(...) "Non é tutto" aggiunse Pedro cupamente
"Lei ... rimase incinta. Abortì. I miei genitori non sanno niente di tutto questo".
Teneva gli occhi bassi. Si vergognava ancora e si sentiva colpevole, ad anni di distanza da quella vicenda e dall'aborto.
"Capisco" gli dissi.
"Posso dirle ciò che ho imparato circa gli aborti?"
"Un aborto, o interruzione di gravidanza che dir si voglia, comporta di solito un accordo tra la madre e l'anima destinata ad entrare nel bambino. Può accadere che il corpo del bambino non sia abbastanza in salute per condurre a termine i compiti previsti nella vita a venire o che il tempo non sia giusto per le sue finealità, oppure ancora che la situazione esterna sia cambiata, come per esempio in caso di diserzione del padre quando le prospettive della madre o del bambino richiedono una figura paterna. Mi sono spiegato?"
"si", sussurrò e annuì col capo, ma non mi sembrava convinto.
Sapevo che la sua rigida educazione cattolica poteva rendergli più difficile superare il senso di colpa e la vergogna. Talvolta le nostre convinzioni consolidate si frappongono all'acquisizione di nuove conoscenze.
Tornai ai fondamenti ...