ROMA - A Cinecittà non c’è più il cinema, spenti i riflettori nei teatri di posa, sbarrati i cancelli, mitici, sulla via Tuscolana. Gli scarsi visitatori entrano dall’ingresso secondario e si incamminano tra solennità di cartongesso rimaste lì in memoria di un glorioso passato. Ma non sono sole. Dante Ferretti, uno che non ci lavora da quando non disegnò “Gangs of New York” di Martin Scorsese, una decina di anni fa, si ostina a mantenere il suo laboratorio di scenografia proprio qui, sulla destra del viale centrale, quasi di fronte al celebre Teatro 5. È qui che comincia l’ideazione delle sue scenografie prima di raggiungere il luogo delle riprese ed è qui, nel grande spazio luminoso del suo atelier, che lo incontriamo. Ha abbandonato per qualche giorno gli studios londinesi di Pinewood, dove sta lavorando a “Cinderella”, il film della Disney con la regia di Kenneth Branagh. E con un paio di assistenti raccoglie i materiali per la grande mostra che da settembre a febbraio gli dedicherà il MoMa di New York. «Ci saranno disegni, bozzetti, certamente l’orologio di “Hugo Cabret”, i lampadari di “Salò”, le statue dei leoni di Venezia, un pezzo di aereo di “The Aviator”, la testa del cavallo del “Barone di Münchausen”, più allestimenti vari. Ma credo che l’elemento più divertente sarà il labirinto di Fellini, un gioco di teli sui quali proietteranno le immagini dei suoi film».