Negli stessi giorni in cui gli italiani che hanno legittimamente scelto di non vaccinarsi stanno ricevendo i primi avvisi relativi alle inique sanzioni, l’Università di Roma La Sapienza organizza per i suoi studenti una Lectio Magistralis del Presidente della Corte Europea dei diritti dell’uomo, intitolata “Diritti umani e persone vulnerabili”.
All’incontro parteciperanno il Presidente della Corte costituzionale e altri eminenti giuristi. Naturalmente vorrei partecipare anch’io: chi non sarebbe lieto di sentir parlare di diritti umani, di questi tempi?
Ma purtroppo non mi è possibile: come già accaduto per le celebrazioni della Festa della Donna, l’8 marzo scorso, la Sapienza subordina la partecipazione all’esibizione dell’inutile Green Pass e assegna 0,5 crediti formativi agli studenti che partecipano “in presenza” (e quindi con il Green Pass), ma non a quelli che partecipano “da remoto”.
Come è possibile che la Rettrice della Sapienza o il Presidente della Corte costituzionale o lo stesso Presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo non si rendano conto della macroscopica contraddizione che esiste tra organizzare una Lectio Magistralis sui diritti umani, e consentire la partecipazione alla stessa a una sola categoria di studenti? E come è possibile che non se ne rendano conto gli stessi studenti?