se giochi contro l’Assunta il nome è già abbastanza indicativo e non è che puoi sperare di vincere, al limite tenterai di competere, o meglio di non uscire … ad ogni modo, più di una partita è stata incredibilmente chiusa nei primi due giri, cosa che non vedevo da tempo innominato. E io che pensavo di cavarmela a scala quaranta! Ma contro le suore niente, nisba, nada, No chance at all.
W le suore! Ci siamo divertiti da pazzi.
Tornata a casa dopo la settimana di gioco d’azzardo, lunghe camminate nella vallata, e osservazione di marmotte che si chiamavano mattino e sera sulla collina alle spalle del al nostro chalet, la mia giornata è ripresa normalmente. Sono tornata in negozio e alcune persone sono passate a salutarmi.
Noah (vucumprà del Senegal) venne prima di ritornare definitivamente in Francia: ora che la famiglia si è allargata e ha due bambini piccoli sua moglie ha bisogno di lui e, giacché in Italia la situazione non è più così semplice ha deciso di cercare lavoro laggiù, e rimanere a Parigi stabilmente.
Mariana (ragazza rumena, colf) arrivò un po’ provata: il suo ex marito, padre dei suoi 4 figli, che conduceva da anni una vita disordinata in Italia, è venuto a mancare e lei si è occupata del necessario per fargli avere una sepoltura. Era diventato alcolista, non aveva contatti con la sua famiglia in Romania e nonostante lei li abbia raggiunti telefonicamente non hanno voluto riportarlo a casa. E così lei e i suoi figli l’hanno curato ed assistito. Cara Mariana, che vita dura la tua, ma tu sei una donna forte.
Anche Hira (indiano) passò, aveva una bella notizia. Il mio colf indiano e suo fratello avevano finalmente ottenuto il ricongiungimento familiare e affittata una casa per la famiglia hanno iscritto i loro bimbi alla scuola italiana; tra qualche giorno arriveranno in Italia per vivere finalmente tutti insieme.
Belle storie. La vita é un po’ questo: belle storie normali, che hanno dello straordinario.