Mangiabiologico.it

di Valeria Ballarati

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Io, diventato disabile due mesi fa

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Quando si diventa disabili, come mi è successo un paio di mesi fa dopo l’amputazione del piede sinistro a causa di un’infezione mal curata da un primario romano del Policlinico Tor Vergata, la prima reazione istintiva è la rabbia. Ma presto ti accorgi, anche grazie ai consigli del nuovo medico curante, il professor Luca Dalla Paola dell’ospedale Maria Cecilia di Cotignola, in provincia di Ravenna, che c’è un antidoto ben più efficace: la forza della volontà.

OSTACOLI MAI VISTI PRIMA - Solo così puoi sopravvivere ai mille ostacoli che si frappongono ogni giorno alla vita in carrozzella, specie in una città come Roma: dai passi carrabili ostruiti ai parcheggi per disabili occupati da abusivi, dai marciapiedi invasi da tavolini e sedie fino ai patiti dei cellulari che ti travolgono mentre scrivono sms. I paradossi che ti capitano sembrano assurdi e inverosimili finché non li vivi in prima persona. Come quando l’Inps mi convoca per la prima visita di controllo sull’invalidità civile, in pieno agosto, con un caldo torrido da deserto del Sahara.

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Il Corriere e le notizie (di costume)

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Caro Beppe,

sarà una settimana che in home page del Corriere troviamo uno, quando non due, banner con il nuovo tatuaggio di Rihanna. Ora, che sia di Rihanna conta poco, così come conta poco se è di una Boccoli o di lady Totti la poca stoffa che salva le apparenze in spiaggia.

L’home page è il passaggio obbligato, quando non l’unico, per le notizie di un giornale.

Tanto si parla di far leggere i ragazzi, dei giornali a scuola, dei bambini con il quotidiano. Nell’epoca della lavagna interattiva – senza la quale pare impossibile frequentare le elementari – si può ipotizzare che qualche bambino o ragazzino abbia la possibilità, la volontà o il dovere (per compito) di entrare nel sito di un quotidiano.

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In corsa per la libertà

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Era un cucciolo di giraffa.

E voleva andar via dal circo, come é normale. Doveva sembrarle una follia vivere in gabbia, sotto una tenda, trasportata con un camion di luogo in luogo come attrazione per paganti urlanti.

Voleva la libertà, il silenzio, la natura della savana africana.

Ciao Dolcezza.

Un articolo

 

Così, in un parco di Milano, conobbi Dario

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Ho compiuto 83 anni. Non sono per niente stanca. In questo periodo si lavora poco in teatro. Qualcosa devo pur fare. M’è venuta voglia di fissare avvenimenti lontani che hanno avuto importanza estrema nella mia vita. Ecco, lascio che il cervello spinga le dita a battere sulla tastiera del mio adorato computer, senza interferire. Facciano loro. Sto preparando per la Einaudi 18 nostre commedie inedite. E’ una bella lavorata che faccio con ardore. Tutta la mattina per loro. Poi me ne vado al mare e a giocare a burraco.

Sono nata figlia d’arte: famiglia di attori. I capostipite dei Rame risalgono alla fine del ’600, nel pieno fiorire della Commedia dell’Arte. Quando sono venuta al mondo il gruppo era formato da due famiglie: la mia e quella dello zio Tommaso. Sette femmine e tre maschi. Mio padre era il capocomico ma chi decideva sulle questioni fondamentali era mia madre Emilia. Questo suo ruolo si distingueva dal mazzo di chiavi che le pendeva dalla cintura. In casa teniamo ancora una grande sua foto degli anni ’20: una donna alta, slanciata, volto aristocratico issato su un lungo collo, cappelli ampi di gusto francese, abiti che si confezionava da sé e le conferivano un’eleganza straordinaria.

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Italia loves Emilia

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"C’è stato Campovolo, è finito due ore fa, Italia Loves Emilia, il concerto. Stanotte non prenderò sonno, magari tiro diritto fino all’ora di riprendere il volo, da campovolo, un volo dopo l’altro. Difficile rimettere i piedi per terra dopo due giorni come questi. Le prove, l’incontro con i colleghi, la bella atmosfera nel backstage poi la mattina del risveglio prima del concerto. Arrivare a Campovolo attraversando distese di tende per passare la notte e di gente in cammino verso il concerto. La conferenza stampa e poi il concerto,e quel mare di gente, ognuno con un nome e una storia tutti lì per fare la storia. Perchè di questo si tratta, anche se è solo un concerto si tratta di essere nella storia, ovvero nelle cose che cambiano perchè gli esseri umani le fanno cambiare. Essere quegli esseri umani che le fanno cambiare.

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