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di Valeria Ballarati

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E' caduto il governo 'dei migliori'

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E' caduto il governo. 

"Dei migliori" dicevano ma, a me, tutta 'sta miglioria, non m'é parso proprio di vederla. Invece mi sembra di aver visto bene il contrario, e cioé l'inizio di una dittatura mascherata da democrazia.

Intanto ci hanno tolto DIRITTI da due anni a questa parte, con una serie di misure che ricordano tanto il fascismo, a partire da quel documento là, che sembrava divenuto necessario per compiere i normali gesti della vita quotidiana: il Green Pass, una tessera fascista 3.0.

Il governo dei migliori ha ricattato e impedito alle persone di lavorare quando l'art.1 della nostra Costituzione recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro." Se abbiamo disatteso l'art. 1, figuriamoci cosa può esser successo dopo ... vediamolo brevemente.

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Un'importante sentenza

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Dopo tanto buio, finalmente un po' di luce ...

Il 6 luglio 2022 diventerà una data importante. Il tribunale di Firenze ha approvato una sentenza che annulla il provvedimento preso dall’Ordine degli Psicologi della Toscana nei confronti di una dei suoi iscritti, il motivo: “la sospensione dell’esercizio della professione rischia di compromettere beni primari dell’individuo quale il diritto al sostentamento e il diritto al lavoro”Dopo due anni di lotta – in cui sono stati in molti a combattere per difendere la propria libertà e i propri diritti – “una grande giudice e una grande sentenza” aprono un nuovo spiraglio e danno un po’ di speranza.

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Perì hermeneias

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Come promesso oggi prenderò il coraggio a due mani ed esporrò un pensiero che, prima di tutto mi auguro non sia sbagliato e, secondariamente, spero possa essere di un qualche tipo di interesse.

Quando studiavo per l’esame ho speso due giorni nel tentativo di comprenderne meglio il senso. Mi ha dato molto da pensare.

Si tratta dell'antico e importante Trattato sulle parti del discorso e il rapporto del linguaggio col mondo, il Perì hermeneias di Aristotile, più noto come De interpretatione, parte dell'opera che vedete a fianco. Il passo è questo:

“Diciamo pertanto che ciò che si dà nella voce è costituito di simboli delle affezioni che si danno nell’anima, e le notazioni scritte sono simboli di ciò che si dà nella voce. E come le lettere scritte non sono le medesime per tutti, così neppure le voci pronunciate sono le medesime per tutti; ciò, tuttavia, di cui queste sono in primo luogo segni, sono per tutti le medesime affezioni dell’anima, e ciò di cui queste sono immagini, sono cose che sono già esse stesse le medesime.”

Che vor dì? Fàmola facile:

c’è qualcosa nel parlato degli individui che è contrassegno di ciò che succede nell’anima, e che ugualmente le lettere scritte esprimono al pari della voce. Ma le lettere scritte non sono uguali per tutti (tanti alfabeti diversi) e neanche le voci sono uguali per tutti (tante pronunce, tante lingue); solo ciò di cui sono indice sono le stesse per tutti, e ciò di cui sono immagine sono le stesse cose per tutti. Capito?

Ci vien detto che le affezioni dell’anima sono le stesse per tutti, universali. E le cose che sono nell’anima sono anche immagini di qualcosa di universale. Mentre le voci e le lettere no, cambiano. Aristotile sta dicendo che c’è un momento variabile nel linguaggio ma c’è un momento universale nell’anima: sono due dimensioni. E allora la domanda è:  

Che cosa si dà nella voce?

Cosa sono queste affezioni dell’anima uguali per tutti?


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Il parto in casa

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"Stanotte la nostra vicina di casa ha partorito. Ha partorito a casa, intendo. Una coppia giovane, sulla trentina andante come me e mia moglie, al loro secondo figlio. Lo sapevamo; ci aveva avvisati con largo anticipo. Ma non si può essere mai del tutto preparati a una nascita, e lo si riscopre quando il miracolo comincia a verificarsi. La nostra casa ha cinque appartamenti, e loro sono i dirimpettai. A letto, col sonno leggero del post-allenamento, ho sentito le prime grida che sarà stata mezzanotte. Intorpidito ho fatto mente locale sulla fase lunare. Chiaro. Mi sono alzato. Ho acceso una candela. Poi ho preso i tappi cerati per le orecchie. Non ridete; questi li aveva regalati lei stessa a tutti un mese fa, in un sacchetto lasciato fuori dalla porta insieme a un bigliettino un po' tenero e un po' ironico, a del cioccolato e a delle bustine di tisana rilassante. Li ho infilati, mi sono disteso, ma nulla. Nessun dorma, nessun dorma. Mi pareva di sentire ancora le grida, o di stare a immaginarle. Nessuno riuscirebbe a riaddormentarsi e non per il rumore, ma per l'aria che vibra di una vita dal cosmo, là accanto, che ha deciso di discendere - e misero colui che ci riuscisse.

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Buffi e goffi pensieri

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Ho sempre pensato di avere una mente ordinaria.

Niente più di quel che sarebbe servito alla comprensione del quotidiano per poter vivere di conseguenza. Pensavo altresì di non essere ambiziosa, e di non avere particolare lungimiranza. In sostanza un temperamento di tipo Larch nei Fiori di Bach, spesso anche molto Centaury.

Ma poi un giorno, in gelateria a Lavinio mare, la mia cara amica Donatella mi ha fatto credere che avrei potuto frequentare l’università, qualcosa che avrei davvero voluto fare, e quando mi sono iscritta ho scoperto che questa mente ordinaria era in effetti capace, in grado di immagazzinare notizie e concetti – certo, con un po’ di applicazione. Anzi, questa mente ordinaria era addirittura curiosa (e felice!) degli argomenti con cui man mano veniva in contatto ...

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