Tradizionalmente la Filosofia nasce a Mileto, una colonia greca dell’Asia Minore, nel VII sec. a.C.
Mileto è cittadina portuale, ricca e dinamica in scambi commerciali, aperta al dialogo, all’incontro con nuove culture, ai modi diversi di concepire il mondo. I milesi amavano dialogare per scoprire, avendo intuito che una maggior conoscenza aumentava le possibilità stesse dell’uomo.
Talete, Anassimandro e Anassimene sono considerati i primi filosofi[1] della storia, appartenenti a quella che viene definita “La scuola di Mileto” ma che non fu propriamente una scuola, giacché i suoi rappresentanti vissero in epoche diverse e non è certo che si conobbero.
Le scuole infatti, per come le intendiamo, sono luoghi di aggregazione, vicinanza, scambio, dove gli hetairoi (compagni) condividono un indirizzo di pensiero, un atteggiamento metodologico o culturale, ovvero alcuni tipi di interesse (a volte anche beni materiali).
Ciò che accomuna invece gli ionici è l’oggetto dei loro pensieri: l’origine della psysis, (Φύσις) PHYSIS, la natura che circonda gli uomini, primo oggetto di indagine filosofica.
Il termine deriva dal verbo “phyo”, che significa “cresco”, “nasco”, legato quindi a un concetto di energia che dà la vita, per cui i fisici (o fisiologi) si occupano della physis intesa come un movimento di generazione.