Si abbassano le luci, alle cinque in punto: gli spettatori hanno appena terminato una studiatissima passerella e si sono sistemati. La Prima della Scala potrebbe finire tranquillamente qui, il resto è una scusa.
Intanto nel foyer i giornalisti confrontano freneticamente gli appunti e sono cronache surreali dove si mescolano parole sulla crisi di governo, sulle pellicce, sui poveri ragazzi che fuori, sotto la neve, s’incazzano in giacca a vento perché lo stato sociale è stato raso al suolo e il Paese impoverito. Li hanno messi, ormai da qualche anno, a una distanza che non si può definire di sicurezza: sono così lontani che non possono vedere chi entra ...