Mangiabiologico.it

di Valeria Ballarati

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Un incubo

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E' un po' che non ci sentiamo e c'è un motivo.

A Roma si direbbe che 'non so più a chi dare i resti', è stato un ottobre piuttosto intenso.

Sono ricominciati i corsi all'università e dunque appunti da sistemare e studiare, libri da leggere, e in più la raccolta firme per il referendum abrogativo del green pass, che mi ha occupato ogni sabato pomeriggio e domenica mattina, momenti che avrei da dedicato alla casa, a ripassare, riordinare le idee.

Non è stato proprio facile seguire tutto, resto pur sempre l'AD di questa Family Company, e non è poco a incombenze neanche questo. E' stata tutta una corsa, tutta un'organizzazione, e solo così mi sono destreggiata - come un equilibrista sul filo - tra l’ascoltare una lezione a distanza e infornare una torta salata, ripassare Marx giovane e piegare i panni asciutti, ritrovare cosa aveva detto Wittgenstein a Filosofia della scienza per paragonarlo a quanto spiegato a Estetica del Prof. Marchetti [mentre facevo spesa], e soprassediamo sui panni da stirare. Aspetteranno tempi migliori.


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Storie di resistenza

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Voglio raccontare una storia.

Molti anni fa, al mio paese, Buscate in provincia di Milano, il sindaco accettò una discarica a ridosso del paese. L'idea ai cittadini non andò giù.

Era una bellissima zona boschiva, la tipica brughiera lombarda nei pressi di una cava, un posto che andava tutelato, ricco di fauna e flora, e che si sarebbe trasformato in orrore.

Inizialmente si organizzarono presidi di persone.

Ogni volta che una ruspa arrivata per cominciare i lavori suonava la sirena antiaerea nella torre dell'acqua, le persone lasciavano le loro faccende e accorrevano a piedi, in bicicletta, coi trattori, camioncini e auto. Ma siccome ci provavano sempre più spesso, a ogni ora del giorno e della notte, si decise di organizzare un campo stabile, con guardie su turni.

Ognuno in paese aveva un ruolo e contribuiva come poteva: c'era chi cucinava, chi cantava e suonava la sera, chi portava i viveri, chi una bombola del gas, una coperta, o leggeva una favola ai bambini, sempre presenti.

Passarono molti mesi. La comunità era sempre più forte e difendeva il territorio.

Si formavano delle catene umane: la gente si teneva a braccetto rimanendo immobile.

Uno degli ultimi giorni di presidio arrivò la celere: ci furono ossa rotte, traumi, ematomi e contusioni anche sulle madri di famiglia, che ne uscirono peste e sanguinanti, gridando tutto il loro sdegno.

Ne scrissero i giornali. Ma fu l'ultima volta.

Poi le ruspe andarono via e non tornarono mai più.

Buscate fu il secondo paese in Italia ad avviare la raccolta differenziata e ad aprire un eco-centro. Ricordo mucchi di potature convogliate e trasformate in compost,  restituite ai cittadini gratuitamente, sotto forma di fertilizzante per l'orto e i fiori. Con l'assessore Enrico e un gruppo di persone, la sera, camminavamo per le strade per verificare quanti secchielli dell'umido venivano esposti per il ritiro. Aumentavano ogni settimana. Le persone avevano capito l'importanza del differenziare i rifiuti.

Il presidio restò ancora a lungo, era diventato un pezzo di storia del paese e un luogo caro a tutti.

Ho un ricordo vivo di quel periodo, avevo circa 20 anni, ed è proprio come oggi a Trieste.

Un giorno di questi ci faccio un giro a Trieste: voglio respirare ancora quell'aria buona di libertà, di giustizia e di comunità unita, la stessa di quel paesino di 3000 anime che lottavano insieme contro i danni del potere senza scrupoli.

V.

il video qui [a sentir la sirena mi viene ancora la pelle d'oca]

notizie dello spettacolo

prima pubblicazione 17 ottobre 2021

Aggiornamento - dopo aver dato ai portuali un appuntamento il 20.10 per discutere, il governo stamani manda polizia e carabinieri con gli idranti a sfollare. Questo ci da la dimensione di quanto vale la parola del governo - niente - e la polizia, e l'arma dovrebbero capirlo, togliersi la divisa e unirsi ai manifestanti, dato che i diritti sono anche i loro. Il governo del banchiere non eletto deve andarsene, non serve al popolo e crea solo sofferenza.

 

Tutte le ragioni per dire SI alla raccolta firme

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Referendum NO Green Pass – Tutte le ragioni per dire SI alla raccolta firme

La raccolta delle firme promossa dal Comitato referendario costituito da studiosi, docenti universitari, professionisti ed esponenti della cultura italiana al fine di indire un referendum abrogativo del Green Pass, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione, ha curiosamente suscitato in questi giorni rilievi strumentali e fuorvianti, provenienti in parte da fonte anonima, in parte da soggetti noti al pubblico per avere sostenuto, in passato, posizioni critiche in opposizione alle scelte governative e in parte da soggetti che hanno avviato raccolte di firme per finalità al momento sconosciute.

Per chiarire i dubbi dei cittadini, riteniamo quindi necessario rispondere punto per punto ai rilievi suddetti:

- “Se il referendum fallisce, il Green Pass diventa obbligatorio”Non è vero. Il Green Pass è già obbligatorio, perché introdotto dal Governo con una serie di decreti legge, in parte già convertiti in legge.

“Se il referendum fallisce, si rischia di legittimare il Green Pass’Non è vero. In caso di esito negativo, il referendum abrogativo non legittimerebbe alcunché. Giuridicamente, è uno strumento predisposto per chiedere l’abrogazione – e non la legittimazione – di una legge o di un atto avente forza di legge. Il referendum, inoltre, non impedisce lo svolgimento di altre azioni, quali ricorsi, scioperi o altro: la stessa incostituzionalità delle norme sul Green Pass può essere fatta valere prima, durante e dopo il referendum. Semmai, allo stato attuale, è il comportamento degli italiani che utilizzano il Green Pass a legittimare questo odioso strumento di discriminazione individuale e sociale.


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questa sera ho bisogno di bellezza ...

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[...]

Inoltre, per quanto si possano pensare solide le cose,

da qui tuttavia puoi notare che esse hanno corpo rado.

Nelle rocce e caverne filtra il liquido umore

dell'acqua, e tutto piange, con gocce abbondanti;

il cibo si sparge in tutto il corpo degli esseri viventi;

crescono gli alberi e portano frutto nel tempo opportuno

poichè il cibo si sparge, dall'estremo delle radici,

per tutta la pianta, attraverso i tronchi e tutti i rami;

tra i muri di casa s'insinuan le voci, e passano a volo

le stanze chiuse; il freddo rigido penetra fino alle ossa.

Tutto questo, se non esistessero spazi di vuoto, per cui possa ogni corpo passare, in nessun modo potresti vederlo accadere.

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35.000 camionisti contro il green pass

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Su svariati canali Telegram è ricorrente la data di lunedì 27 settembre come inizio di mobilitazione dei camionisti in protesta contro il green pass; si parla di 35.000 camionisti che bloccheranno le corsie autostradali viaggiando anche 30 km/h con le quattro frecce accese. Potrebbero iniziare le interruzioni della catena di approvvigionamento?

Da qualche ora è ricorrente in svariati canali telegram l'appello di 35000 camionisti che annunciano che a partire dal 27 settembre vi sarà una mobilitazione contro il green pass.

I camionisti diventano protagonisti della protesta ed in alcuni video affermano : "Quattro burattini al governo stanno facendo di 60 milioni di italiani quello che vogliono, ci stanno togliendo tutto: diritti, doveri, libertà e dignità. Siamo tornati ai tempi della dittatura. Ci volete marchiare? Le pecore le avete marchiate ora tocca marchiare i lupi, iniziate a tremare. Ne vedrete delle belle".

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