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di Valeria Ballarati

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The making of ... il Corso di scrittura

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Uno dei miei registi e sceneggiatori preferiti - anche scrittore di romanzi - tiene un laboratorio di scrittura alla Pro Loco di Roma: mi sono iscritta.

V.

"Se lo studente é eccezionalmente fortunato, lo scrittore famoso può essere anche un buon insegnante: non solo sa cos'é la vera arte, ma é anche in grado di spiegarlo."  John Gardner


Coltiva la tua passione per la scrittura con “Il mestiere di raccontare” – 50 lezioni a partire dal 9 Aprile, tenute dal regista e sceneggiatore Salvatore Basile

Come nasce una storia? Dove sorgono le idee alla base dei racconti che ci appassionano, i caratteri dei personaggi, le svolte che muovono la narrazione?

Le parole scaturite dalla fantasia dei grandi scrittori danno vita alle opere che amiamo, ma la scrittura non è solo talento, è fatta anche di metodo, di studio e tecniche che stimolano ed esaltano la creatività, perché le intuizioni diventino racconto.

Pro Loco Roma Capitale ha il piacere di presentare “Il mestiere di raccontare”, la prima edizione del corso di scrittura creativa tenuto dallo scrittore, sceneggiatore e regista Salvatore Basile, che porterà gli appassionati ad apprendere le tecniche di scrittura e a coltivare il proprio speciale talento. Più che un corso un vero e proprio laboratorio di scrittura, i cui alunni avranno modo di conoscere, ma soprattutto di apprendere attraverso l’esercizio: seguiti da Salvatore Basile i partecipanti “costruiranno” passo dopo passo il proprio racconto, ed ognuno di loro al termine del viaggio potrà sfogliare il proprio lavoro concluso.


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The making of ... Errori

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(segue)

Ma a chi avrei potuto chiedere?

Ero un po' scoraggiata e parlandone su Fb ricevetti un conforto inaspettato da una donna che mi conosceva appena, grazie anche alla visione di un film.

Dopodiché mi ricordai del marito di un'altra cliente, adatto allo scopo. Fu molto gentile e disponibile a venire a parlare con me, un pomeriggio del Natale 2014. Mi portò un libro di Age da leggere: lo terminai la notte stessa.

Spiegandomi brevemente che nel mio soggetto - l'aveva letto - c’era materiale per una fiction (l’idea iniziale) non realizzammo che era proprio quel che volevo, e decidemmo per un pezzo più piccolo di quella mole di testo: dovevo solo decidere quale.

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The making of ... Come é cominciata.

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Quando ho cominciato a desiderare di realizzare un film avevo un’idea di fondo.

Quest’idea di fondo nel tempo è cambiata e oggi non somiglia nemmeno più all’idea iniziale, che era in effetti quella buona: una fiction a puntate.

L’autonomia nello scrivere è una cosa ma nel tempo ho capito che per concretizzare avrei avuto bisogno di aiuto, e ho quindi cominciato a chiederlo.

Quando qualcosa di bello viene al mondo è sempre merito di almeno due o più persone che ci credevano, che ne avevano un’idea, e con un pizzico di fortuna è andato tutto bene nelle diverse fasi della realizzazione perché era la cosa giusta da fare.

Sapevo che avrei avuto bisogno del lavoro di tante persone. Non sapevo invece se il progetto avrebbe trovato accoglienza. Ma poiché da qualcuno doveva pur partire, e dato che io volevo scriverlo, intanto l’ho scritto.

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The making of ... una storia nella storia.

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The making of … è una storia nella storia, la nascita e la crescita del romanzo che scrivo.

Sono sempre un po’ lenta a partire, non so come mai, dev'essere l'indecisione.

L’inizio di questo libro era stato programmato per il gennaio 2017, dopo aver deciso nell’estate 2016 a seguito del buon consiglio di un esperto. Andò così:

Lui: perché non ne fai un romanzo?

Io: ma non so neanche da che parte si comincia un romanzo!

Lui: tu fallo, poi vediamo.

Credeva in me. Credeva nelle mie possibilità. E alla fine ci ho creduto anch'io. Il libro è la trasposizione di una sceneggiatura, un’idea balzana costata dieci anni di scrittura lenta e notturna, ritagliata nei tempi possibili, comprensiva di molte revisioni per ottenere qualcosa di passabile per chi é del settore. Figuriamoci quanto potrei metterci con un libro! Ho idea che ci terremo compagnia per un po’.

Scrivere é sempre stata la mia passione. Almeno quanto leggere.

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Fiori di Bach: Bellezza e Armonia

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“Neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro.”

Matteo 6.28


I Fiori di Bach sono 38 Rimedi preparati a partire da alberi, arbusti, erbe o fiori di campo molto comuni sul territorio, e li possiamo osservare dall’inizio della primavera all’autunno inoltrato.

La fioritura varia a seconda del Paese, del suolo e del clima in cui sono cresciuti, ma i primi a schiudersi sono solitamente i boccioli bianchi del Mirabolano – Prunus cerasifera – un albero da frutto, mentre gli ultimi sono i fiori spontanei di campagna, come ad esempio Chicory – Chichorium intybus – il fiore della Cicoria.

Da febbraio a ottobre guardando nel paesaggio possiamo dunque riconoscere le infiorescenze, le gemme, le corolle, e non è raro sentir dire agli incontri pubblici o nelle consulenze private “Ma si, l’ho visto!” oppure “Ce l’ho in giardino!” mentre mostro le fotografie. Io stessa dopo averli studiati - oramai più di dieci anni fà - mi sono ricordata di aver raccolto da bambina fiori di Impatiens, Mustard e Star of Bethlehem, per farne mazzetti da portare alla mamma.

La bellezza e l’armonia custodite nei fiori si riconoscono già da piccoli: colori, profumi, fantasie nella foggia e nelle forme rimarranno per sempre una gioia per i sensi, anche da adulti.

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Incontri a Roma

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Buon Anno!

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Tanti auguri a tutti!

Spero che l'anno nuovo sia ricco di soddisfazioni ed empatia.


 

MT&C Medicine tradizionali e complementari

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3.2.1

Perché si ricorre alla MT&C?

(...) Sebbene sussistano aspetti comuni alla base delle ragioni che motivano le persone ad utilizzare la MT&C, si manifestano anche molte differenze tra paesi e regioni. Alcuni studi indicano che le persone scelgono la MT&C per svariati motivi, tra i quali un’accresciuta domanda di tutti i servizi sanitari, il desiderio di ottenere più informazioni per una maggiore cognizione delle opzioni disponibili, una crescente insoddisfazione verso i servizi sanitari esistenti, oltre ad un rinnovato interesse per “l’attenzione alla persona nella sua globalità” e per la prevenzione delle malattie, aspetti più spesso associati  alla MT&C.

Va aggiunto che la MT&C riconosce la necessità di puntare sulla qualità della vita quando non c’è possibilità di cura (20). Ad esempio è stato osservato che i pazienti si rivolgono al Royal London Hospital for Integrated Medicine perché altri trattamenti hanno fallito, oppure per una loro preferenza personale o culturale, oppure a causa di effetti avversi comparsi con altri trattamenti. (...)

Strategia dell'OMS per la Medicina Tradizionale 2014-2023

Pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013

http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/92455/14/9789241506090_ita.pdf


 

Royal London Hospital per la Medicina Inegrata

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Il Royal London Hospital per la Medicina Integrata fu fondato - come il London Homoeopathic Hospital - dal dottor Frederick Foster Hervey Quin nel 1849. Egli fu tra i primi medici a praticare l'omeopatia in Gran Bretagna e studiò con il suo fondatore: Samuel Hahnemann. L'originale London Homoeopathic Hospital era in Golden Square, Soho, e fu fondato il 10 ottobre 1849, anche se non ricevette il suo primo paziente fino al marzo dell'anno successivo.

Quin era una figura di primo piano nella società londinese e molto ben collegato, essendo stato medico della regina Vittoria, suocero del Principe Leopoldo, padre del principe Alberto. Era un amico personale di Charles Dickens e padrino di uno dei suoi figli. Tra gli altri suoi pazienti c’erano il pittore Landseer e il romanziere Thackeray. Ma nonostante le sue buone conoscenze Quin era impegnato nel portare l'omeopatia al popolo.

Il primo grande successo per l'ospedale arrivò nel 1854, quando un’epidemia di colera scoppiata nel quartiere di Soho, proveniente dall’acqua della pompa di Broad Street (questa è stata l'epidemia peggiore e terminò quando il dottor John Snow rimosse il manico della pompa) . A quel tempo, l’Ospedale Omeopatico Londinese era l'ospedale più vicino alle pompe dell’acqua e raggiunse un notevole successo nel trattamento delle vittime dell'epidemia. Il tasso di mortalità dell’Ospedale Omeopatico fu del 16% rispetto al 53% del vicino ospedale Middlesex. Anche allora c'era scetticismo verso l'omeopatia: un rapporto sull'epidemia per il Parlamento dell'anno successivo aveva omesso i dati dall'ospedale. Questi dati furono pubblicati solo dopo un discorso di fuoco alla Camera dei Lord di Lord Grosvenor, presidente del consiglio dell’Ospedale.

La sua reputazione continuò a crescere e l'omeopatia guadagnò crescente sostegno. Solo dieci anni dopo la sua costituzione, nel 1859, un nuovo e più grande ospedale Omeopatico fu costruito sul suo sito in Great Ormond Street e una nuova ala, di fronte a Queen Square, fu aggiunta nel 1911.

Molti medici omeopatici noti sono stati associati al RLHH nei secoli 19 e 20, tra cui Robert Ellis Dudgeon, John Henry Clarke, James Compton Burnett, Edward Bach, Charles E Wheeler, James Kenyon, Margaret Tyler, Douglas Borland, Sir John Weir , Donald Foubister, Margery Blackie e Ralph Twentyman tra gli altri. I nomi famosi non sono solo i medici: la signorina Marion Brew, 'Lady Soprintendente' o Matrona negli anni 1875-1906, fu figura di spicco nella professione infermieristica.

Traduzione di Valeria Ballarati

https://www.uclh.nhs.uk/ourservices/ourhospitals/rlhim/pages/historyofrlhim.aspx


 

Elefanti d'affezione

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Thailandia, i bambini vanno a scuola accompagnati da due elefanti

Due fratellini rendono la passeggiata mattutina fino a scuola molto speciale. Ad accompagnarli dal loro remoto villaggio nella provincia di Surin, in Thailandia orientale, sono infatti due elefanti. Un'insolita compagnia, con mamma elefantessa e il suo cucciolo che attendono tutti le mattine i bambini per scortarli fino a scuola.

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Romanzo

La storia dell'uomo e
della scoperta
dei Fiori di Bach.

Booktrailer


Parole per pensare

“L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono."

Simone Weil, Corrispondenza, pag. 13

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po’» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all’imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.

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Fiori di Bach e Cartoons 15 Pimpi


 ASPEN

Se hai paura,

ma non sai bene di cosa