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di Valeria Ballarati

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Caccia alla volpe in periodo di riproduzione

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La Provincia di Teramo ha autorizzato battute di caccia di gruppo, ciascuna fino a 30 cacciatori e 5 cani, sino al 15 aprile 2013.

Senza Valutazione d'Incidenza e senza il parere ISPRA, in un periodo in cui tutti gli animali, comprese le volpi, sono in fase riproduttiva.

Protestiamo!

Scriviamo una e-mail al Presidente della Provincia di Teramo, all’Assessore alla Caccia e al Dirigente del Settore Caccia, ai giornali locali, manifestando il nostro dissenso all’abbattimento delle volpi e chiedendo (almeno) di fermare la caccia in un periodo in cui non si dovrebbe andare a caccia!

Qui articoli WWF e informazioni sulla delibera:

http://lagramigna.blogspot.it/

http://cacciabruzzo.blogspot.it/

https://www.facebook.com/events/505355439530719/

 

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Buona Pasqua

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"Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis."

 

 

 

 

Mara Carfagna e la gaffe da trasporto

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Mara Carfagna l'altra sera, a Ballarò:

"oggi sono venuta in taxi e il tassista mi raccontava che moltissime persone piangono nel taxi perché la crisi é forte e non ce la fanno ad arrivare a fine mese".

 

Commento:

In Taxi  piangono?

Cara Carfagna, vedesse come piangono quelli che vanno a piedi. Oppure in autobus.

 

 

 

Paparazzi

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Nonostante lo credano in molti, il termine "paparazzo" non é un composto di "papataci" e "ragazzo"  bensì venne coniato da Ennio Flaiano che, durante la sceneggiatura de La Dolce Vita, cercava un nome da dare al fotografo  - modellato pare sulla figura di Tazio Secchiaroli - che sarebbe stato il compagno inseparabile del protagonista del film.

Come Flaubert che ci mise due anni a battezzare Emma Madame Bovary, Flaiano era ossessionato dalle affinità semantiche tra i personaggi e i loro nomi. "Il nome giusto indica che il personaggio vivrà" scrisse nei Fogli di Via Veneto, una raccolta di note spettinate che sono altrettanti vividi bozzetti sulla genesi del capolavoro felliniano.

Cerca che ti cerca, gli capitò tra le mani By the Ionian Sea, il diario del grand tour di George Gissing, scrittore dell'Inghilterra vittoriana  che ricordava con riconoscenza un albergatore calabrese che lo aveva ospitato, tale Coriolano Paparazzo.

E' stato dunque un personaggio realmente vissuto ad avere il titolo dell'unico "attore inconsapevole", e allora già da tempo passato a miglior vita, dell'immortale film che ha fotografato l'epoca d'oro della Holliwood sul Tevere.

Quel Signore ha dato il nome a un'onorabile e troppo spesso bistrattata professione.

E "paparazzo" é oggi la parola della lingua italiana più popolare del pianeta, dopo "pizza" e "spaghetti".

 

Tratto da "Cinecittà, una magia senza fine" - National Geographic 

 

Beppe, le multinazionali e i rami dell'albero

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Dal Blog Italians: Dona anche tu un rotolo

Buongiorno Beppe, recentemente mi è capitato di vedere in TV la pubblicità di una nota marca di carta igienica in cui si dice che, partecipando ad un concorso, si potrà donare un rotolo alle scuole italiane. Capisco le leggi del marketing, ma penso che a tutto ci sia un limite, e trovo di pessimo gusto strumentalizzare un problema serissimo come la mancanza di risorse della scuola italiana per vendere qualche rotolo di carta igienica in più. Lo scopo cui tale prodotto è destinato è il migliore commento a questa trovata.  Sabrina A. Ferri, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 

 

Risposta di Beppe Severgnini: Certo, è un po’ umiliante dover accettare il soccorso (interessato) della pubblicità. Ma alcune aziende studiano, realizzano e diffondono pubblicità pericolose (gioco d’azzardo online), patetiche (un paio di case automobilistiche) o banali. Almeno Scottex ha scelto di aiutare, e di aiuto c’è bisogno. La carta igienica manca nelle scuole della provincia di Cremona, non solo in qualche angolo remoto d’Italia. Molte scuole italiane, senza “contributi volontari” delle famiglie (che spesso volontari non sono), non andrebbero avanti. Anche Procter & Gamble, in questi anni, ha aiutato sostanziosamente ABIO (Associazione per il Bambino In Ospedale), fornendo risorse per aprire sale-giochi nei reparti di pediatria. Dovremmo indignarci e dire «Ci pensi lo Stato!»? Non credo. Dobbiamo ringraziare, invece, e complimentarci.  Fonte

 

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