Dopo il comunicato SSNV, il trafiletto del quotidiano diretto da Angelo Frigerio, a supporto di chi sfrutta gli animali per profitto. Quanta malcelata paura di perdere guadagni, a discapito di un'alimentazione sana e senza sofferenza per gli animali.
Torino – La diffusione della dieta vegana e vegetariana sarà uno degli obiettivi del Comune di Torino. All’interno del Programma di governo 2016-2021, approvato ieri dalla nuova giunta guidata dal sindaco Chiara Appendino (nella foto), uno specifico capitolo è infatti dedicato alle iniziative in tema di tutela dell’ambiente e degli animali. Tra queste è prevista anche la “Promozione della dieta vegetariana e vegana sul territorio comunale, come atto fondamentale per salvaguardare l’ambiente, la salute e gli animali attraverso interventi di sensibilizzazione sul territorio”, come si legge a pagina 26 del Programma. Non si specificano quali saranno gli effetti concreti, anche se il passaggio citato ricade sotto il capitolo “Azioni di breve periodo – Fondi europei”, il che lascia supporre tempi ristretti e l’utilizzo di risorse pubbliche. Sulle pagine del Corriere della Sera, l’assessore all’Ambiente e alla Tutela degli animali, Stefania Giannuzzi, che si dichiara vegetariana, assicura che non ci saranno contrapposizioni con il settore della carne e che non verranno danneggiate le piccole botteghe, ma verrà valorizzato il patrimonio enogastronomico piemontese. Quindi anche quello delle carni, settore centrale nella zootecnia regionale. Riesce difficile pensare a come si possa promuovere una dieta senza carne da un lato e valorizzare una tradizione gastronomica che conta anche bolliti, battute di fassone, girello, prosciutto cotto, salame Piemonte e così via. Ma c’è un altro aspetto del Programma che suscita qualche perplessità. Tra le azioni previste al capitolo Benessere e tutela degli animali si legge infatti: “Istituire progetti didattici nelle scuole sulla tutela, sul rispetto degli animali e sulla corretta alimentazione in collaborazione con le associazioni animaliste, medici nutrizionisti, organi di polizia ed esperti di settore”. Va benissimo che si tratti il tema della corretta alimentazione nelle scuole, ma auspichiamo che non ci sia confusione nei ruoli e che siano solo i nutrizionisti qualificati a farlo.