Mangiabiologico.it

di Valeria Ballarati

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Diverso da chi

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Ogni volta che la cronaca ci sbatte in faccia bande di nazistelli che picchiano ebrei o gruppi di ragazzi che sbertucciano un compagno troppo sensibile fino a indurlo al suicidio, mi domando in quale anno, in quale secolo siamo. Davvero nel 2012, con tutti i problemi seri che abbiamo, ci sono persone che passano ancora il loro tempo a sfottere e minacciare chi è diverso da loro? Posso ancora perdonare una battuta stupida e conformista, pronunciata in un momento di debolezza e in ossequio a un cliché. Ma qui parliamo di giovani che trascorrono giornate intere a scrivere su un computer sconcezze astruse, a organizzare raid punitivi contro degli estranei, a godere della sofferenza inferta a un coetaneo che ha l’unica colpa di vestirsi in modo eccentrico. Quanti pregiudizi nasconde questo gigantesco spreco di energie, questo patetico proiettarsi nelle presunte miserie altrui per non essere costretti a fare i conti con le proprie paure e provare, finalmente, a crescere?

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Quello che noi chiamiamo amore

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13 Dicembre 1933

Quello che noi chiamiamo "amore" é una combinazione di avidità e odio, ovvero desiderare di più e avere paura di perdere. Perciò quello che noi chiamiamo "amore" deve chiamarsi IGNORANZA.

L'amore reale deve essere infinitamente  al di là della nostra comprensione, qualcosa di straordinario, di totale dimenticanza di sé, la perdita dell'individualità nell'Unità, l'assorbimento della personalità nel Tutto.

Così sembra davvero che l'amore sia proprio all'opposto del sé. (...)

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Femminicidio alla ribalta in vista delle elezioni

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Mai come quest'anno si parla di femminicidio alla vigilia del 25 novembre, "giornata mondiale contro la violenza sulle donne" indetta dall'Onu nel 1999. Per fare solo un esempio, l'anno scorso le inziative erano scarse e con pochissimo eco sulla stampa, e sebbene i numeri fossero già consistenti, in pochi ci occupavamo delle donne uccise in casa. Quest'anno invece l'addensarsi di eventi, inziative, interventi, anche sulla stampa e in tv, ha catapultato il femminicidio al top dell'attualità - a partire dall'uso del termine stesso - coinvolgendo anche il mondo politico: un mondo che almeno fino a poco tempo fa sembrava indifferente a questa mattanza e che invece alla vigilia delle elezioni si è svegliato per non perdere l'occasione dell'ondata di indignazione riguardo a un problema su cui associazionismo e società civile lavorano da anni.

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"No, io non ci sto"

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Ogni tre giorni in Italia un uomo uccide una donna. Di solito, una donna a lui vicina. Ma i violenti sono molti di più. Più di quanti crediamo. Perché le violenze di genere sono una realtà molto diffusa, ma non abbastanza conosciuta. Picchiare la moglie, minacciare l'ex compagna, perseguitare la fidanzata... sono gravi reati, ma per molti uomini sono ancora fatti privati. Troppi uomini tacciono. E, tacendo, acconsentono.

Malgrado questo, quasi tutte le iniziative sulla violenza degli uomini si rivolgono alle donne. Perciò la Fondazione del Monte ha promosso e finanziato NoiNo.org.



Uomini contro la violenza sulle donne.

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Quest'anno il 25 Novembre lo festeggiamo

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Giornata contro la violenza sulle donne: quest’anno il 25 novembre lo festeggiamo
di Lorella Zanardo |

Esco ora da un dibattito sulla violenza alle donne in consiglio regionale a Firenze e sono piena di progetti positivi e di ottimismo.

Primo: tra il foltissimo pubblico c’erano molte ragazze e molti ragazzi. Un 17enne ha preso la parola: sicuro, per nulla imbarazzato ci ha spiegato che questo problema lo riguarda e a scuola, Il Machiavelli, ci lavorano, discutono, sviscerano le problematiche sottese.

Secondo: Con me al tavolo dei relatori Riccardo Iacona che con piglio concreto ha presentato il suo libro “Se questi sono gli uomini”. E’ importantissimo che gli uomini comincino a parlare del tema del femminicidio, non per sentirsi in colpa ma al contrario, per iniziare un proficuo dialogo tra i generi, senza il quale non andremo da nessuna parte.

Terzo Punto: Moltissime le Associazioni Femministe e le Case che si occupano di proteggere le donne che hanno presentato dati e analisi. Uno su tutti: i fondi scarseggiano e con fermezza vanno tutelati poiché sono l’unico modo per finanziare la possibilità di rinascita di donne soggette a violenze. Le Case, spesso in località protette, permettono loro di iniziare una nuova vita.

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